Sestola

Fortezza Estense
Sestola

via Governatori del Frignano
Sestola (MO)
tel 0536 62324 IAT
Nell’alto Frignano modenese, Sestola domina da un alto sperone di arenaria le valli dei torrenti Leo e Scoltenna in direzione della pianura e l’accesso al crinale tosco-emiliano verso sud.

Da Nonatola agli Este
Un castellare di Liguri Friniati poi occupato dai Romani fu forse la prima fortificazione di Sestola. A metà del secolo VIII – due decenni dopo la conquista longobarda del Frignano, a lungo imprendibile baluardo bizantino - il castello venne donato con le sue terre dal re Astolfo all’abbazia di Nonantola, a controllo della via Romea Nonantolana che collegava l’abbazia di pianura alla consorella appenninica di Fanano raggiungendo poi attraverso la Croce Arcana i domini longobardi e abbaziali in Toscana.
Comitato rurale dipendente da quello modenese con i Franchi, poi parte degli immensi territori controllati dai Canossa, dopo la morte della grancontessa Matilde all’inizio del XII secolo il Frignano venne conteso tra i feudatari della montagna, e tra i comuni di Modena e Bologna; anche Sestola fu tra i comuni confederati dell'area che tra la fine di quel secolo e quello successivo aderirono agli atti di dedizione all’una o all’altra città.
Dalla seconda metà del Duecento il castello assunse un rilievo crescente come centro amministrativo del territorio, ruolo che venne confermato dagli Este, divenuti signori del Frignano dopo aver ottenuto nel 1336 il vicariato imperiale di Modena e sconfitto l’aspra resistenza dei signori della montagna. Sestola divenne così – sulla base degli statuti ‘sestolesi’ - il capoluogo della parte ‘immediata’ della Provincia friniate, mentre molti degli antichi signori ottenevano la conferma dei diritti feudali sui loro castelli.

Il Cinquecento: una fortezza per gli Este
Nel corso del Cinquecento il Frignano acquisì una nuova importanza strategica per lo stato estense, non solo come porta alla Garfagnana da tempo contesa alla repubblica di Lucca, ma anche come confine con lo stato della Chiesa a est, che aveva da poco inglobato Bologna e la Romagna, e con il neonato stato mediceo, ducale poi granducale, a sud.
Massimo presidio militare dell’area, a partire dal 1563 il castello di Sestola – che era già stato rafforzato in precedenza - fu sottoposto a importanti interventi tesi ad adeguare la sua struttura difensiva alle nuove tecniche di guerra.
Su progetto dell’architetto ducale Marcantonio Pasi gli antichi apparati difensivi furono sostituiti da una struttura bastionata a pianta stellata modellata sulla conformazione della rupe, il cui profilo sfuggente consentiva di neutralizzare gli attacchi delle artiglierie. La struttura racchiudeva al suo interno gli edifici destinati ai militari, le strutture di servizio e una chiesa, mentre la rocca vera e propria, che ospitava le funzioni di governo e amministrative, era collocata in posizione decentrata e protetta da una torre angolare e dall'antico mastio. Le case preesistenti vennero invece spostate fuori dalle mura, ai piedi della rupe, dove si sviluppò il nuovo borgo con la parrocchiale.
Sestola mantenne la sua importanza militare anche dopo il trasferimento a Modena del Ducato estense a seguito della devoluzione di Ferrara allo Stato della Chiesa nel 1598, e la sua fortezza venne più volte attaccata fino a tutto il Settecento. Il nuovo contesto politico italiano ed europeo, però, ridimensionò progressivamente il ruolo strategico del Frignano e delle sue strutture difensive, mentre Sestola perdeva la sua centralità territoriale a seguito dell’apertura nel Settecento di nuove e più agevoli vie di comunicazione con la Toscana, in particolare la via Giardini.

Tra Otto e Novecento: nuove funzioni per la fortezza
Persa ogni funzione militare, dopo la Restaurazione la fortezza divenne sede dell’amministrazione giudiziaria e civile, e dal 1816 di un carcere, che fornì la manodopera forzata per la realizzazione della via carrozzabile tra Sestola e Pavullo e che venne chiuso nel 1866.
Dopo l’Unità d’Italia e fino agli anni Trenta del Novecento la torre divenne sede del Regio Osservatorio meteorologico, titolare anche di quello del Cimone. Dall’inizio del Novecento un’altra parte della fortezza venne adibita a centro estivo per bambini affetti da rachitismo, per passare poi a un istituto specializzato modenese e negli anni Cinquanta al comune di Modena insieme al borgo, divenuto una colonia montana permanente.

