Brisighella

Museo dell'Uomo e del Gesso

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Tipologia Collezioni
Rocca di Brisighella
Via Rontana, 64
Brisighella (RA)
Tel: 0546 994 415
Archeologia
Archeologia classica
Archeologia protostorica
Archeologia medievale
Storia medievale
Nella pittoresca cornice architettonica della quattrocentesca Rocca che si innalza su un costone a strapiombo affacciato sulla vallata del Lamone e caratterizza con la sua sagoma stagliata contro il cielo il panorama di Brisighella e del territorio circostante, ha visto recentemente la luce il nuovo Museo dell’Uomo e del Gesso. La sua denominazione ne rappresenta il manifesto programmatico, giacché il tema portante che guida l’itinerario museale è la relazione istituitasi, sin dalla preistoria, fra le comunità umane e gli affioramenti gessosi della dorsale romagnola che, grazie al loro accentuato carsismo, originante complessi sistemi ipogei, e alle peculiari risorse geologiche e ambientali , hanno da sempre offerto all’uomo riparo, ispirazione e ricetto per le pratiche di culto, opportunità per le attività produttive e di sussistenza.

Alla rivisitazione di questo lungo rapporto protrattosi sino alla nascita del Castrum e oltre è stata destinata la parte più antica del castello, il cosiddetto Torricino eretto sotto i Manfredi agli inizi del XIV secolo. Il percorso si snoda verticalmente, assecondando il naturale sviluppo del torrione, a cominciare dalla frequentazione umana dei Gessi inziata durante la prima età dei Metalli, quando le cavità carsiche furono utilizzate a scopi funerari e religiosi. L’itinerario prosegue illustrando il periodo romano, rappresentato da due testimonianze significative: la grotta della Lucerna (frequentazione dal I al IV sec. d.C.) e l’edificio di Ca’ Carné (fine I sec. a.C. – metà II sec. d.C.). Entrambi questi siti sono strettamente legati alle attività estrattive che in epoca romana ebbero come teatro i Gessi: la cavità documenta la cavatura di lapis specularis, già ricordato da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia come tipico dell’area bolognese, ovvero di un materiale trasparente che veniva impiegato per usi simili a quelli odierni del vetro. Quanto all’edificio, esso probabilmente ebbe funzione di residezna stagionale per gli gli addetti alla cavatura e alla lavorazione del gesso, sicuramente molto apprezzato dai romani come materiale da costruzione, se solo si pensa alle ancor più importanti aree di cavatura dei Gessi Bolognesi e al ruolo primario che questa roccia ebbe nella costruzione della Bologna medievale.

Anche la storia complesso castellano, testimonianza significativa del fenomeno dell’incastellamento così rilevante in terra di Romagna, viene adeguatamente ripercorsa negli spazi della Torre Veneziana, edificata agli inizi del Cinquecento dalla conquistatrice Serenissima, che con la sua mole maggiore domina il complesso . Qui vengono presentati alcuni temi strettamente connessi con la vita di un castello fra Medioevo e Rinascimento: i sistemi di immagazzinamento e le cisterne per l’approvvigionamento idrico, le modalità abitative tipiche dell’edilizia castellana, l’organizzazione delle cucine e del cibo, l’imprigionamento e le pratiche e le pratiche punitive. Nel cortile interno infine, i vitatori potranno ricevere un’illustrazione dei sistemi difensivi messi in atto in un complesso di questo tipo ed esaminare i resti della cannoniera.



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