via Colomba
Ferrara (FE)
Data di costruzione / dismissione: 1598 - 1970
L'edificio, situato nella parte medievale della città, fra piazzetta San Nicolò e Via Colomba, consisteva originariamente in un palazzo con pianta a U con corte interna, loggiato e ambienti di servizio. Attualmente il corpo principale, posto in un angolo fra Via Capo delle Volte e Via Colomba, è di proprietà privata ed è adibito ad abitazioni; il secondo corpo, che prospetta su piazzetta San Nicolò e Via Colomba e che corrisponde ai corpi di servizio del palazzo, è di proprietà del Comune. Il cortile interno lungo Via Colomba, che separa i due corpi di fabbrica dell'antico edificio a U, è recintato da un alto muro. L'edificio del XVI secolo era di proprietà dei Laziosi, famiglia patrizia originaria di Forlì insignita di incarichi politici e di rappresentanza presso la corte estense. A partire dai primi del XIX secolo, la vicina chiesa con chiostro dedicata a San Nicolò ospitò una caserma di cavalleria; successivamente lo stabile divenne proprietà del Comune, che vi istituì una stalla per cavalli: per questo scopo ampliò la proprietà ed acquistò anche il vicino fabbricato e lo scoperto di pertinenza. La stalla fu alloggiata nel fabbricato fino al 1920 circa e successivamente vennero demolite le superfetazioni, tettoie e stalle, costruite per questo utilizzo fra il fianco della chiesa sino al fronte di questa palazzina, che divenne sede della macelleria pubblica della città. Da un punto di vista tipologico il palazzo aveva ingresso centrale tramite androne passante, sul retro della corte; il vano scala, collocato a sinistra, conduceva al piano nobile. Il soffitto dell'androne ha un'orditura lignea con archivolto passante verso la corte interna. Sulla sinistra, il loggiato, oggi tamponato, è costituito da cinque arcate sorrette da tre colonne in marmo rosso di Verona. Sui capitelli, come anche su quelli dell'archivolto passante e dell’ingresso, si scorgono ancora stemmi, impossibili a leggersi, poiché scalpellati in epoca passata. Numerose sono le tracce sui muri del fronte, fra cui spiccano due settori d'arco in cotto, corrispondenti a finestre ora celate; altre tracce sono visibili anche sui muri che delimitano la corte interna. A delimitare l'intero edificio è un altro cornicione cinquecentesco in cotto, che dall'esterno prosegue all'interno della corte, è in cotto anche l'archivolto dell'ingresso, nonché i bancali delle finestre esterne, mentre quelli delle finestre sulla corte sono in marmo. Negli ambienti interni l'orditura lignea dei solai con mensole intagliate e cassettoni, è spesso celata da controsoffittature. Alla metà degli anni settanta, dopo qualche anno di abbandono, il Comune iniziò il recupero dell'edificio: la documentazione relativa al progetto non conserva alcun disegno. Il progetto consisteva nel consolidamento delle vecchie strutture, nel restauro delle vecchie cortine murarie e rifacimento dei solai; la soluzione di recupero degli interni era rispettosa delle strutture preesistenti; furono inoltre incorporati i locali della macelleria al piano terra, dando vita ad un sottoportico con accesso da piazzetta San Nicolò. Il Macello è stato dichiarato di interesse culturale nel 2009.