Castrocaro Terme e Terra del Sole

Città Fortezza di Terra del Sole
Castrocaro Terme e Terra del Sole

I bastioni della fortezza di Terra del Sole
piazza d'Armi, 2
loc. Terra del Sole
Castrocaro Terme e Terra del Sole (FC)
tel 0543 766766
Ai piedi delle prime colline a sud della via Emilia, Terra del Sole sorge tra Castrocaro e Forlì, allo sbocco in pianura della valle del Montone.

La città-fortezza di Eliopoli, la terra del Sole, venne fondata nel 1564 dal duca di Firenze Cosimo I de Medici nei pressi dell’antico sito fortificato di Castrocaro posto a controllo della valle, primaria via di comunicazione tra pianura padana e Toscana, che aveva giocato per secoli un ruolo strategico nell’area romagnola.
Parte della ‘romandiola’ ex esarcale, nucleo fondante del potere temporale del papa nella regione, Castrocaro era stata nel Trecento poderosa fortezza pontificia a lungo contesa da Forlì. Passata nel 1403 sotto il controllo di Firenze - nel quadro della politica di acquisizione di territori sul versante adriatico dell’Appennino tosco-emiliano attuata dalla città toscana per garantirsi un accesso ai commerci veneziani e una penetrazione nei territori papali – Castrocaro divenne il capoluogo della provincia fiorentina ‘in partibus romandiolae’, presto estesa dal Santerno al Savio, fino a parte della val Marecchia.

Cosimo I: la sovranità dello Stato e l’ispessimento dei suoi confini
A partire dagli anni Quaranta del Cinquecento, ancora dominati dallo scontro tra Francia e Impero, la volontà del duca Cosimo I de Medici di veder riconosciuta la sovranità del suo stato sulla scena politica dell’Italia centrale, e i suoi contrasti con il papa Farnese, imposero un ‘ispessimento’ dei confini del Ducato, specie di quelli, particolarmente incerti, fra i territori romagnoli soggetti a Firenze e lo Stato della Chiesa.
La riorganizzazione amministrativa dell’area - tesa anche a consentire il controllo dell’apparato centrale su un sistema territoriale formalmente autonomo - portò nel 1542 alla nascita della Provincia della Romagna Toscana, formata da quindici Comunità sotto la guida di Castrocaro, anticipando nel suo nome quella dimensione regionale riconosciuta allo stato mediceo solo nel 1569 con la concessione del Granducato da parte di un papato ora amico.

Innovazione tecnica e architettura militare: dalle rocche alle città-fortezza
La politica di Cosimo ebbe ricadute immediate sul piano dell’architettura militare, le cui innovazioni tecniche avevano imposto fin dal Quattrocento il costante ammodernamento di strutture ormai obsolete come la rocca di Castrocaro, culminato con la realizzazione degli Arsenali Medicei.
L’esigenza di un rafforzamento fisico delle frontiere del Ducato trovò però risposta soprattutto nella fondazione in aree strategiche di città-fortezza di nuova concezione, adeguate alle sfide imposte dalla moderna artiglieria. Avviata nel 1548 con la piazzaforte elbana di Cosmopoli-Portoferraio, questa costosa politica - sintomatica delle ambizioni del Ducato a livello sovraregionale – conobbe ulteriore slancio dopo la definitiva annessione di Siena, avvenuta dieci anni dopo.
Nel 1564 veniva così fondata Terra del Sole, estremo avamposto della Romagna Toscana verso lo stato della Chiesa, seguita poco dopo dalla Città del Sole sull’impervio Sasso di Simone in Montefeltro, al confine con il ducato di Urbino.

