Museo Storico "Dante Foschi"
Via Piero Maroncelli, 3 (c/o Palazzo del Mutilato)
Forlì (FC)
produzione europea
sciabola

acciaio/ brunitura,
legno/ tintura,
ottone/ brunitura
mm 732 (lu)
misure sciabola: lunghezza lama 595//larghezza al tallone 25//larghezza guardia 120,
misure fodero: lunghezza 615//larghezza bocchetta 36//larghezza cresta 38
sec. XX (1907 - 1918)
Sciabola (245a) in acciaio brunito, con lama leggermente curva nella parte finale, a un filo e punta, con largo sguscio sul dorso a sezione circolare. L'impugnatura, in legno tinto di nero, presenta quattro denti di presa, una cappetta un tempo cromata parzialmente zigrinata sul dorso e il bottone piatto e ovale. La guardia è a tre rami sottili con conchiglia per il pollice sul dorso alla base della lama, ricciolo posteriore e spacco ovale per l'attacco della dragona. In corrispondenza della conchiglia per il dito, sia all'interno che all'esterno della guardia, è ripetuto il numero di serie dell'arma.
Il fodero (245b), leggermente curvo e totalmente brunito, è in acciaio con cappa e cresta in ottone.

Sciabola mod. 1907 per ufficiale di fanteria.
Durante il primo e il secondo conflitto mondiale, l'equipaggiamento di un soldato del Regio Esercito italiano comprendeva ancora la sciabola: i modelli utilizzati erano quasi tutti di origine ottocentesca, come nel caso in esame che derivava in larga parte dal tipo adottato nel 1888. Raramente tuttavia le sciabole furono impiegate in combattimento, fungendo soprattutto quale insegna di grado e parte integrante dell'alta uniforme. Nello specifico però si può ipotizzare che la sciabola oggetto della scheda sia stata realizzata entro la Grande Guerra e preparata per il suo utilizzo in combattimento, in quanto appare completamente brunita. Si trattava infatti di un espediente usato spesso alla vigilia del primo conflitto mondiale per rendere le armi bianche mimetiche: scurite le parti in acciaio, si evitava così che luccicando esse svelassero al nemico la posizione del soldato. A guerra conclusa le sciabole brunite venivano poi spesso nichelate e cromate, come per l'arma in esame. Durante il secondo conflitto mondiale, invece, raramente le sciabole furono portate in zona di guerra e quindi non vi fu la necessità di brunirle.