Pavullo nel Frignano

Castello di Montecuccolo
Pavullo nel Frignano

Castello di Montecuccolo,
Interno del castello di Montecuccolo
via Montecuccolo
loc. Montecuccolo
Pavullo nel Frignano (MO)
tel 0536 299 64 Ufficio Informazione Turistica
Al centro del Frignano modenese, nei pressi di Pavullo, Montecuccolo domina da uno sperone roccioso a quasi 900 metri di altezza le valli dei torrenti Leo e Scoltenna, il principale ramo sorgentizio del Panaro.

Un sito strategico
Insediato da epoche antichissime, il mons cuculi fece probabilmente parte – con le vicine Renno, Lavacchio, Gaiato e Torricella - del sistema difensivo a rete impiantato nel Frignano dai bizantini contro la pressione longobarda. Attestato per la prima volta nel 1027, Montecuccolo vide crescere nel corso del medioevo il proprio ruolo strategico grazie alla sua posizione, che consentiva il controllo di due importanti vie di comunicazione tra la pianura padana e l’Italia centrale: la direttrice Modena-Lucca, e la via Romea Nonantolana che collegava lungo il Panaro le abbazie benedettine di Nonantola e di Fanano, raggiungendo la Toscana pistoiese attraverso il passo della Croce Arcana.
Il primo nucleo del castello venne qui edificato dal casato ghibellino che da Montecuccolo prendeva il nome, della consorteria dei da Frignano o Corvoli, forse all’inizio del secolo XII, quando la morte di Matilde di Canossa aprì la contesa per il controllo del Frignano tra i feudatari della montagna, e tra Modena e Bologna interessate al controllo dei valichi appenninici.
Ottenuta ben presto l’investitura imperiale di numerosi castelli della zona, nel giro di pochi decenni i Montecuccoli realizzarono attorno al mastio originario altre possenti fortificazioni protette da più cerchia concentriche di mura a recinto, che conferirono al castello un ruolo di primo piano, con Gaiato e Semese, tra le strutture difensive del Frignano. Sostituendosi a Renno, già capoluogo del comitato rurale franco, che rimase però il centro religioso dell’area, Montecuccolo divenne anche il centro amministrativo e politico del territorio, come emerse nel 1197 in occasione della dedizione a Modena di un’ampia federazione di comuni friniati.

Il Frignano degli Este: un palazzo per i Montecuccoli
La lotta dei Montecuccoli per la supremazia nel territorio, e a difesa della sua autonomia dagli scomodi vicini modenesi e bolognesi, continuò per tutto il Duecento e oltre. Nel 1336, dopo decenni di contrasti, essi dovettero però riconoscere - non senza ulteriori resistenze - il dominio sul Frignano degli Este, allora confermati signori di Modena, che lo organizzarono come un distretto federato autonomo, dotato di proprie istituzioni amministrative e giudiziarie.
All’interno della Provincia friniate i possedimenti dei Montecuccoli mantennero però una particolare configurazione giuridica ‘mediata’, grazie alla conferma dell’investitura imperiale ottenuta a metà secolo, reiterata nel secolo successivo dagli Este. Il castello di Montecuccolo conservò per il casato un ruolo centrale, riflesso negli importanti lavori che a partire dalla seconda metà del Quattrocento interessarono il borgo.
Tra Cinque e Seicento, però, i nuovi assetti politici europei e italiani portarono a un progressivo ridimensionamento dell’importanza militare del Frignano: il castello di conseguenza, pur mantenendo alcuni caratteri difensivi, venne trasformato in palazzo residenziale, corredato da un giardino interno alle mura. Qui nacque nel 1609 il conte Raimondo, il comandante dell’esercito imperiale nella guerra contro gli Ottomani, celebrato ‘salvatore della Cristianità’ dopo la vittoriosa battaglia del Raab.