Terra del Sole, il progetto urbanistico...
Città-fortezza bastionata dalla duplice funzione militare e civile, opera di eccelsi architetti e ingegneri attivi nei principali siti strategici del Ducato come Giovanni Camerini, Baldassarre Lanci (progettista anche a Sasso di Simone) e Bernardo Buontalenti, Terra del Sole rappresentò una inedita sintesi tra finalità concrete, intenzioni ideali e rappresentazione del potere nella progettazione dello spazio.
Sul piano militare, le soluzioni adottate qui come nelle altre fortezze di Cosimo diedero una risposta efficace, sulla base della trattatistica più aggiornata, alle esigenze poste dalle nuove armi da fuoco. Sul perimetro dell’insediamento vennero così introdotte, al posto delle lunghe cortine di mura scandite da alte torri utilizzate in passato, possenti mura a scarpa in terra battuta rivestita di laterizi, protette ai quattro angoli da bastioni con orecchioni dotati di cannoniere. Protette da forti ‘stellati’ erano anche le due porte d’accesso alla città: la Romana, volta in direzione di Forlì e quindi della Romagna papale, e la Fiorentina, aperta verso Castrocaro e il territorio ducale, l’unica dalla quale era possibile accedere all’abitato.
Più che in altre realizzazioni di Cosimo, Terra del Sole volle anche concretizzare la città ideale del Rinascimento. Il progetto urbanistico definì spazi e volumi attraverso misure e regole precise, utilizzando in modo mirato simmetria e prospettiva e applicando un rapporto predefinito tra larghezza delle strade e altezza delle case. Ne risultò un impianto racchiuso da un rettangolo bastionato, strutturato simmetricamente attorno alla vasta piazza d’armi sulla quale affacciavano i principali edifici civili e religiosi, e che fungeva da raccordo dei ‘borghi’ romano e fiorentino, disposti ordinatamente lungo il decumano sullo sfondo prospettico delle due porte cittadine e dei castelli che le proteggevano.

… e la rappresentazione del potere
Il progetto fu caricato anche di un forte carattere di rappresentazione del potere ducale, evidente nei riti e nei significati associati alla fondazione della nuova città.
Lo stesso duca individuò il sito dove sarebbe sorta la nuova ‘terra’, e il giorno dell’Immacolata, 8 dicembre 1564, fu scelto per la posa della prima pietra, solennizzata da una processione e una messa solenne alla presenza del vescovo di Forlì e del popolo. L’improvvisa comparsa del sole nel corso della cerimonia, dopo un lungo periodo di fitte nebbie – a illuminare, si disse, solo la linea sacra del pomerio - sembrò poi dare sostanza all’appellativo di Eliopoli dato alla nuova città da un’ideologia imperniata sull’identificazione simbolica di Cosimo con il Sole, racchiusa nello stesso nome del duca.
Otto mesi dopo la cerimonia di fondazione venne emesso il bando per la realizzazione dell’insediamento, che venne però inaugurato - ancora incompleto, seppur dotato di tutti gli elementi principali - solo quindici anni più tardi, nel 1579. Subito insignita del ruolo di capoluogo della Provincia, sottraendo così a Castrocaro le sedi degli organi amministrativi, giudiziari e di polizia, Terra del Sole divenne anche sede di una fiera e di un mercato, specie per il grano e il sale di Cervia, tutelando le terre granducali dalla carestia.

Declassamento geopolitico e obsolescenza militare della Romagna Toscana
Dai tardi anni Ottanta del Cinquecento, sotto Ferdinando I, il mutato contesto politico europeo consolidò quel riorientamento degli interessi del Granducato verso il Tirreno e il Mediterraneo occidentale che trovò plastica evidenza nella ‘rifondazione’ portuale e nel potenziamento militare di Livorno con la Fortezza nuova, decretando l’abbandono della prospettiva adriatica.
Il declassamento geopolitico ebbe gravi conseguenze economiche e sociali per tutta la Romagna toscana, comportando anche un drastico ridimensionamento delle sue strutture difensive. Il fenomeno fu evidente in rocche ormai obsolete come Castrocaro e Montepoggiolo, lasciate prive di interventi di manutenzione e ammodernamento, e che furono in breve disarmate e date a privati.
Anche la modernissima piazzaforte di Terra del Sole subì però i contraccolpi della nuova situazione, tanto che la sua costruzione non venne mai portata a termine: solo due dei quattro borghi progettati e meno di due terzi delle circa sessanta case previste vennero realizzati; un secolo più tardi, poco più di dieci abitazioni della ‘città ideale’ erano abitate.

