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Neviano degli Arduini
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Inoltre, proprio come il lucchetto assume un significato simbolico in Oriente, anche nelle culture occidentali la sua valenza simbolica di legame, di appartenenza, è stata trasferita in numerosi oggetti come il pendant a forma di lucchetto di Swarosky, la collana di Tiffany, portaceneri, spille, salvadanai, nel piercing, nei gicattoli della serie Pokémon e termometri.
"La necessità e la volontà di dare a questa collezione una sede permanente ed adeguata, di coniugare industria e cultura"(A. Quintavalla, 2006, p.11) hanno motivato la costituzione e l'organizzazione del Museo storico dei lucchetti. Anche se nella visione più popolare il lucchetto è considerato uno strumento di sicurezza, in realtà ha spesso raggiunto un valore simbolico più complesso presso le più diverse civiltà. I più antichi lucchetti noti sono quelli di origine romana, ma dal I sec. d.C. venivano usati lucchetti con serratura a rotazione, usata ancora oggi per la chiusura di porte e cassetti. Un altra chiusura molto utilizzata è a vite, mentre la più diffusa in medio Oriente è la serratura a barbigli, cui sia ggiunge l'americana di tipo mnemonico. I materiali prevalentemente usati nella realizzazione dei lucchetti sono ferro e ottone, cui si aggiugono ferro e rame per i Tuareg; e inserti di altri materiali come la plastica nel XX secolo. La collezione di oltre 6000 lucchetti di Vittorio Cavalli iniziò oltre 70 anni fa per esprimere riconoscenza postuma a chi, in tempo di guerra, gli prestò un lucchetto. Il museo nacque in seguito all'incontro di Cavalli con Aldo Quintavalla ed inaugurato nel 2001.