Pontenure

Castello di Paderna
Pontenure

Castello di Paderna, su gentile concessione dell'Associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza
strada Paderna Montanaro, 10 
Pontenure (PC)
tel 0523 511645
Nell'alta pianura del piacentino orientale, Paderna è situata nei pressi del torrente Riglio, tra le valli del Nure e del Chero.

Dalla Chiesa di Piacenza al monastero di san Savino
Citato nella Tavola traianea di Veleia, poi come 'curte paterno', il sito è documentato dal IX secolo tra i beni della Chiesa di Piacenza. Situato nei pressi del tratto di pianura della via Francigena, che aveva a Pontenure un importante ospitale, il castello, attestato nel 990, passò nel secolo successivo prima al rettore della chiesa di santa Maria, poi al monastero piacentino di san Savino.
Nel corso del Duecento Paderna venne più volte distrutto durante le lotte tra le fazioni cittadine, e tra Piacenza e i comuni vicini: nel 1216 - con Pontenure, Caorso, Montanara e Zena - da parmensi, pavesi e cremonesi alleati contro Piacenza e Milano, e di nuovo nel 1247 dalle truppe dell’imperatore Federico II. Solo nel 1280 il monastero poté riparare i danni, restaurando il castello e innalzando la sua torre.

La ‘villa’ dei Marazzano
Nel 1453 il priore di san Savino, un Landi di Cerreto, concesse il castello e i diritti di caccia e pesca annessi ai terreni circostanti al cognato Melchiorre Marazzani, di antico casato riminese, che si era trasferito nel piacentino dopo il matrimonio.
Il nuovo proprietario fece ricostruire il castello quasi in rovina, conferendogli una forma coerente con le sue nuove funzioni, al contempo residenziali e produttive, come centro dell’azienda agricola qui impiantata. L’edificio mantenne però, insieme all’antica chiesa di santa Maria, alcune caratteristiche difensive dell’antica struttura, assumendo i caratteri di una ‘villa’ fortificata.
Nel secolo successivo i Marazzani consolidarono il loro dominio su Paderna: nel 1558 Melchiorre II venne investito del castello dai Farnese, duchi di Parma e Piacenza, e nel 1605 Lodovico ebbe da Ranuccio I il titolo di conte di Paderna e Case del Riglio - dopo aver ottenuto tre anni prima la concessione, in aggiunta al proprio, del cognome Visconti per i discendenti del suo matrimonio con Claudia Visconti di Brignano.
Il ruolo di rilievo assunto nell’amministrazione civile e militare farnesiana consentì al casato di incrementare i propri beni tra Paderna, Montanaro (infeudato nel 1653) e Valconasso (infeudato nel 1704), attraversati per cinque chilometri fino alla via Emilia dal cosiddetto stradone Marazzani; altri fondi vennero acquisiti nel 1673 nei pressi di Senigallia, all’epoca del vescovato di un Marazzani.

Dall’Ottocento agli anni Duemila
Un nuovo cognome, quello dei Terzi, venne acquisito ai primi dell’Ottocento dagli eredi dell’unione tra Antonio Camillo Marazzani Visconti e Costanza, ultima discendente del casato comitale di Sissa.
Passato nel corso di quel secolo, sempre per matrimonio, alla famiglia Casali, il castello è tuttora abitato dagli eredi degli antichi proprietari, che lo hanno aperto al pubblico, facendone anche la sede di eventi e manifestazioni dedicate al florovivaismo e all’artigianato. Il complesso ospita oggi una azienda agricola biologica, una fattoria didattica e un orto-giardino con antiche varietà - alle quali è dedicata l’annuale rassegna dei Frutti antichi.

VISITA
Il complesso a pianta quadrangolare, orientato verso i punti cardinali, è completamente circondato dalle mura e da un ampio fossato, ancora oggi colmo d'acqua e presidiato da una poderosa torre quadrata, detta torre nell’Acqua, un tempo dotata di ponte levatoio.
Un’altra torre quadrata – che conserva ancora gli incassi dei due antichi ponti levatoi - sormonta il fronte sud dell’edificio in laterizio addossato alle mura, mentre altre tre torri di diverse dimensioni sono distribuite irregolarmente lungo la cinta.
Lo spazio interno è attraversato da un muro che separa l’ampia corte agricola - circondata da scuderie, fienili, porticati e abitazioni dei contadini - dall’elegante dimora fortificata.
Quest’ultima è scandita da due cortili: dal primo si accede alla residenza signorile con il pozzo e il torrione maggiore, dall'altro all’oratorio romanico di Santa Maria con pianta a croce greca, in ciottoli legati con malta, e a un secondo edificio che introduce all’orto-giardino dove sono coltivate antiche varietà di alberi da frutta.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Nure,
via Romea Francigena | Cisa
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Marazzani Visconti Terzi
Storie e Percorsi

Itinerari tematici e storici tra i castelli:

Il Castello-Villa rustica
Bibliografia
strada Paderna Montanaro, 10 
Pontenure (PC)
tel 0523 511645
Nell'alta pianura del piacentino orientale, Paderna è situata nei pressi del torrente Riglio, tra le valli del Nure e del Chero.