I Lorena: le riforme leopoldine e la fine della Romagna Toscana
Tra gli anni Settanta e Ottanta del Settecento, sotto la dinastia lorenese, le riforme leopoldine sancirono definitivamente il ruolo marginale assunto dalla Romagna Toscana e dal suo capoluogo nell’ambito del Granducato.
Con la dismissione dei beni demaniali del 1772 Terra del Sole vide il disarmo della piazzaforte, il trasferimento a Livorno delle sue artiglierie e la messa all’asta di arredi e strutture, mentre gli spazi aperti dell’apparato difensivo venivano destinati a usi agricoli.
Nel 1776 il riordino del sistema amministrativo e giudiziario decretò la soppressione della Provincia della Romagna Toscana, sostituita da un vicariato con sede a Rocca San Casciano, divenuta dopo la Restaurazione, grazie alla vicinanza alla Toscana, capoluogo dell’omonimo Circondario sotto la giurisdizione della Provincia di Firenze, mentre le comunicazioni con la capitale venivano facilitate dalla nuova carrozzabile del Muraglione.

Il Novecento: da Firenze a Forlì
L’assetto istituzionale fissato dai Lorena si mantenne fino al 1923, quando per volere di Mussolini – che era nato a Predappio, passata nel 1424 dalla Romagna fiorentina a Forlì - gran parte dei Comuni del Circondario, compreso quello allora denominato Terra del Sole e Castrocaro, entrarono a far parte della Provincia di Forlì.
Nata per rispondere a forti pressioni regionaliste locali, questa decisione consentiva anche collocare nel territorio d’origine del Duce le sorgenti del Tevere, evidenziando simbolicamente la continuità del nuovo regime con la città eterna.
Due anni dopo il Comune trasferiva la sua sede da Terra del Sole all’antico centro di Castrocaro, cambiando di conseguenza l'ordine tra i due centri nella sua denominazione.

Dagli anni Sessanta al Duemila: vincolo ambientale, recupero e valorizzazione
Nel dopoguerra la struttura urbanistica di Terra del Sole venne pesantemente alterata dalla costruzione di nuove case e di una strada che attraversava la struttura fortificata.
Una nuova sensibilità per la salvaguardia dei beni culturali portò nel 1965 al decreto ministeriale che dichiarava di notevole interesse pubblico il centro storico della città-fortezza tutelandolo con il vincolo ambientale, e che innescò una serie di iniziative volte alla salvaguardia, al recupero e alla valorizzazione di Terra del Sole.
Nel 1972 fu inaugurato nel Palazzo dei Commissari il Museo dell'Uomo e dell'Ambiente, che raccoglie le testimonianze del lavoro e della vita quotidiana di contadini e artigiani in Romagna, e che nel suo più recente allestimento riserva un'intera sezione alla storia della città fortezza.
Nei primi anni Ottanta iniziò il recupero della cinta muraria, promosso dalla Pro Loco con l’intervento della Soprintendenza ravennate; l’intervento è stato ripreso alla fine degli anni ’90 - grazie a un accordo tra Pro Loco, Comune, Provincia, Istituto regionale dei Beni culturali, Soprintendenza, Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì e al finanziamento ministeriale – e di nuovo all'inizio del Duemila nell’ambito degli interventi finanziati dai proventi del Lotto.