I progetti di recupero e valorizzazione
Concessa in uso al comune di Sestola negli anni Novanta del Novecento, la fortezza è stata sottoposta a importanti interventi di restauro e rifunzionalizzazione supportati da una serie di indagini archeologiche che hanno consentito di individuare le strutture difensive più antiche.
Il complesso è oggi sede dei musei del Castello e di una mostra permanente dedicata al soprano sestolese Teresina Burchi Reiter, famosa interprete wagneriana, mentre gli edifici dell’antico borgo ospitano iniziative legate all'ambiente e alla cultura e attività congressuali.
Un nuovo piano di restauro, riqualificazione e valorizzazione dell’intero complesso è stato promosso nell’ambito del progetto ministeriale ‘Ducato Estense’, che interessa i territori governati dagli Este in Emilia e Garfagnana.

VISITA
Il castello sovrastante il borgo è costituito da un articolato complesso di edifici circondati dalle poderose mura cinquecentesche a stella, dalle quali si aprono amplissimi panorami.
La struttura mantiene intatto l’impianto cinquecentesco. Un maestoso portale ornato di stemmi conduce a un’ampia corte che ospita i fabbricati militari e di servizio: gli alloggi delle guardie, le prigioni e la cinquecentesca palazzina del comandante comunicante con la vecchia osteria. L’oratorio di S. Nicolò in Rocca, l’antica parrocchiale ricostruita nel Seicento, conserva l’abside romanica decorata con affreschi quattrocenteschi.
Sul punto più alto della rupe, a strapiombo sulla valle, la rocca emerge dalle mura con un unico corpo di fabbrica che riunisce edifici diversi, un tempo destinati alle funzioni di governo e amministrative. Dal volto dello Scorpione si accede al cortile interno occupato dal palazzo del Governatore, una torre semicilindrica che ospitava gli uffici governativi del Frignano, e dal palazzo della Ragione, sede notarile e del tribunale. A fianco si trovano sono le scuderie, poi adibite a prigione, e il tozzo mastio quadrato altomedievale.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Panaro
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Canossa,
Este
Storie e Percorsi

Itinerari tematici e storici tra i castelli:

Il Frignano estense
Bibliografia
via Governatori del Frignano
Sestola (MO)
tel 0536 62324 IAT
Nell’alto Frignano modenese, Sestola domina da un alto sperone di arenaria le valli dei torrenti Leo e Scoltenna in direzione della pianura e l’accesso al crinale tosco-emiliano verso sud.

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Da Nonatola agli Este
Un castellare di Liguri Friniati poi occupato dai Romani fu forse la prima fortificazione di Sestola. A metà del secolo VIII – due decenni dopo la conquista longobarda del Frignano, a lungo imprendibile baluardo bizantino - il castello venne donato con le sue terre dal re Astolfo all’abbazia di Nonantola, a controllo della via Romea Nonantolana che collegava l’abbazia di pianura alla consorella appenninica di Fanano raggiungendo poi attraverso la Croce Arcana i domini longobardi e abbaziali in Toscana.
Comitato rurale dipendente da quello modenese con i Franchi, poi parte degli immensi territori controllati dai Canossa, dopo la morte della grancontessa Matilde all’inizio del XII secolo il Frignano venne conteso tra i feudatari della montagna, e tra i comuni di Modena e Bologna; anche Sestola fu tra i comuni confederati dell'area che tra la fine di quel secolo e quello successivo aderirono agli atti di dedizione all’una o all’altra città.
Dalla seconda metà del Duecento il castello assunse un rilievo crescente come centro amministrativo del territorio, ruolo che venne confermato dagli Este, divenuti signori del Frignano dopo aver ottenuto nel 1336 il vicariato imperiale di Modena e sconfitto l’aspra resistenza dei signori della montagna. Sestola divenne così – sulla base degli statuti ‘sestolesi’ - il capoluogo della parte ‘immediata’ della Provincia friniate, mentre molti degli antichi signori ottenevano la conferma dei diritti feudali sui loro castelli.