Dalla decadenza alla valorizzazione
Dopo l'estinzione dei Montecuccoli a fine Seicento, il castello passò al ramo collaterale dei Laderchi di Guiglia avviandosi a un lungo periodo di decadenza, cui concorsero il rovinoso assedio posto dall’esercito napoleonico, ma soprattutto l’apertura nel corso del Settecento della nuova viabilità diretta in Toscana che emarginò Montecuccolo promuovendo lo sviluppo di Pavullo, divenuto nel 1832 il capoluogo del Frignano.
Nella prima metà dell’Ottocento un fulmine e un terremoto provocarono gravi danni alla torre, che nel 1885 venne trasformata tra molte polemiche in torre campaniaria con l’apertura di quattro finestroni. In quello scorcio di secolo il nuovo titolare, monsignor Gaetano Bonvicini, avviò pesanti interventi strutturali finalizzati a ripristinare l’abitabilità dell’edificio, che comportarono il ritaglio degli ampi saloni in modeste stanzette, la rimozione dei vecchi intonaci e la modifica di diverse aperture. Passato ai Rangoni Machiavelli nei primi decenni del Novecento, nel 1944 Montecuccolo subì la rappresaglia delle truppe tedesche, venendo danneggiato in più parti.
Acquistato nel 1961 dal Comune di Pavullo, a partire dagli anni Settanta il castello è stato oggetto di un ampio progetto di restauro e recupero funzionale; ulteriori interventi realizzati all’inizio degli anni Duemila hanno interessato le strutture difensive del complesso, diverse case e la chiesa del borgo.
Il complesso ospita oggi un centro museale comprendente una collezione permanente di opere di Gino Covili, la donazione di Raffaele Biolchini e il museo naturalistico del Frignano; nella foresteria è allestita una sezione storica dedicata a Raimondo Montecuccoli, realizzata in occasione del quarto centenario della nascita del grande condottiero.

VISITA
Il complesso formato dal castello e dal suo borgo ha mantenuto gran parte degli elementi della struttura antica, ad eccezione della cinta muraria più esterna.
Isolato sul punto più alto dello sperone, il mastio a pianta quadrata, nucleo originario dell’edificio, è circondato dagli edifici difensivi e residenziali, protetti dalle due restanti cerchia di mura a recinto integrate alla base rocciosa. Dai camminamenti di ronda si apre un amplissimo panorama che abbraccia tutta la valle del Frignano punteggiata di torri, fino ai rilievi del Bolognese e del Reggiano.
Il palazzo cinquecentesco si apre sul cortile-giardino interno alle mura. Il macigno arenaria delle mura e del coperto fa risaltare i dettagli lavorati del torricino della scala a chiocciola, dei portali, delle finestre dotate di sedili contrapposti, dei frontoni con stemmi sbalzati dei camini. Nella stanza ‘del generale’, dove si ritiene sia nato Raimondo Montecuccoli, le pareti conservano fregi intervallati da motti latini e dallo stemma del casato associato a quelli delle nobili famiglie – Molza, Pico, Pio, Landi – con esso imparentate. A fianco dell’antico ingresso sono gli edifici della Podesteria, con il palazzo del governatore, il tribunale, le carceri e il corpo di guardia.
All’esterno dei recinti castellani il borgo inferiore era fortificato da una quarta cerchia di mura, su cui si aprivano due porte: la Bonvicina, oggi scomparsa, orientata a nord verso Pavullo, e una seconda ancora esistente, volta a sud verso la pieve di Renno e più a est verso la torre di Gaiato. Sulla piazza si affacciano la quattrocentesca chiesa di San Lorenzo, edificata sul luogo delle antiche scuderie, e i palazzi dei notabili del luogo, con le case Ricci, che nel Seicento ospitarono la scuola istituita dai Montecuccoli per i ragazzi del luogo.
Lungo l'antica strada per Renno, affiancata da piante ad alto fusto, la località di Montesani o Montucciani situata su un’ampia terrazza naturale, un tempo avamposto del castello, è oggi un borgo a corte chiusa con una casa quattrocentesca con balchio e una vasta casa-torre a pianta rettangolare. A Renno, la pieve romanica di San Giovanni Battista, già centro religioso del territorio, ospita alcune tombe della famiglia Montecuccoli.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Panaro,
via Romea Nonantolana
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Canossa,
Montecuccoli,
Este,
Laderchi
Storie e Percorsi

Itinerari tematici e storici tra i castelli:

Il Frignano estense
Bibliografia
via Montecuccolo
loc. Montecuccolo
Pavullo nel Frignano (MO)
tel 0536 299 64 Ufficio Informazione Turistica
Al centro del Frignano modenese, nei pressi di Pavullo, Montecuccolo domina da uno sperone roccioso a quasi 900 metri di altezza le valli dei torrenti Leo e Scoltenna, il principale ramo sorgentizio del Panaro.