VISITA
Alte 13 metri e lunghe più di due chilometri, le mura di Terra del Sole delineano i contorni di una pianta rettangolare, evidenziata ai quattro angoli dai bastioni (dove erano concentrate le armi da fuoco) di santa Reparata verso Castrocaro, santa Maria verso Faenza – da qui è visibile l’intero complesso difensivo, comprese alcune casematte – e infine, lungo il corso del Montone, quelli di sant’Andrea a sud-est e san Martino a nord-est. Il progetto prevedeva la realizzazione ai piedi delle mura di un fossato profondo quaranta metri, le cui acque avrebbero alimentato otto peschiere poste negli orecchioni dei baluardi; ma non tutte le opere che dovevano completare il sistema difensivo all’esterno della città-fortezza furono terminate.
L’abitato all’interno della cinta muraria presenta una struttura articolata e simmetrica, imperniata su una serie di edifici modulari a schiera ordinati lungo il decumano in due borghi maggiori, il Romano e il Fiorentino, ciascuno prospiciente una porta difesa da un forte stellato, una volta in direzione di Forlì e l’altra di Castrocaro. Da porta a porta la successione di edifici appare in prospettiva come un lungo rettifilo e raggiunge, compresi gli spazi vuoti antistanti i castelli, una lunghezza di oltre 230 metri per 9 di larghezza – misura quest’ultima che è pari, secondo la regola leonardesca, all’altezza delle case. A lato di quelli maggiori sono quattro borghi minori, che erano adibiti ai servizi e all’alloggiamento delle truppe.
I castelli che difendono le due porte presentano un articolato sistema di difese avanzate, utile in caso di sfondamento della porta stessa; queste difese comprendono alcune feritoie, poste con varie angolature negli spigoli, e una serie di case a schiera collocate nei pressi degli accessi, in posizione disassata rispetto al borgo, tale da costringere gli assalitori a seguire un percorso in salita tortuoso e sterzato. Sulla porta Fiorentina il castello del Capitano delle artiglierie, di proprietà privata, è oggi utilizzato per cerimonie e congressi, mentre sulla porta Romana il castello del Governatore della piazza (divenuto sede della dogana dopo il disarmo della piazzaforte), di proprietà pubblica, ospita il ricco archivio storico comunale e la sede di alcune associazioni e gruppi musicali e bandistici.
Al centro del complesso urbano, la grande piazza d’Armi ordina e distribuisce il sistema viario; ospitava periodiche esercitazioni militari e, in occasione della annuale festa del patrono, una rassegna generale delle truppe, con spari a salve e fuochi artificiali. Lo spazio è delimitato dai principali edifici del potere civile e religioso: posti uno di fronte all’altra sono la chiesa di S. Reparata e l’elegante palazzo del Commissario, che ospitava anche i tribunali; a fianco, il palazzo dei Provveditori e quello della Provincia, dove si riuniva il Consiglio delle Comunità della Romagna Toscana, oltre ad alcuni edifici padronali.




Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Montone e Rabbi,
via Romea Germanica
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Comune di Firenze e Granducato di Toscana
Storie e Percorsi

Itinerari tematici e storici tra i castelli:

La Romagna fiorentina-toscana
Bibliografia
piazza d'Armi, 2
loc. Terra del Sole
Castrocaro Terme e Terra del Sole (FC)
tel 0543 766766
Ai piedi delle prime colline a sud della via Emilia, Terra del Sole sorge tra Castrocaro e Forlì, allo sbocco in pianura della valle del Montone.

.
La città-fortezza di Eliopoli, la terra del Sole, venne fondata nel 1564 dal duca di Firenze Cosimo I de Medici nei pressi dell’antico sito fortificato di Castrocaro posto a controllo della valle, primaria via di comunicazione tra pianura padana e Toscana, che aveva giocato per secoli un ruolo strategico nell’area romagnola.
Parte della ‘romandiola’ ex esarcale, nucleo fondante del potere temporale del papa nella regione, Castrocaro era stata nel Trecento poderosa fortezza pontificia a lungo contesa da Forlì. Passata nel 1403 sotto il controllo di Firenze - nel quadro della politica di acquisizione di territori sul versante adriatico dell’Appennino tosco-emiliano attuata dalla città toscana per garantirsi un accesso ai commerci veneziani e una penetrazione nei territori papali – Castrocaro divenne il capoluogo della provincia fiorentina ‘in partibus romandiolae’, presto estesa dal Santerno al Savio, fino a parte della val Marecchia.

Cosimo I: la sovranità dello Stato e l’ispessimento dei suoi confini
A partire dagli anni Quaranta del Cinquecento, ancora dominati dallo scontro tra Francia e Impero, la volontà del duca Cosimo I de Medici di veder riconosciuta la sovranità del suo stato sulla scena politica dell’Italia centrale, e i suoi contrasti con il papa Farnese, imposero un ‘ispessimento’ dei confini del Ducato, specie di quelli, particolarmente incerti, fra i territori romagnoli soggetti a Firenze e lo Stato della Chiesa.
La riorganizzazione amministrativa dell’area - tesa anche a consentire il controllo dell’apparato centrale su un sistema territoriale formalmente autonomo - portò nel 1542 alla nascita della Provincia della Romagna Toscana, formata da quindici Comunità sotto la guida di Castrocaro, anticipando nel suo nome quella dimensione regionale riconosciuta allo stato mediceo solo nel 1569 con la concessione del Granducato da parte di un papato ora amico.