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Dalla Chiesa di Piacenza al monastero di san Savino
Citato nella Tavola traianea di Veleia, poi come 'curte paterno', il sito è documentato dal IX secolo tra i beni della Chiesa di Piacenza. Situato nei pressi del tratto di pianura della via Francigena, che aveva a Pontenure un importante ospitale, il castello, attestato nel 990, passò nel secolo successivo prima al rettore della chiesa di santa Maria, poi al monastero piacentino di san Savino.
Nel corso del Duecento Paderna venne più volte distrutto durante le lotte tra le fazioni cittadine, e tra Piacenza e i comuni vicini: nel 1216 - con Pontenure, Caorso, Montanara e Zena - da parmensi, pavesi e cremonesi alleati contro Piacenza e Milano, e di nuovo nel 1247 dalle truppe dell’imperatore Federico II. Solo nel 1280 il monastero poté riparare i danni, restaurando il castello e innalzando la sua torre.

La ‘villa’ dei Marazzano
Nel 1453 il priore di san Savino, un Landi di Cerreto, concesse il castello e i diritti di caccia e pesca annessi ai terreni circostanti al cognato Melchiorre Marazzani, di antico casato riminese, che si era trasferito nel piacentino dopo il matrimonio.
Il nuovo proprietario fece ricostruire il castello quasi in rovina, conferendogli una forma coerente con le sue nuove funzioni, al contempo residenziali e produttive, come centro dell’azienda agricola qui impiantata. L’edificio mantenne però, insieme all’antica chiesa di santa Maria, alcune caratteristiche difensive dell’antica struttura, assumendo i caratteri di una ‘villa’ fortificata.
Nel secolo successivo i Marazzani consolidarono il loro dominio su Paderna: nel 1558 Melchiorre II venne investito del castello dai Farnese, duchi di Parma e Piacenza, e nel 1605 Lodovico ebbe da Ranuccio I il titolo di conte di Paderna e Case del Riglio - dopo aver ottenuto tre anni prima la concessione, in aggiunta al proprio, del cognome Visconti per i discendenti del suo matrimonio con Claudia Visconti di Brignano.
Il ruolo di rilievo assunto nell’amministrazione civile e militare farnesiana consentì al casato di incrementare i propri beni tra Paderna, Montanaro (infeudato nel 1653) e Valconasso (infeudato nel 1704), attraversati per cinque chilometri fino alla via Emilia dal cosiddetto stradone Marazzani; altri fondi vennero acquisiti nel 1673 nei pressi di Senigallia, all’epoca del vescovato di un Marazzani.

Dall’Ottocento agli anni Duemila
Un nuovo cognome, quello dei Terzi, venne acquisito ai primi dell’Ottocento dagli eredi dell’unione tra Antonio Camillo Marazzani Visconti e Costanza, ultima discendente del casato comitale di Sissa.
Passato nel corso di quel secolo, sempre per matrimonio, alla famiglia Casali, il castello è tuttora abitato dagli eredi degli antichi proprietari, che lo hanno aperto al pubblico, facendone anche la sede di eventi e manifestazioni dedicate al florovivaismo e all’artigianato. Il complesso ospita oggi una azienda agricola biologica, una fattoria didattica e un orto-giardino con antiche varietà - alle quali è dedicata l’annuale rassegna dei Frutti antichi.

VISITA
Il complesso a pianta quadrangolare, orientato verso i punti cardinali, è completamente circondato dalle mura e da un ampio fossato, ancora oggi colmo d'acqua e presidiato da una poderosa torre quadrata, detta torre nell’Acqua, un tempo dotata di ponte levatoio.
Un’altra torre quadrata – che conserva ancora gli incassi dei due antichi ponti levatoi - sormonta il fronte sud dell’edificio in laterizio addossato alle mura, mentre altre tre torri di diverse dimensioni sono distribuite irregolarmente lungo la cinta.
Lo spazio interno è attraversato da un muro che separa l’ampia corte agricola - circondata da scuderie, fienili, porticati e abitazioni dei contadini - dall’elegante dimora fortificata.
Quest’ultima è scandita da due cortili: dal primo si accede alla residenza signorile con il pozzo e il torrione maggiore, dall'altro all’oratorio romanico di Santa Maria con pianta a croce greca, in ciottoli legati con malta, e a un secondo edificio che introduce all’orto-giardino dove sono coltivate antiche varietà di alberi da frutta.


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