Museo del Patrimonio Industriale
Via della Beverara, 123
Bologna

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NUCLEO INDUSTRIA SERICA La realtà industriale del prodotto tessile è testimoniata dai modelli legati alla produzione serica antica. Tra XV e XVIII secolo la città fu competitiva a livello internazionale nella vendita di veli e filati pregiati di seta, grazie all'alta tecnologia del mulino da seta (grande modello di mulino funzionante in scala 1:2) e al complesso sistema idraulico artificiale che da Bologna consentiva di raggiungere in tempi rapidi Venezia e i più importanti empori commerciali europei.

NUCLEO ALDINI VALERIANI Il nucleo originario più antico è costituito da macchine, motori, modelli, apparati divulgativi prodotti da artigiani (Poluzzi, Franchini, dall'Acqua etc...) e ditte otto-novecentesche locali ed europee (Bate, Salleron, Clair, Breguet etc...) appartenuti all'istituzione Aldini Valeriani e recuperati dal Comune di Bologna tra il 1976 e il 1980 ed esposti in seguito in Sala Borsa nel corso della mostra “Macchine Scuola Industria. Dal mestiere alla professionalità operaia”. La collezione fornisce al Museo un'identità forte: quella legata alla formazione di maestranze qualificate, strategiche per lo sviluppo industriale, in grado di combinare sapere tecnico e lavoro manuale sul modello della scuola-officina.

NUCLEO MANUFATTI TERRACOTTA l'edifico in cui è ospitato il Museo era un'antica fornace da laterizi appartenuta per circa un secolo alla famiglia Galotti. Negli anni 1980 il Comune ha ristrutturato in maniera filologica il forno Hoffmann e gli essiccatoi al primo e al secondo piano. La collezione è costituita da circa 300 stampi in gesso ed elementi in cotto (provenienti dalla dismessa Fornace Cooperativa di Imola) per decorare esterni pubblici, ecclesiastici e privati.

NUCLEO MOTORISTICA Testimonia il prestigio della città in campo motoristico: sia per la presenza di celebri case costruttrici di automobili e motociclette (O.S.C.A., G.D, Ducati, FBM, Minarelli e Minardi) sia di importanti aziende della componentistica (Verlicchi, Marzocchi) del XX secolo (gli oggetti presenti in Museo sono per la maggior parte in comodato d'uso).

NUCLEO MECCANICA Sono presenti alcune aziende d'eccellenza competitive sul mercato internazionale. Le macchine da pasta della Zamboni & Troncon, le penne stilografiche della OMAS, i gabbioni della Maccaferri, i giocattoli della Giordani, i macchinari per cioccolatini FIAT della Majani, i lettori e sensori della Datalogic sono rappresentativi dell'originale vocazione produttiva locale (gli oggetti presenti in Museo sono per la maggior parte in comodato d'uso).

NUCLEO MACCHINE AUTOMATICHE L'industria delle macchine automatiche di Bologna è oggi ai vertici della competizione internazionale; tuttavia la sua è una storia pressoché centenaria: nel 1924 viene fondata infatti la A.C.M.A. tra le prime aziende italiane del settore. Le macchine bolognesi hanno un successo straordinario per alcune doti che le caratterizzano come la capacità di innovazione, la semplicità d'uso, l'ingombro ridotto, la velocità ma soprattutto la loro estrema funzionalità e versatilità.
Il nucleo, unico nel suo genere, è composto da macchine e prototipi degli anni 1920-'80 di alcune delle più interessanti aziende del territorio tra cui: l'astucciatrice CAM tipo PR (1960-'61), la confezionatrice per caramelle ACMA tipo 749 (1956), la dosatrice a moto continuo di polveri confezionate in capsule MG2 tipo G36 (1966), la dosatrice e confezionatrice di dadi da brodo CORAZZA tipo FD 220 (1959), la Confezionatrice di tè o erbe in bustina filtro con filo ed etichetta IMA C20 (1965) e l'astucciatrice MARCHESINI tipo BA 100 (1987). (gli oggetti presenti in Museo sono per la maggior parte in comodato d'uso).


Nel Museo si studia, documenta, visualizza e divulga la storia economico produttiva di Bologna e del suo territorio dal Medioevo al XXI secolo. Eccellenza produttiva e innovazione costituiscono la chiave di lettura del percorso espositivo che visualizza i processi produttivi, i contesti territoriali e i prodotti con cui Bologna, tra il XV e il XXI secolo, è stata competitiva sul mercato internazionale.
In questo percorso il tema della formazione, quale elemento strategico di ogni processo di aggiornamento, rinnovamento e sviluppo dell’economia del territorio assume particolare rilevanza. Il nucleo stesso da cui il museo nasce, la collezione storica Aldini-Valeriani, documenta il radicarsi nella città dell’omonima Istituzione che ha svolto un ruolo fondamentale nella formazione di maestranze e imprenditori, protagonisti delle dinamiche economiche illustrate.
Il percorso espositivo si apre con la ricostruzione dell’organizzazione produttiva dell’antica “Città dell’acqua e della seta” che ha visto Bologna – tra i secoli XV-XVIII – esportare filati e veli di seta in tutto il mondo occidentale. Questa supremazia produttiva entra in crisi alla fine del secolo XVIII quando la Rivoluzione Industriale costringe ad aggiornare saperi e organizzazione del lavoro. Bologna è costretta a riprogettare il proprio futuro, puntando sulla formazione tecnica come elemento strategico di rinnovamento. Da questa scelta, oltre che dall’esistenza di fattori economici, organizzativi, logistici e amministrativi favorevoli, scaturisce la ripresa produttiva della città nella seconda metà dell’Ottocento che porterà un secolo dopo all’affermazione dell’attuale distretto meccanico ed elettromeccanico.
Idee innovative e cultura dell’innovazione sono le chiavi di accesso per interpretare questa storia i cui protagonisti sono uomini, tecniche, tecnologie ed imprese. In esposizione macchine, plastici, modelli funzionanti, exhibit, apparati da laboratorio e strumenti scientifici forniscono documentazione materiale per la ricostruzione di questi processi, mentre gli allestimenti scenografici, le strutture interattive, le dia-proiezioni, le multivisioni e i documentari spiegano il contesto di appartenenza e supportano il percorso narrativo.
Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni:
- La Fornace Galotti dedicata alla storia della fornace e alla lavorazione dei laterizi.
- L'Istituto Aldini Valeriani (allestita nella galleria del forno Hoffmann): modelli, apparecchi, strumentazione tecnico-scientifica e macchine dell’istituto Aldini-Valeriani – la più antica scuola tecnica della città – documentano i legami profondi esistenti tra industrializzazione della città e formazione tecnica nel secolo XIX .
- Bologna capitale del packaging, dedicata al comparto più significativo della realtà produttiva attuale di Bologna. Prototipi funzionanti di macchine degli anni 1940-'60 forniscono le chiavi interpretative del successo di questa produzione.
- Bologna dell'acqua e della seta, dedicata al setificio bolognese dei secoli XIV-XVIII, fu in grado di esportare sui mercati internazionali pregiati filati e veli di seta. Alla base di tale supremazia, l’alta tecnologia del mulino da seta alla bolognese, ricostruito in scala 1:2.
- La città della cultura meccanica, dedicata prodotti simbolo delle principali aziende bolognesi fanno da guida ai percorsi di conoscenza della moderna organizzazione produttiva della città e del suo distretto industriale.