Innovazione tecnica e architettura militare: dalle rocche alle città-fortezza
La politica di Cosimo ebbe ricadute immediate sul piano dell’architettura militare, le cui innovazioni tecniche avevano imposto fin dal Quattrocento il costante ammodernamento di strutture ormai obsolete come la rocca di Castrocaro, culminato con la realizzazione degli Arsenali Medicei.
L’esigenza di un rafforzamento fisico delle frontiere del Ducato trovò però risposta soprattutto nella fondazione in aree strategiche di città-fortezza di nuova concezione, adeguate alle sfide imposte dalla moderna artiglieria. Avviata nel 1548 con la piazzaforte elbana di Cosmopoli-Portoferraio, questa costosa politica - sintomatica delle ambizioni del Ducato a livello sovraregionale – conobbe ulteriore slancio dopo la definitiva annessione di Siena, avvenuta dieci anni dopo.
Nel 1564 veniva così fondata Terra del Sole, estremo avamposto della Romagna Toscana verso lo stato della Chiesa, seguita poco dopo dalla Città del Sole sull’impervio Sasso di Simone in Montefeltro, al confine con il ducato di Urbino.

Terra del Sole, il progetto urbanistico...
Città-fortezza bastionata dalla duplice funzione militare e civile, opera di eccelsi architetti e ingegneri attivi nei principali siti strategici del Ducato come Giovanni Camerini, Baldassarre Lanci (progettista anche a Sasso di Simone) e Bernardo Buontalenti, Terra del Sole rappresentò una inedita sintesi tra finalità concrete, intenzioni ideali e rappresentazione del potere nella progettazione dello spazio.
Sul piano militare, le soluzioni adottate qui come nelle altre fortezze di Cosimo diedero una risposta efficace, sulla base della trattatistica più aggiornata, alle esigenze poste dalle nuove armi da fuoco. Sul perimetro dell’insediamento vennero così introdotte, al posto delle lunghe cortine di mura scandite da alte torri utilizzate in passato, possenti mura a scarpa in terra battuta rivestita di laterizi, protette ai quattro angoli da bastioni con orecchioni dotati di cannoniere. Protette da forti ‘stellati’ erano anche le due porte d’accesso alla città: la Romana, volta in direzione di Forlì e quindi della Romagna papale, e la Fiorentina, aperta verso Castrocaro e il territorio ducale, l’unica dalla quale era possibile accedere all’abitato.
Più che in altre realizzazioni di Cosimo, Terra del Sole volle anche concretizzare la città ideale del Rinascimento. Il progetto urbanistico definì spazi e volumi attraverso misure e regole precise, utilizzando in modo mirato simmetria e prospettiva e applicando un rapporto predefinito tra larghezza delle strade e altezza delle case. Ne risultò un impianto racchiuso da un rettangolo bastionato, strutturato simmetricamente attorno alla vasta piazza d’armi sulla quale affacciavano i principali edifici civili e religiosi, e che fungeva da raccordo dei ‘borghi’ romano e fiorentino, disposti ordinatamente lungo il decumano sullo sfondo prospettico delle due porte cittadine e dei castelli che le proteggevano.