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Un sito strategico
Insediato da epoche antichissime, il mons cuculi fece probabilmente parte – con le vicine Renno, Lavacchio, Gaiato e Torricella - del sistema difensivo a rete impiantato nel Frignano dai bizantini contro la pressione longobarda. Attestato per la prima volta nel 1027, Montecuccolo vide crescere nel corso del medioevo il proprio ruolo strategico grazie alla sua posizione, che consentiva il controllo di due importanti vie di comunicazione tra la pianura padana e l’Italia centrale: la direttrice Modena-Lucca, e la via Romea Nonantolana che collegava lungo il Panaro le abbazie benedettine di Nonantola e di Fanano, raggiungendo la Toscana pistoiese attraverso il passo della Croce Arcana.
Il primo nucleo del castello venne qui edificato dal casato ghibellino che da Montecuccolo prendeva il nome, della consorteria dei da Frignano o Corvoli, forse all’inizio del secolo XII, quando la morte di Matilde di Canossa aprì la contesa per il controllo del Frignano tra i feudatari della montagna, e tra Modena e Bologna interessate al controllo dei valichi appenninici.
Ottenuta ben presto l’investitura imperiale di numerosi castelli della zona, nel giro di pochi decenni i Montecuccoli realizzarono attorno al mastio originario altre possenti fortificazioni protette da più cerchia concentriche di mura a recinto, che conferirono al castello un ruolo di primo piano, con Gaiato e Semese, tra le strutture difensive del Frignano. Sostituendosi a Renno, già capoluogo del comitato rurale franco, che rimase però il centro religioso dell’area, Montecuccolo divenne anche il centro amministrativo e politico del territorio, come emerse nel 1197 in occasione della dedizione a Modena di un’ampia federazione di comuni friniati.

Il Frignano degli Este: un palazzo per i Montecuccoli
La lotta dei Montecuccoli per la supremazia nel territorio, e a difesa della sua autonomia dagli scomodi vicini modenesi e bolognesi, continuò per tutto il Duecento e oltre. Nel 1336, dopo decenni di contrasti, essi dovettero però riconoscere - non senza ulteriori resistenze - il dominio sul Frignano degli Este, allora confermati signori di Modena, che lo organizzarono come un distretto federato autonomo, dotato di proprie istituzioni amministrative e giudiziarie.
All’interno della Provincia friniate i possedimenti dei Montecuccoli mantennero però una particolare configurazione giuridica ‘mediata’, grazie alla conferma dell’investitura imperiale ottenuta a metà secolo, reiterata nel secolo successivo dagli Este. Il castello di Montecuccolo conservò per il casato un ruolo centrale, riflesso negli importanti lavori che a partire dalla seconda metà del Quattrocento interessarono il borgo.
Tra Cinque e Seicento, però, i nuovi assetti politici europei e italiani portarono a un progressivo ridimensionamento dell’importanza militare del Frignano: il castello di conseguenza, pur mantenendo alcuni caratteri difensivi, venne trasformato in palazzo residenziale, corredato da un giardino interno alle mura. Qui nacque nel 1609 il conte Raimondo, il comandante dell’esercito imperiale nella guerra contro gli Ottomani, celebrato ‘salvatore della Cristianità’ dopo la vittoriosa battaglia del Raab.

