Museo Storico "Dante Foschi"
Via Piero Maroncelli, 3 (c/o Palazzo del Mutilato)
Forlì (FC)
produzione europea
sciabola

acciaio/ brunitura/ incisione parziale,
legno/ tintura,
feltro,
cuoio,
filo di cotone,
ottone,
metallo
mm 955 (lu)
misure sciabola: lunghezza lama 820//larghezza al tallone 22//larghezza guardia 125,
misure fodero: lunghezza 903//larghezza cresta 35//larghezza bocchetta 32//larghezza con campanella 55,
misure dragona: lunghezza 285//larghezza fiocco 30//lunghezza fiocco 65,
misure pendagli: lunghezza catenella 240//larghezza catenella 32//lunghezza prima cinghia 150//lunghezza seconda cinghia 130//lunghezza frammento 570//larghezza cinghie 30
secc. XIX/ XX (1888 - 1918)
Sciabola (250a) in acciaio completamente brunita, con lama diritta, a un filo e punta e dorso a bacchetta. La lama è incisa ad acido su entrambi i lati, dal tallone fin quasi a metà della sua lunghezza, con motivi a trofei e fiorami non sembre decifrabili a causa della brunitura, ma tra cui sono identificabili molti riferimenti alla monarchia sabauda; su un lato della lama, in corrispondenza del tallone, è incisa la lettera "L" inerente alla produzione dell'arma. Il fornimento è dotato di guardia in lamiera d'acciaio a tre rami sottili con conchiglia per il pollice, ricciolo posteriore e rosetta in feltro per parare i colpi del fodero. All'apertura ovale della guardia è legata la dragona (250c) in cuoio. L'impugnatura è in legno tinto di nero a quattro denti di presa e presenta una cappetta in acciaio parzialmente zigrinata sul dorso e terminante in un bottone ovale piatto. Sulla guardia e sul bottone della cappetta è inciso il numero di serie dell'arma.
Il fodero (250b) è in acciaio brunito, diritto, con bocchetta ovale e cresta finale; esso presenta in alto due fascette dotate di campanelle a cui sono agganciati i frammenti dei pendagli (250d) per la sospensione alla cintura: si tratta di una catenella in ottone e di tre brandelli di cinghie in cuoio, tra cui due fissati alle campanelle mediante moschettoni e fibbie ovali in ottone, l'altro ormai del tutto separato dal fodero.

Sciabola modello 1888 da ufficiale, con dragona e pendagli d'ordinanza: gli ornamenti della sciabola erano infatti in cuoio (marrone o nero) per l’uniforme ordinaria, tessuti invece in canottiglia dorata per l’Alta Uniforme. Data l'evidente brunitura, l’arma in esame probabilmente fu utilizzata negli scontri della Grande Guerra. Durante il primo e il secondo conflitto mondiale infatti, l'equipaggiamento di un soldato del Regio Esercito italiano comprendeva ancora la sciabola: i modelli prescritti erano però di origine ottocentesca, come il modello 1888 dell’arma in esame, e, a eccezione di quelle in dotazione alla cavalleria e all’artiglieria a cavallo, raramente le sciabole vennero impegnate in combattimento, fungendo soprattutto quale insegna di grado da indossare con l'alta uniforme. Tuttavia le sciabole che effettivamente furono utilizzate durante la Grande Guerra vennero preparate per il loro utilizzo in combattimento scurendo, tramite brunitura, le parti in acciaio, per evitare che luccicando svelassero al nemico la posizione del soldato; per poi farle tornare alla loro originaria lucentezza, a guerra conclusa esse potevano essere nichelate e successivamente cromate. Durante il secondo conflitto mondiale invece raramente le sciabole furono portate in zona di guerra e quindi non vi fu neanche la necessità di brunirle. La lama dell’arma in esame appare inoltre modificata: non è infatti leggermente curva nella parte finale come originariamente prescritto per la sciabola mod. 1888, ma diritta, come avvenne spesso per le sciabole utilizzate durante la prima guerra mondiale.