Collezione Umberto Panini
Via Corletto Sud, 320
Modena

Sito web
LE VETTURE
6C 34 – La Maserati di Nuvolari
Nel 1933 Tazio Nuvolari dopo avere infilato una serie di magnifiche affermazioni (G.P. di Tunisi, Mille Miglia, Circuito di Alessandria, Eifelrennen, G.P. di Nîmes e 24 Ore di Le Mans in coppia con Raymond Sommer), “divorzia” clamorosamente dalla Scuderia Ferrari. È convinto che mettendosi «in proprio» disporrà di vetture migliori e guadagnerà di più. Con la sua 6C 34 vincerà i Gran Premi di Modena e Napoli. La 6C 34 era dotata di un motore a sei cilindri in linea che era più potente di 30 CV, e meno pesante di 13 kg, rispetto all’otto cilindri installato sulla 8CM.
A6 GCS Berlinetta Pinin Farina – l’eleganza nelle corse
Per competere nel Campionato Mondiale Sport Prototipi fu sviluppata la A6GCS/53 il cui motore sviluppava 170 bhp di potenza. Era una spyder progettata da Gioacchino Colombo e costruita da Medardo Fantuzzi e Celestino Fiandri. La A6 GCS conquistò importanti vittorie come nel Gran Premio d’Italia nel 1953 e 1954. Furono realizzate quattro e Berlinette realizzate da Pininfarina su un ordine del commerciante romano Guglielmo Dei che acquistò i telai dalla Maserati.
A6G 54 – Inizia l’era delle GT sportive
Erede della A6G 2000, era un modello non particolarmente potente, e da ciò conseguì la limitata produzione. Il motore, un sei cilindri in linea con corsa corta, derivava limitatamente da quello montato sulla A6 GCS e da quello della A6 GCM. Permetteva comunque al modello di raggiungere i 210 km/h, velocità ragguardevole per l’epoca, grazie anche al lungo rapporto finale di trasmissione
3500 GT - La vera GT italiana
La testimonianza della trasformazione da fabbrica di automobili da corsa a fabbrica di automobili di serie fu la 3500 GT, immessa sul mercato del ’57. Direttamente nata dalle esperienze delle sei cilindri da competizione, il motore non era altro che la versione stradale del 350S, la 3500 GT si rivelò garante del futuro Maserati contribuendo, con rilevante successo di vendita, alla rapida ripresa economica dell’azienda. La carrozzeria era prodotta dalla Touring di Milano, sempre fedele al motto: “il peso è il nemico; la resistenza dell’aria l’ostacolo”.
250F – La macchina di Fangio inviadata da tutti i piloti
Sette stagioni di F.1, un titolo mondiale Piloti (nel '57, con Fangio), molti G.P. da protagonista e il merito di far esordire la prima donna in un G.P.: Maria Teresa De Filippis, nel 1958. La "250F" ("250" sta per 2500 cm³ e "F" per Formula) nasce sulla base della "A6 GCM" del '53, della quale si utilizza il motore a sei cilindri in linea: è tutto in alluminio, a sette supporti di banco, con distribuzione bialbero e doppia accensione.
420M 58 “Eldorado” – La macchina da gelati per Monzanapolis
Costruita espressamente per la 500 Miglia di Monza del ’58, nella quale il grande Sir. Stirling Moss lottò per le prime posizioni. L’Eldorado introdusse in Europa la sponsorizzazione totale di una vettura da corsa da parte di un’azienda esterna al mondo dell’automobile.
Mistral – Inizia l’era di venti
Nell’ambito delle granturismo berlinette la Mistral, presentata al Salone di Torino del ’63, e nel ’64 nella versione spyder, rappresentava un ottimo connubio tra una meccanica collaudatissima e una forma inedita e piacevole, caratterizzata nella parte frontale dalla presa d’aria per il radiatore al di sotto del paraurti per la prima volta su una vettura di produzione.
Ghibli coupé – Giugiaro firma la sua prima Maserati
Dopo le imponenti berline la Maserati ritorna allo sfruttamento del filone sportivo con la Ghibli. Grazie al motore 4700 cc a carter secco e al telaio tubolare, Giorgetto Giugiaro disegna per la Ghia questo stupendo coupé (ricavandone anche una magnifica versione spider di soli 125 esemplari) dall’aspetto aggressivo e filante, ma non troppo vistoso, che fu uno dei cardini del suo successo.
Tipo 61 – Una gabbia per correre a Le Mans
Riconosciuta da tutti come la migliore interpretazione di vettura sport, la “birdcage” venne studiata nel ’59 prima nella versione Tipo 60 (2000 cc) e poi nella versione Tipo 61 con in comune il concetto di leggerezza e grande rigidità rappresentato dalla singolare costruzione del telaio, composto da oltre 200 piccoli segmenti di tubo, del diametro di 10, 12 e 15 mm che formavano un reticolo del peso di soli 36 kg.
Tipo 63 – La massima evoluzione Maserati per le vetture Sport biposto
La naturale evoluzione tecnica della Tipo 61 nacque con la 63. Questa nuova sport a motore posteriore venne provata nel Dicembre del 1960; il telaio era essenzialmente quello della 61, ma con la sospensione posteriore a ruote indipendenti e due serbatoi laterali per la benzina. All’inizio si decise per il collaudato 4 cilindri di 2890 cc, ma nel aprile del ’61 l’ing. Alfieri equipaggiò la 63 con il V 12 originariamente studiato per la 250F per la partecipazione alla 24 Ore di Le Mans.
Bora –L’ultimo vero vento della casa del Tridente
Disegnata dalla Italdesign di Giorgetto Giugiaro e prodotta dal ’71 al ’79, la Bora è stata la prima granturismo Maserati con motore posteriore centrale. Con questo modello la casa dimostrò che era possibile costruire granturismo ad alte prestazioni e grande comfort, come è sempre stato nella tradizione Maserati, pur sistemando il motore posteriormente.
Merak – La prima stella Maserati
Quando nel 1968 la Citroën assunse il controllo della Maserati, l'ingegner Alfieri studiò una coupé due posti a motore V8 in posizione centrale, secondo la tendenza dell'epoca dettata da sportive come la Lamborghini Countach e le Ferrari boxer. Disegnata da Giugiaro derivava direttamente dalla Bora ma il suo tetto terminava improvvisamente con un lunotto verticale ed un cofano posteriore completamente piatto; Giugiaro però riuscì abilmente a collegare il tetto con due pinne ad arco richiamando la coda della Bora.


