Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la sala teatrale (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, esterno dell'antico Cassero (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, l'ingresso (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, atrio d'ingresso e foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la sala teatrale (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la sala teatrale vista dal palco (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la sala teatrale vista dalla galleria (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la sala teatrale vista dalla galleria (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la sala teatrale (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, scale di accesso alla terrazza (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare del foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare del foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, opera plastica esposta nel foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare di un'opera plastica esposta nel foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, opera plastica esposta nel foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare di un'opera plastica esposta nel foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare di un'opera plastica esposta nel foyer (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, saletta per mostre temporanee (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, saletta per mostre temporanee (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la terrazza (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la terrazza (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare della terrazza (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la terrazza (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, la torre vista dalla terrazza (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare dell'esterno (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare dell'esterno (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare dell'esterno (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare dell'esterno (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare dell'esterno (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare dell'esterno (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, particolare dell'esterno (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel S. Pietro Terme, Teatro Comunale Il Cassero, esterno (foto A. Scardova, IBC, 2015)
Castel San Pietro Terme

Teatro Comunale 'Il Cassero'

Dati tecnici
pianta rettangolare con galleria
184 POSTI
2006-2008
fonti archivistiche
Pubblicazioni e Cataloghi
L. Frati, Storia documentata di Castel San Pietro dell’Emilia, Bologna 1904;
R. Gurrieri, Torre dell’orologio, Cassero della porta e Teatro Comunale, Castel San Pietro 1916;
L. Bortolotti, Appunti storici di Castel San Pietro Emilia e dintorni, Bologna, 1933 (ed. cons. 1937);
D. Borzacchini - D. Seragnoli, Luoghi teatrali in Romagna: uso, gestione e organizzazione, in: Civiltà teatrale e Settecento emiliano, a cura di S. Davoli, Bologna 1986, p. 149-174.
Via Matteotti 1
Castel San Pietro Terme (BO)
E-mail 
Tel: 051-6954150
Fondazione: XVIII (1700-1799)
Negli anni 2005-2007 l’Amministrazione castellana attua il progetto di recupero degli spazi contenuti nel Cassero, da quasi trecento anni destinati ad uso pubblico e che fino ai primi del ‘900 ospitavano un vero e proprio teatro. L’antico edificio, le cui origini risalgono al 1199, nasce con funzioni difensive per il territorio bolognese e segna la nascita di Castel San Pietro. Nel tempo si trasforma per rispondere alle esigenze delle milizie: dall’inizio del ‘500, con il passaggio di questi territori allo Stato Pontificio, cessano le funzioni militari.
Alla base della recente ristrutturazione vi è stata la volontà da parte del Comune di preservare e riproporre per questi spazi quella funzione di pubblica fruizione ch’essi hanno assunto, seppure con fasi alterne, fin dalla prima metà del ‘700. Ercole Ottavio Cavazza nelle sue Memorie storiche (manoscritto conservato presso la Biblioteca Universitaria di Bologna) delinea le vicende relative all’origine e allo sviluppo del teatro costruito per la prima volta nel 1748, adattando opportunamente l’ampio vano posto nel cassero della porta principale d’accesso al borgo. Negli anni che ne precedono la realizzazione risulta già documentata sia la consuetudine all’attività oratoria attraverso numerose accademie letterarie e le rappresentazioni di commedie da parte di dilettanti, che le rappresentazioni drammatiche da parte delle comunità religiose locali.
Rara e preziosa risulta essere la documentazione grafica del progetto di questo primo teatro conservata presso l’Archivio Storico del Comune (Campione delle Strade, n. 5, 1770). Quattro tavole in scala 1:20 (in piedi bolognesi) in cui figurano la pianta del teatro, gli spaccati e i prospetti sia longitudinale che frontale, ove sono rappresentati l’elegante boccascena ornato da volute e cartiglio centrale e la balconata a balaustrini sorretta da mensole. Le tavole acquerellate e datate 1748 sono firmate da Gian Giacomo Dotti, architetto bolognese figlio di Carlo Francesco, evidentemente autore del progetto.