Dalla decadenza alla valorizzazione
Dopo l'estinzione dei Montecuccoli a fine Seicento, il castello passò al ramo collaterale dei Laderchi di Guiglia avviandosi a un lungo periodo di decadenza, cui concorsero il rovinoso assedio posto dall’esercito napoleonico, ma soprattutto l’apertura nel corso del Settecento della nuova viabilità diretta in Toscana che emarginò Montecuccolo promuovendo lo sviluppo di Pavullo, divenuto nel 1832 il capoluogo del Frignano.
Nella prima metà dell’Ottocento un fulmine e un terremoto provocarono gravi danni alla torre, che nel 1885 venne trasformata tra molte polemiche in torre campaniaria con l’apertura di quattro finestroni. In quello scorcio di secolo il nuovo titolare, monsignor Gaetano Bonvicini, avviò pesanti interventi strutturali finalizzati a ripristinare l’abitabilità dell’edificio, che comportarono il ritaglio degli ampi saloni in modeste stanzette, la rimozione dei vecchi intonaci e la modifica di diverse aperture. Passato ai Rangoni Machiavelli nei primi decenni del Novecento, nel 1944 Montecuccolo subì la rappresaglia delle truppe tedesche, venendo danneggiato in più parti.
Acquistato nel 1961 dal Comune di Pavullo, a partire dagli anni Settanta il castello è stato oggetto di un ampio progetto di restauro e recupero funzionale; ulteriori interventi realizzati all’inizio degli anni Duemila hanno interessato le strutture difensive del complesso, diverse case e la chiesa del borgo.
Il complesso ospita oggi un centro museale comprendente una collezione permanente di opere di Gino Covili, la donazione di Raffaele Biolchini e il museo naturalistico del Frignano; nella foresteria è allestita una sezione storica dedicata a Raimondo Montecuccoli, realizzata in occasione del quarto centenario della nascita del grande condottiero.

VISITA
Il complesso formato dal castello e dal suo borgo ha mantenuto gran parte degli elementi della struttura antica, ad eccezione della cinta muraria più esterna.
Isolato sul punto più alto dello sperone, il mastio a pianta quadrata, nucleo originario dell’edificio, è circondato dagli edifici difensivi e residenziali, protetti dalle due restanti cerchia di mura a recinto integrate alla base rocciosa. Dai camminamenti di ronda si apre un amplissimo panorama che abbraccia tutta la valle del Frignano punteggiata di torri, fino ai rilievi del Bolognese e del Reggiano.
Il palazzo cinquecentesco si apre sul cortile-giardino interno alle mura. Il macigno arenaria delle mura e del coperto fa risaltare i dettagli lavorati del torricino della scala a chiocciola, dei portali, delle finestre dotate di sedili contrapposti, dei frontoni con stemmi sbalzati dei camini. Nella stanza ‘del generale’, dove si ritiene sia nato Raimondo Montecuccoli, le pareti conservano fregi intervallati da motti latini e dallo stemma del casato associato a quelli delle nobili famiglie – Molza, Pico, Pio, Landi – con esso imparentate. A fianco dell’antico ingresso sono gli edifici della Podesteria, con il palazzo del governatore, il tribunale, le carceri e il corpo di guardia.
All’esterno dei recinti castellani il borgo inferiore era fortificato da una quarta cerchia di mura, su cui si aprivano due porte: la Bonvicina, oggi scomparsa, orientata a nord verso Pavullo, e una seconda ancora esistente, volta a sud verso la pieve di Renno e più a est verso la torre di Gaiato. Sulla piazza si affacciano la quattrocentesca chiesa di San Lorenzo, edificata sul luogo delle antiche scuderie, e i palazzi dei notabili del luogo, con le case Ricci, che nel Seicento ospitarono la scuola istituita dai Montecuccoli per i ragazzi del luogo.
Lungo l'antica strada per Renno, affiancata da piante ad alto fusto, la località di Montesani o Montucciani situata su un’ampia terrazza naturale, un tempo avamposto del castello, è oggi un borgo a corte chiusa con una casa quattrocentesca con balchio e una vasta casa-torre a pianta rettangolare. A Renno, la pieve romanica di San Giovanni Battista, già centro religioso del territorio, ospita alcune tombe della famiglia Montecuccoli.


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