Podenzano

Castello di Podenzano
Podenzano

Castello di Podenzano, su gentile concessione di www.comuni-italiani.it
via Montegrappa, 100
Podenzano (PC)
tel 0523 870997 (IAT Valnure)
Nell’alta pianura piacentina, Podenzano è situato tra i fiumi Nure e Trebbia, a poca distanza dalla via Emilia e dal capoluogo.

Dai Malaspina alle lotte fazionarie
Posto all'imbocco di una delle vie 'del sale' che da Piacenza conducevano lungo le valli appenniniche alla Liguria orientale, il castello venne edificato in data incerta forse su difese di età romana. Dalla metà del XII secolo l'edificio fu dei Malaspina, la famiglia obertenga che controllava le alte valli appenniniche tra il genovese, la Lunigiana e la Garfagnana, presidiando con una potente rete difensiva i percorsi francigeni e i collegamenti tra pianura padana e mar Ligure.
Tra Due e Trecento la vicinanza a Piacenza fece di Podenzano una pedina delle lotte fazionarie per il controllo della città e del territorio. Rifugio nel 1220 dei nobili piacentini fuoriusciti, cacciati dalla città dalla fazione dei popolari, fra il 1242 e il 1245 il castello venne più volte attaccato e distrutto dalle truppe di re Enzo, figlio dell’imperatore Federico II, e di nuovo nel 1313 da Galeazzo Visconti, figlio del signore di Milano, allora nominato vicario imperiale di Piacenza.

Il palazzo degli Anguissola
Nel 1466, sotto la signoria degli Sforza, il feudo di Podenzano venne acquistato da Bartolomeo e Gianfrancesco Anguissola, membri del potente casato piacentino che dai primi decenni del Trecento aveva consolidato un vastissimo patrimonio tra Nure e Trebbia grazie anche all’appoggio fornito ai signori di Milano.
Nel 1477 gli Sforza concessero il titolo comitale agli Anguissola di Podenzano, che nel 1511 ebbero conferma della loro giurisdizione – aggiungendovi il feudo di Rustigasso - da Luigi XII re di Francia, subentrato nel controllo del ducato milanese dopo aver sconfitto Ludovico il Moro alla fine del secolo precedente.
Nella seconda metà del secolo, sotto il ducato farnesiano, gli Anguissola promossero la ricostruzione del castello e la sua riconversione a una funzione residenziale. I lavori furono affidati all’architetto Alessandro Bolzoni, il soprintendente all’edilizia di Piacenza redattore delle norme architettoniche per le costruzioni private della città, cartografo e ingegnere idraulico, e autore all’inizio del Seicento dell’Albero genealogico della famiglia Anguissola con il disegno dettagliato di tutti i suoi castelli.
Rimasto agli Anguissola fino a metà Seicento - quando il feudo venne acquistato dai Salvatico, signori di Cassiano, Montesanto e Castione - il castello appartiene oggi al comune, che ne ha fatto la sede del municipio.

VISITA
L'edificio, a pianta rettangolare con quattro spesse torri angolari, due quadrate e due rotonde, è costruito in sasso, con inserti in mattoni a delimitare archi e aperture.
Sono ancora presenti le tracce del ponte levatoio che sul lato occidentale consentiva di superare il fossato, colmato all’inizio del XX secolo per realizzare un giardino.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Nure,
via Salaria dell'Olio o di Rapallo in val Nure
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Malaspina,
Anguissola
Bibliografia
via Montegrappa, 100
Podenzano (PC)
tel 0523 870997 (IAT Valnure)
Nell’alta pianura piacentina, Podenzano è situato tra i fiumi Nure e Trebbia, a poca distanza dalla via Emilia e dal capoluogo.

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Dai Malaspina alle lotte fazionarie
Posto all'imbocco di una delle vie 'del sale' che da Piacenza conducevano lungo le valli appenniniche alla Liguria orientale, il castello venne edificato in data incerta forse su difese di età romana. Dalla metà del XII secolo l'edificio fu dei Malaspina, la famiglia obertenga che controllava le alte valli appenniniche tra il genovese, la Lunigiana e la Garfagnana, presidiando con una potente rete difensiva i percorsi francigeni e i collegamenti tra pianura padana e mar Ligure.
Tra Due e Trecento la vicinanza a Piacenza fece di Podenzano una pedina delle lotte fazionarie per il controllo della città e del territorio. Rifugio nel 1220 dei nobili piacentini fuoriusciti, cacciati dalla città dalla fazione dei popolari, fra il 1242 e il 1245 il castello venne più volte attaccato e distrutto dalle truppe di re Enzo, figlio dell’imperatore Federico II, e di nuovo nel 1313 da Galeazzo Visconti, figlio del signore di Milano, allora nominato vicario imperiale di Piacenza.

Il palazzo degli Anguissola
Nel 1466, sotto la signoria degli Sforza, il feudo di Podenzano venne acquistato da Bartolomeo e Gianfrancesco Anguissola, membri del potente casato piacentino che dai primi decenni del Trecento aveva consolidato un vastissimo patrimonio tra Nure e Trebbia grazie anche all’appoggio fornito ai signori di Milano.
Nel 1477 gli Sforza concessero il titolo comitale agli Anguissola di Podenzano, che nel 1511 ebbero conferma della loro giurisdizione – aggiungendovi il feudo di Rustigasso - da Luigi XII re di Francia, subentrato nel controllo del ducato milanese dopo aver sconfitto Ludovico il Moro alla fine del secolo precedente.
Nella seconda metà del secolo, sotto il ducato farnesiano, gli Anguissola promossero la ricostruzione del castello e la sua riconversione a una funzione residenziale. I lavori furono affidati all’architetto Alessandro Bolzoni, il soprintendente all’edilizia di Piacenza redattore delle norme architettoniche per le costruzioni private della città, cartografo e ingegnere idraulico, e autore all’inizio del Seicento dell’Albero genealogico della famiglia Anguissola con il disegno dettagliato di tutti i suoi castelli.
Rimasto agli Anguissola fino a metà Seicento - quando il feudo venne acquistato dai Salvatico, signori di Cassiano, Montesanto e Castione - il castello appartiene oggi al comune, che ne ha fatto la sede del municipio.

VISITA
L'edificio, a pianta rettangolare con quattro spesse torri angolari, due quadrate e due rotonde, è costruito in sasso, con inserti in mattoni a delimitare archi e aperture.
Sono ancora presenti le tracce del ponte levatoio che sul lato occidentale consentiva di superare il fossato, colmato all’inizio del XX secolo per realizzare un giardino.


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