Museo MAGI'900
Via Rusticana, a/1
Pieve di Cento

Sito web
Provenienza originale del nucleo: Collezione Duilio Susmel, Castagno d’Andrea, Firenze.
La raccolta di opere e cimeli del Ventennio ora esposta al MAGI’900 è appartenuta allo storico e giornalista italiano Duilio Susmel, che dopo la caduta del regime si impegnò in una vastissima ricerca di documenti originali, al fine di sottrarli alla dispersione e a supporto degli studi finalizzati alla pubblicazione a stampa della sua Opera Omnia di Benito Mussolini.
La raccolta è stata acquisita da Giulio Bargellini, collezionista d’arte e fondatore del MAGI’900, per esporla in una sezione del suo museo privato. Il museo, aperto nel 2000, è infatti ambientato in una struttura di archeologia industriale di epoca fascista, un silo granario del 1933 riconvertito ad uso espositivo dall’architetto Giuseppe D’Avanzo. L’allestimento, che attualmente si estende anche in due nuovi padiglioni, intende valorizzare una collezione d’arte contemporanea di oltre 2000 opere, ed è strutturato per sezioni tematiche o monografiche prevalentemente dedicate all’arte e ai fenomeni culturali dei secoli XX e XXI.
Tra le sezioni di ambito storico-documentario, figura appunto la sala dedicata all’Arte del Ventennio, nella quale si trovano oggetti e opere provenienti in massima parte dalla collezione Susmel.
All’interno di questa vasta raccolta di opere originali e documenti visivi legati alla figura e all’evoluzione dell’iconografia di Benito Mussolini, compare un significativo nucleo di ceramiche che documenta la diffusione di oggettistica celebrativa come appunto piastrelle, vasi e piatti decorativi. Questi manufatti, spesso di significativa qualità estetica, venivano ampiamente prodotti dall’industria ceramica italiana, nell’ottica della diffusione capillare del culto dell’immagine del Duce e della propaganda dei valori fascisti, in particolare negli anni Trenta.

Interessante è il gruppo costituito da cinque piastrelle e un bassorilievo realizzati presso lo stabilimento delle Ceramiche Rometti di Umbertide, delle quali si hanno notizie in merito alla data di esecuzione nel 1931-32 e agli autori Corrado Cagli e Dante Baldelli.
Significativo per l’inedita vena caricaturale è un piatto di Paolo Garretto che raffigura Mussolini domatore, del 1935.
Ancora in fase di studio sono invece 9 piastrelle 10 x10 stampate con immagini eterogenee celebrative del Duce, delle quali attualmente non disponiamo di alcuna documentazione specifica sulla produzione e la provenienza. L’assenza di riferimenti rende al momento difficile anche una ipotesi di datazione.
Corrado Cagli (Ancona, 1910 – Roma, 1976) e Dante Baldelli (Città di Castello, 1904 – 1953) furono entrambi collaboratori della Ceramica Rometti, una manifattura d’avanguardia aperta a Umbertide tra la fine degli anni Venti e gli Anni Trenta, e ancora oggi operante. Fino agli anni Quaranta le produzioni Rometti si distinsero per la collaborazione con artisti come appunto Cagli, Baldelli, Leoncillo, i quali introdussero elementi stilistici e tecnici di sperimentazione estetica e tecnica.
Corrado Cagli era un giovane artista sensibile alle influenze futuriste e attento alla ricerca del nuovo, desideroso di sperimentare l’innovazione anche nell’ambito più tradizionalista della ceramica.
Dante Baldelli era nipote di Settimio e cugino di Aspromonte, i fondatori della manifattura Rometti, e, dopo aver studiato alla Regia Accademia di Roma, dove aveva conosciuto Cagli, dal 1928 prese la direzione artistica del laboratorio ceramico di famiglia, condividendola con l’amico artista.
Presso i laboratori Rometti gli artisti realizzarono spesso opere in stretta sinergia, per cui l’attribuzione dell’esecuzione diretta di queste ceramiche propende ora per l’uno ora per l’altro, anche se tutta la critica è concorde nel vedere nell’ideazione una stretta interazione tra i due.
Le quattro piastrelle murali in ceramica policroma furono realizzate insieme al bassorilievo monocromo per finalità celebrative della fondazione del Fascismo e della Marcia su Roma, e furono con ogni probabilità eseguite negli ultimi mesi del 1931 quando già fervevano i preparativi per il decennale, che si sarebbe celebrato nel 1932.
Il montaggio originale prevedeva che fossero disposte in linea, e che al centro fosse collocato il bassorilievo raffigurante il volto di Mussolini, che qui sembra affiorare da un gioco di cerchi concentrici come anelli d’acqua (forse uno stagno, con riferimento alla stagnazione delle situazione politica dalla quale il Duce emergeva, o forse una sorta di aura di energia da lui sprigionata, con un gioco cinetico non esente da suggestioni futuriste). Mentre le piastrelle hanno colori dominanti nello sfondo (rosso, giallo, verde) e figure stilizzate in silhouettes nere, il bassorilievo è completamente verniciato in “nero di fratta”, una particolare colorazione scura con effetti metallizzati, ottenuta all’epoca mescolando casualmente una serie di colori avanzati nella fabbrica, e mai più riprodotta con la stessa composizione. Dell’intera serie si conoscono tre esemplari, molto simili ma con riconoscibili differenze conferite dagli effetti di cottura e dall’esecuzione manuale.

Paolo Garretto ( Napoli, 1903 – Principato di Monaco, 1989) è stato pittore, caricaturista e pubblicitario di levatura internazionale. Negli anni Trenta si affermò come disegnatore satirico per importanti riviste come “The New Yorkers” e “Vanity Fair”, contribuendo con i suoi disegni e le sue memorabili copertine a fissare le iconografie dei grandi personaggi del suo tempo.
Il piatto in ceramica dipinta a mano, firmato e datato sul retro "Garretto 1935", rappresenta Benito Mussolini vestito da domatore insieme a un leone. La rappresentazione caricaturale del Duce ritratto con la mascella molto enfatizzata e un abbigliamento circense, e l’aspetto antropomorfo del leone, rimandano con evidenza allo stile dell’autore e attestano la diffusione di immagini satiriche durante il Ventennio.



Artisti:
Corrado Cagli, Dante Baldelli
Ceramica Rometti, Umbertide