Appartengono al museo 347 campioni e frammenti di ricami e merletti (invv. T1 - T347) provenienti dalla società cooperativa Aemilia Ars. Una piccola parte di essi sono manufatti antichi, utilizzati come fonte di ispirazione per punti e motivi decorativi dalle ricamatrici e dalle merlettaie; i restanti costituivano il campionario al quale le artigiane si attenevano per copiare i punti e le tecniche da usare per l'esecuzione del lavoro, ma che veniva mostrato anche ai clienti per scegliere i modelli dei decori.
La società Aemilia Ars fu fondata nel 1898, ispirandosi alle gilde medievali, da artisti e uomini di cultura bolognesi, tra cui il conte Cavazza; a sua moglie, la contessa Lina Bianconcini Cavazza, fu affidata l'organizzazione e la cura del settore tessile, che fu l'unico a sopravvivere allo scioglimento della società cooperativa, avvenuto nel 1903. Presso il negozio 'Aemilia Ars', sito in via Farini, fino alla fine degli anni ’70 del XX secolo vi erano artigiane che si dedicavano alla produzione.
Come negli altri settori produttivi, i lavori si attenevano a progetti e disegni realizzati dagli artisti che avevano aderito alla società cooperativa Aemilia Ars, talvolta indeandoli in base al nuovo gusto del tempo, lo stile floreale, e in altri casi rielaborando soggetti antichi, tratti dai modellari per ricamo rinascimentali e barocchi. Attraverso un criterio moderno di organizzazione, si rivificava l'artigianato di qualità, non tralasciando di prendere a modello le produzioni antiche e tradizionali.
Nella raccolta di disegni, conservata presso il Museo Davia Bargellini (vedi scheda nucleo), ve ne sono molti che si riferiscono a questa produzione e alcuni in particolare a campioni presenti alle Collezioni Comunali d'Arte. Confrontando i pezzi del campionario con i pochi disegni datati, nonché con le foto e i manufatti eseguiti dal laboratorio, essi si posso datare tra il 1898 e la seconda metà degli anni '20.
Mentre negli altri ambiti la produzione fu affidata a ditte artigiane già attive, il settore tessile venne organizzato ex novo e basandosi su principi sociali allora all'avanguardia: furono impiegate per un lavoro a domicilio donne di diverse estrazioni sociali, soprattutto del popolo e della piccola borghesia, per permettere loro di contribuire con un reddito all'economia domestica, senza dover trascurare la cura della famiglia con attività da svolgersi fuori casa. Il lavoro veniva preparato all'interno del laboratorio (disegni, istruzioni di realizzazione, filati), dove poi tornava per essere assemblato e confezionato. Non è raro, in lavori di grande formato, riconoscere distintamente mani diverse nell'esecuzione dei ricami e soprattutto dei merletti.
Il successo di questi manufatti (biancheria personale e per la casa, capi d'abbigliamento femminile e per bambini, tessili d'arredo) fu tale che vennero richiesti in tutta Europa e in America, soprattutto per l'originalità e la bellezza del merletto ad ago.
Nel 1929 fu pubblicato il volume Merletti e ricami dell'Aemilia Ars, con un'ampia prefazione di Elisa Ricci, nel quale vennero raccolte le foto dei lavori più prestigiosi realizzati negli ultimi 30 anni, molti dei quali erano stati presentati a fiere ed esposizioni internazionali, ricevendo numerosi premi.
Si tratta di Campioni e frammenti di ricami eseguiti principalmente con le tecniche del punto antico e della sfilatura.
Campioni e frammenti di merletti eseguiti don le tecniche del tombolo, del macramè, del reticello e del punto in aria, oggi usualmente indicato col nome di 'merletto Aemilia Ars'.
I filati utilizzati sono lino, cotone e seta.
140 ricami e merletti sono abitualmente esposti, mentre 206 sono conservati in deposito. I campioni esposti sono stati sottoposti a restauri e pulitura, mentre solo una parte di quelli conservati in deposito hanno avuto recentemente un intervento di manutenzione.





La contessa Lina Bianconcini Cavazza vendette il campionario di ricami e merletti antichi e moderni al Comune di Bologna nel 1937, assieme ad alcuni disegni relativi agli altri settori produttivi (ora conservati al Museo Davia Bargellini - deposito), dopo una trattativa durata quasi due anni. Infatti la nobildonna era rimasta fino a quel momento a capo del laboratorio, ma a metà degli anni trenta decise di ritirarsi dall’attività e ritenne opportuno vendere al Comune una selezione di maggior pregio in suo possesso di disegni e di campioni, in modo che il laboratorio potesse continuare l'attività contando su una liquidità adeguata. Era inoltre suo specifico interesse che questo materiale fosse destinato a raccolte pubbliche, affinchè in città non si perdesse la memoria della straordinaria esperienza rappresentata da Aemilia Ars, sia dal punto di vista artistico che sociale.

Artisti:
Nel fondo sono presenti alcuni frammenti antichi di ricami e merletti, di produzione italiana. La maggior parte dei campioni furono realizzati dalle merlettaie e ricamatrici del laboratorio della Società cooperativa Aemilia Ars, con la sede in Palazzo Cavazza in via Farini a Bologna, eseguendo i disegni realizzati dagli artisti che collaboravano con la società. Come si può evincere dai disegni conservati al Museo Davia Bargellini (vedi scheda nucleo), erano attivi nel settore del ricamo soprattuto: Alfonso Rubbiani, Alfredo Tartarini, Alberto Pasquinelli, Guido Fiorini.