Nel 1765 Console e Consiglieri decretano la trasformazione della ringhiera in palchi chiusi affinché le famiglie più facoltose possano godere di luoghi esclusivi e ben protetti.
Numerose furono le compagnie che agirono in questo teatro, sia dilettanti locali che di giro. Particolarmente ricca di eventi teatrali risulta essere stata l’estate del 1782, in occasione del passaggio di numerosi forestieri per le fiere di Senigallia e di Lugo e dell’apertura del nuovo teatro di Imola. Tra il 24 luglio e il 1° settembre si diedero ben ventisette spettacoli: il primo allestimento fu L’italiana in Londra di Domenico Cimarosa. L’eccezionale evento è documentato da una locandina conservata nelle citate Memorie del Cavazza, da cui sappiamo che il teatro fu concesso alla Compagnia di Antonio Marchesi.
Nel 1797 si teme per la pericolosità del teatro e se ne vieta l’uso ai dilettanti locali. L’architetto e Accademico clementino G. Bassani che lo esamina ne decreta tuttavia la perfetta validità: il soffitto è incrinato ma è in arelle, le scale sono strette ma solide.
Tuttavia le precarie condizioni del teatro continuano a destare preoccupazione, “minaccia rovina” si legge in un documento del 1815, inoltre manca di tutto e facilmente potrebbe andare a fuoco in quanto costituito da legno ormai logoro con palchi che non contengono più di due persone. Nel 1826 una petizione sottoscritta da ben 104 cittadini sollecita la realizzazione di un nuovo teatro cui si pone mano l’anno successivo. Il progetto è affidato
all’ingegner Marco Manini (consigliato da Filippo Antolini). Il nuovo e più ampio teatro aveva una sala con tre ordini di palchi, dal consueto profilo a ferro di cavallo, occupava quasi tutto lo spazio disponibile fra le mura merlate del cassero e poteva ospitare fino a trecento spettatori. Inoltre per far posto a un più ampio palcoscenico si costruì sul lato nord un’appendice. Le decorazioni della sala e della volta sulla platea (su cui sono rappresentate eleganti figure femminili danzanti) furono opera di Giovanni Castelli, mentre sul sipario dipinto nel 1830 da Giacomo Savini era rappresentata l’allegoria del Sillaro con uno scorcio di Castel San Pietro sul fondo. In quello stesso anno la sala è evidentemente ormai realizzata e una circostanza favorevole consente al teatro di dotarsi di 8 scene (camera rustica, sala regia, prigione, grotta, gabinetto nobile, paesaggio, loggiato in stile greco e camera), macchinari e panche alienati dal teatro Marsili Rossi di Bologna. Il 18 settembre ha luogo l’apertura ufficiale. Il programma prevede dieci rappresentazioni fino a tutto il 3 ottobre e in particolare la messa in scena di due opere di Gioachino Rossini, Matilde di Chabran, ossia Bellezza e cuor di ferro e L’Italiana in Algeri, che il maestro è invitato a dirigere, cosa di cui però non si ha conferma. Una cospicua collezione di locandine conservate presso l’Archivio Storico Comunale documenta l’intensa attività sia lirica che di prosa che negli anni si è svolta su questo palcoscenico. L’attività lirica in particolare aveva luogo durante la Fiera d’Agosto quando nel paese si segnalava una grande affluenza di forestieri.
Dal 1911 il teatro, che nel frattempo era stato usato anche per spettacoli cinematografici e successivamente come alloggio militare, non risponde più alle norme di sicurezza previste dalla legge e l’autorità prefettizia ne vieta l’uso sia pubblico che privato. Nel 1916 la caduta di un fulmine sull’adiacente torre dell’orologio provoca ingenti danni. In questo frangente il teatro viene demolito e al suo posto l’Amministrazione realizza un ampio salone destinato a ospitare concerti, conferenze e comizi, l’Università popolare e tutto quello che è necessario a una ‘moderna’ vita pubblica. Durante il fascismo lo spazio diventa Casa del Fascio, tanto che nel ’34 il podestà Enea Lenzi incarica l’architetto Marabini di progettarne l’ampliamento in stile razionalista inglobando l’antico cassero. Al progetto, di cui si conservano gli elaborati grafici, non viene dato seguito. Nel tempo viene usato anche come cinematografo e sala da ballo, nota col nome di ‘Lanterna verde’ dal colore del lampione posto all’ingresso.
L’attuale teatro, realizzato tra le antiche mura del Cassero negli stessi spazi occupati da quello antico, oltre a dare continuità alla fruizione pubblica ha tenuto conto delle potenzialità volumetriche dell’edificio, realizzando una sala con platea e galleria piacevolmente confortevole, scena integrata nella sala, foyer, guardaroba, biglietteria, sala regia, servizi. Alcuni ambienti sono destinati a esposizioni d’arte contemporanea, mentre sulla copertura è stata recuperata la ‘Terrazza’, spazio per presentazioni e intrattenimenti musicali nella buona stagione. L’inaugurazione ha avuto luogo il 18 aprile 2008. Oltre a una regolare stagione teatrale, il Cassero rappresenta il centro culturale e ricreativo di Castel San Pietro e del suo territorio. (Devo alla cortesia di Eolo Zuppiroli, che ha condotto un’approfondita ricerca archivistica sulle vicende dell’antico teatro, l’acquisizione di preziosi dati storici utili per la redazione di questa scheda. L. Bortolotti)
Nel 2019 è stato effettuato un restauro conservativo della volta e delle pareti del passaggio carrabile.




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