La Maserati venne fondata a Bologna nel 1914 da Alfieri Maserati come officina di riparazione automobili. Successivamente, nel 1926, i fratelli Maserati rilevarono la Diatto, piccola industria di autovetture da corsa di Torino. Forti della loro esperienza meccanica e con il materiale a loro disposizione costruirono nello stesso anno la prima automobile chiamata “Tipo 26”.
Da allora, nel corso della sua lunga storia, la Maserati ha conservato gli automezzi più significativi prodotti oltre ai prototipi sperimentali, creando così nel corso dei decenni una collezione di automobili, di motori e di componenti unica al mondo in grado di illustrare l’evoluzione storica, tecnica e stilistica dell’Azienda. La volontà di conservare sistematicamente gli automezzi, quali testimonianza di un processo industriale che si è sviluppato nel corso del tempo, ha reso in questo modo possibile la raccolta organica e distribuita nel tempo di tutta la produzione Maserati capace di tramandare in questo modo il valore della storia della Maserati. Nel 1965 la famiglia Orsi, proprietaria dell’Azienda, decise di esporre al pubblico, e secondo un criterio di raccolta museale, la Collezione di autovetture allestendola in uno spazio esclusivo all’interno dello stabilimento modenese di Viale Ciro Menotti. Da quell’anno in poi la Collezione è stata via via migliorata, grazie al restauro di alcune automobili già presenti all'interno della fabbrica, e ulteriormente arricchita di nuovi esemplari tra cui la famosa Maserati 6 CM del 1936, degna rappresentante della storia Maserati anteguerra.
Nel mese di Maggio del 1993 il gruppo FIAT Auto acquistò la fabbrica dal Gruppo De Tomaso attraverso l’acquisizione del 100% del pacchetto azionario della Maserati S.p.a. mentre la Collezione, pur rimanendo esposta all’interno dell’Azienda, rimase di proprietà della preesistente ed originaria Società Officine Alfieri Maserati Spa, in seguito trasformata in O.A.M. Srl.
Nel mese di luglio 1996, l’Ing. De Tomaso richiese legittimamente la restituzione delle automobili e dei motori della Collezione del Museo. La Maserati accettò la richiesta, ma acquistò una piccola parte della collezione composta da 15 motori, mentre il resto della Collezione partì per l’Inghilterra per essere venduta all’asta a Londra il 2 dicembre 1996. La notizia della vendita delle automobili, che avrebbe causato la totale dispersione di un patrimonio storico fondamentale per la città di Modena, mise in allerta gli appassionati e le autorità e il 18 ottobre 1996 venne lanciato l’allarme. Il Ministero dei Beni Culturali, le autorità locali e altre associazioni, si attivarono immediatamente per trovare una soluzione che permettesse il recupero di questo patrimonio.
Il problema venne esposto anche a Umberto Panini che si attivò immediatamente per scongiurare la dispersione delle automobili storiche Maserati. Grazie quindi all’intervento della famiglia Panini, poco prima della fatidica data, la casa d’aste Brooks annunciava che la Collezione Maserati veniva ritirata dall’asta per tornare nella città di origine, ospitata nel locale adibito a museo all'interno dell'Azienda agricola di famiglia.


Artisti:
Gioacchino Colombo e costruita da Medardo Fantuzzi e Celestino Fiandri
Carrozzeria Pininfarina
Carrozzeria Touring
Giorgetto Giugiaro e Italdesign
Giulio Alfieri
Pietro Frua
Marcello Gandini
Carrozzeria Allemano
Medardo Fantuzzi
Ernesto Maserati
Vittorio Bellentani
Alberto Massimino