… e la rappresentazione del potere
Il progetto fu caricato anche di un forte carattere di rappresentazione del potere ducale, evidente nei riti e nei significati associati alla fondazione della nuova città.
Lo stesso duca individuò il sito dove sarebbe sorta la nuova ‘terra’, e il giorno dell’Immacolata, 8 dicembre 1564, fu scelto per la posa della prima pietra, solennizzata da una processione e una messa solenne alla presenza del vescovo di Forlì e del popolo. L’improvvisa comparsa del sole nel corso della cerimonia, dopo un lungo periodo di fitte nebbie – a illuminare, si disse, solo la linea sacra del pomerio - sembrò poi dare sostanza all’appellativo di Eliopoli dato alla nuova città da un’ideologia imperniata sull’identificazione simbolica di Cosimo con il Sole, racchiusa nello stesso nome del duca.
Otto mesi dopo la cerimonia di fondazione venne emesso il bando per la realizzazione dell’insediamento, che venne però inaugurato - ancora incompleto, seppur dotato di tutti gli elementi principali - solo quindici anni più tardi, nel 1579. Subito insignita del ruolo di capoluogo della Provincia, sottraendo così a Castrocaro le sedi degli organi amministrativi, giudiziari e di polizia, Terra del Sole divenne anche sede di una fiera e di un mercato, specie per il grano e il sale di Cervia, tutelando le terre granducali dalla carestia.

Declassamento geopolitico e obsolescenza militare della Romagna Toscana
Dai tardi anni Ottanta del Cinquecento, sotto Ferdinando I, il mutato contesto politico europeo consolidò quel riorientamento degli interessi del Granducato verso il Tirreno e il Mediterraneo occidentale che trovò plastica evidenza nella ‘rifondazione’ portuale e nel potenziamento militare di Livorno con la Fortezza nuova, decretando l’abbandono della prospettiva adriatica.
Il declassamento geopolitico ebbe gravi conseguenze economiche e sociali per tutta la Romagna toscana, comportando anche un drastico ridimensionamento delle sue strutture difensive. Il fenomeno fu evidente in rocche ormai obsolete come Castrocaro e Montepoggiolo, lasciate prive di interventi di manutenzione e ammodernamento, e che furono in breve disarmate e date a privati.
Anche la modernissima piazzaforte di Terra del Sole subì però i contraccolpi della nuova situazione, tanto che la sua costruzione non venne mai portata a termine: solo due dei quattro borghi progettati e meno di due terzi delle circa sessanta case previste vennero realizzati; un secolo più tardi, poco più di dieci abitazioni della ‘città ideale’ erano abitate.

I Lorena: le riforme leopoldine e la fine della Romagna Toscana
Tra gli anni Settanta e Ottanta del Settecento, sotto la dinastia lorenese, le riforme leopoldine sancirono definitivamente il ruolo marginale assunto dalla Romagna Toscana e dal suo capoluogo nell’ambito del Granducato.
Con la dismissione dei beni demaniali del 1772 Terra del Sole vide il disarmo della piazzaforte, il trasferimento a Livorno delle sue artiglierie e la messa all’asta di arredi e strutture, mentre gli spazi aperti dell’apparato difensivo venivano destinati a usi agricoli.
Nel 1776 il riordino del sistema amministrativo e giudiziario decretò la soppressione della Provincia della Romagna Toscana, sostituita da un vicariato con sede a Rocca San Casciano, divenuta dopo la Restaurazione, grazie alla vicinanza alla Toscana, capoluogo dell’omonimo Circondario sotto la giurisdizione della Provincia di Firenze, mentre le comunicazioni con la capitale venivano facilitate dalla nuova carrozzabile del Muraglione.

Il Novecento: da Firenze a Forlì
L’assetto istituzionale fissato dai Lorena si mantenne fino al 1923, quando per volere di Mussolini – che era nato a Predappio, passata nel 1424 dalla Romagna fiorentina a Forlì - gran parte dei Comuni del Circondario, compreso quello allora denominato Terra del Sole e Castrocaro, entrarono a far parte della Provincia di Forlì.
Nata per rispondere a forti pressioni regionaliste locali, questa decisione consentiva anche collocare nel territorio d’origine del Duce le sorgenti del Tevere, evidenziando simbolicamente la continuità del nuovo regime con la città eterna.
Due anni dopo il Comune trasferiva la sua sede da Terra del Sole all’antico centro di Castrocaro, cambiando di conseguenza l'ordine tra i due centri nella sua denominazione.