Il Cinquecento: una fortezza per gli Este
Nel corso del Cinquecento il Frignano acquisì una nuova importanza strategica per lo stato estense, non solo come porta alla Garfagnana da tempo contesa alla repubblica di Lucca, ma anche come confine con lo stato della Chiesa a est, che aveva da poco inglobato Bologna e la Romagna, e con il neonato stato mediceo, ducale poi granducale, a sud.
Massimo presidio militare dell’area, a partire dal 1563 il castello di Sestola – che era già stato rafforzato in precedenza - fu sottoposto a importanti interventi tesi ad adeguare la sua struttura difensiva alle nuove tecniche di guerra.
Su progetto dell’architetto ducale Marcantonio Pasi gli antichi apparati difensivi furono sostituiti da una struttura bastionata a pianta stellata modellata sulla conformazione della rupe, il cui profilo sfuggente consentiva di neutralizzare gli attacchi delle artiglierie. La struttura racchiudeva al suo interno gli edifici destinati ai militari, le strutture di servizio e una chiesa, mentre la rocca vera e propria, che ospitava le funzioni di governo e amministrative, era collocata in posizione decentrata e protetta da una torre angolare e dall'antico mastio. Le case preesistenti vennero invece spostate fuori dalle mura, ai piedi della rupe, dove si sviluppò il nuovo borgo con la parrocchiale.
Sestola mantenne la sua importanza militare anche dopo il trasferimento a Modena del Ducato estense a seguito della devoluzione di Ferrara allo Stato della Chiesa nel 1598, e la sua fortezza venne più volte attaccata fino a tutto il Settecento. Il nuovo contesto politico italiano ed europeo, però, ridimensionò progressivamente il ruolo strategico del Frignano e delle sue strutture difensive, mentre Sestola perdeva la sua centralità territoriale a seguito dell’apertura nel Settecento di nuove e più agevoli vie di comunicazione con la Toscana, in particolare la via Giardini.

Tra Otto e Novecento: nuove funzioni per la fortezza
Persa ogni funzione militare, dopo la Restaurazione la fortezza divenne sede dell’amministrazione giudiziaria e civile, e dal 1816 di un carcere, che fornì la manodopera forzata per la realizzazione della via carrozzabile tra Sestola e Pavullo e che venne chiuso nel 1866.
Dopo l’Unità d’Italia e fino agli anni Trenta del Novecento la torre divenne sede del Regio Osservatorio meteorologico, titolare anche di quello del Cimone. Dall’inizio del Novecento un’altra parte della fortezza venne adibita a centro estivo per bambini affetti da rachitismo, per passare poi a un istituto specializzato modenese e negli anni Cinquanta al comune di Modena insieme al borgo, divenuto una colonia montana permanente.

I progetti di recupero e valorizzazione
Concessa in uso al comune di Sestola negli anni Novanta del Novecento, la fortezza è stata sottoposta a importanti interventi di restauro e rifunzionalizzazione supportati da una serie di indagini archeologiche che hanno consentito di individuare le strutture difensive più antiche.
Il complesso è oggi sede dei musei del Castello e di una mostra permanente dedicata al soprano sestolese Teresina Burchi Reiter, famosa interprete wagneriana, mentre gli edifici dell’antico borgo ospitano iniziative legate all'ambiente e alla cultura e attività congressuali.
Un nuovo piano di restauro, riqualificazione e valorizzazione dell’intero complesso è stato promosso nell’ambito del progetto ministeriale ‘Ducato Estense’, che interessa i territori governati dagli Este in Emilia e Garfagnana.

VISITA
Il castello sovrastante il borgo è costituito da un articolato complesso di edifici circondati dalle poderose mura cinquecentesche a stella, dalle quali si aprono amplissimi panorami.
La struttura mantiene intatto l’impianto cinquecentesco. Un maestoso portale ornato di stemmi conduce a un’ampia corte che ospita i fabbricati militari e di servizio: gli alloggi delle guardie, le prigioni e la cinquecentesca palazzina del comandante comunicante con la vecchia osteria. L’oratorio di S. Nicolò in Rocca, l’antica parrocchiale ricostruita nel Seicento, conserva l’abside romanica decorata con affreschi quattrocenteschi.
Sul punto più alto della rupe, a strapiombo sulla valle, la rocca emerge dalle mura con un unico corpo di fabbrica che riunisce edifici diversi, un tempo destinati alle funzioni di governo e amministrative. Dal volto dello Scorpione si accede al cortile interno occupato dal palazzo del Governatore, una torre semicilindrica che ospitava gli uffici governativi del Frignano, e dal palazzo della Ragione, sede notarile e del tribunale. A fianco si trovano sono le scuderie, poi adibite a prigione, e il tozzo mastio quadrato altomedievale.


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