Museo Storico "Dante Foschi"
Via Piero Maroncelli, 3 (c/o Palazzo del Mutilato)
Forlì (FC)
produzione europea
sciabola

acciaio/ brunitura,
ottone/ brunitura,
legno di ebano
mm 855 (lu)
misure sciabola: lunghezza lama 730// larghezza al tallone 20//larghezza guardia 105,
misure fodero: lunghezza 747//larghezza bocchetta 30//larghezza cresta 27
sec. XIX (1833 - 1918)
Sciabola (247a) totalmente brunita, con lama in acciaio leggermente curva, a un filo e a una punta, con sguscio sul dorso piatto. Il fornimento è in ottone e presenta un solo arco di guardia, sagomato al centro a balaustro, che termina posteriormente a riccio; la crocera è munita di alette fermafodero ovali. L'impugnatura presenta le guancette in ebano, zigrinato sulle due facce maggiori, scanalato sulle laterali e una cappetta in ottone che termina con un bulbo lavorato a spicchi e un bottone ovale schiacciato.
Il fodero (247b), anch'esso leggermente curvo e brunito, è in acciaio con cresta e cappa in ottone; sulla cappa è presente il bottone ovale per il fermo alla tasca.

Sciabola modello 1833 per sottoufficiali.
Durante il primo e il secondo conflitto mondiale, l'equipaggiamento di un soldato del Regio Esercito italiano comprendeva ancora la sciabola: i modelli utilizzati erano quasi tutti di origine ottocentesca, ma raramente furono impiegati in combattimento, fungendo soprattutto quale insegna di grado e parte integrante dell'alta uniforme. Nello specifico però si può ipotizzare che la sciabola oggetto della scheda sia stata realizzata entro la Grande Guerra e preparata per il suo utilizzo in combattimento, in quanto appare completamente brunita. Si trattava infatti di un espediente usato spesso alla vigilia del primo conflitto mondiale per rendere le armi bianche mimetiche: scurite le parti in acciaio, si evitava così che luccicando esse svelassero al nemico la posizione del soldato. Durante il secondo conflitto mondiale, invece, raramente le sciabole furono portate in zona di guerra e quindi non vi fu la necessità di brunirle.