Dagli anni Sessanta al Duemila: vincolo ambientale, recupero e valorizzazione
Nel dopoguerra la struttura urbanistica di Terra del Sole venne pesantemente alterata dalla costruzione di nuove case e di una strada che attraversava la struttura fortificata.
Una nuova sensibilità per la salvaguardia dei beni culturali portò nel 1965 al decreto ministeriale che dichiarava di notevole interesse pubblico il centro storico della città-fortezza tutelandolo con il vincolo ambientale, e che innescò una serie di iniziative volte alla salvaguardia, al recupero e alla valorizzazione di Terra del Sole.
Nel 1972 fu inaugurato nel Palazzo dei Commissari il Museo dell'Uomo e dell'Ambiente, che raccoglie le testimonianze del lavoro e della vita quotidiana di contadini e artigiani in Romagna, e che nel suo più recente allestimento riserva un'intera sezione alla storia della città fortezza.
Nei primi anni Ottanta iniziò il recupero della cinta muraria, promosso dalla Pro Loco con l’intervento della Soprintendenza ravennate; l’intervento è stato ripreso alla fine degli anni ’90 - grazie a un accordo tra Pro Loco, Comune, Provincia, Istituto regionale dei Beni culturali, Soprintendenza, Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì e al finanziamento ministeriale – e di nuovo all'inizio del Duemila nell’ambito degli interventi finanziati dai proventi del Lotto.

VISITA
Alte 13 metri e lunghe più di due chilometri, le mura di Terra del Sole delineano i contorni di una pianta rettangolare, evidenziata ai quattro angoli dai bastioni (dove erano concentrate le armi da fuoco) di santa Reparata verso Castrocaro, santa Maria verso Faenza – da qui è visibile l’intero complesso difensivo, comprese alcune casematte – e infine, lungo il corso del Montone, quelli di sant’Andrea a sud-est e san Martino a nord-est. Il progetto prevedeva la realizzazione ai piedi delle mura di un fossato profondo quaranta metri, le cui acque avrebbero alimentato otto peschiere poste negli orecchioni dei baluardi; ma non tutte le opere che dovevano completare il sistema difensivo all’esterno della città-fortezza furono terminate.
L’abitato all’interno della cinta muraria presenta una struttura articolata e simmetrica, imperniata su una serie di edifici modulari a schiera ordinati lungo il decumano in due borghi maggiori, il Romano e il Fiorentino, ciascuno prospiciente una porta difesa da un forte stellato, una volta in direzione di Forlì e l’altra di Castrocaro. Da porta a porta la successione di edifici appare in prospettiva come un lungo rettifilo e raggiunge, compresi gli spazi vuoti antistanti i castelli, una lunghezza di oltre 230 metri per 9 di larghezza – misura quest’ultima che è pari, secondo la regola leonardesca, all’altezza delle case. A lato di quelli maggiori sono quattro borghi minori, che erano adibiti ai servizi e all’alloggiamento delle truppe.
I castelli che difendono le due porte presentano un articolato sistema di difese avanzate, utile in caso di sfondamento della porta stessa; queste difese comprendono alcune feritoie, poste con varie angolature negli spigoli, e una serie di case a schiera collocate nei pressi degli accessi, in posizione disassata rispetto al borgo, tale da costringere gli assalitori a seguire un percorso in salita tortuoso e sterzato. Sulla porta Fiorentina il castello del Capitano delle artiglierie, di proprietà privata, è oggi utilizzato per cerimonie e congressi, mentre sulla porta Romana il castello del Governatore della piazza (divenuto sede della dogana dopo il disarmo della piazzaforte), di proprietà pubblica, ospita il ricco archivio storico comunale e la sede di alcune associazioni e gruppi musicali e bandistici.
Al centro del complesso urbano, la grande piazza d’Armi ordina e distribuisce il sistema viario; ospitava periodiche esercitazioni militari e, in occasione della annuale festa del patrono, una rassegna generale delle truppe, con spari a salve e fuochi artificiali. Lo spazio è delimitato dai principali edifici del potere civile e religioso: posti uno di fronte all’altra sono la chiesa di S. Reparata e l’elegante palazzo del Commissario, che ospitava anche i tribunali; a fianco, il palazzo dei Provveditori e quello della Provincia, dove si riuniva il Consiglio delle Comunità della Romagna Toscana, oltre ad alcuni edifici padronali.




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