via Zanardi
Bologna (BO)
Data di costruzione / dismissione: 1898 - 1971
Nel 1899 venne svolta la prima campagna produttiva dello zuccherificio bolognese, controllato dall'Eridania, società fondata a Genova il 27 febbraio 1899 e sostenuta dal Credito Italiano. L'azienda aveva da poco inaugurato la sua attività nel latifondo di Codigoro e nel 1900 aprì un nuovo impianto a Forlì. Consolidò poi la sua posizione nel campo della produzione saccarifera nel corso del Novecento: negli anni Cinquanta erano suoi 31 degli 82 zuccherifici attivi sul territorio nazionale. Quello bolognese, che sorgeva fuori Porta Lame, nell'area della villa del famoso cantante Farinelli, era uno dei maggiori. Distrutto durante la seconda guerra mondiale, venne poi ricostruito e rimase in funzione fino al 1971. Nel bolognese la coltivazione della barbabietola da zucchero ebbe grande importanza. Nel 1927 si costituì nel capoluogo la Federazione Nazionale Bieticoltori (FNB), trasformata nel 1932 in Associazione Nazionale Bieticoltori (ANB). Erano numerosi nella pianura a nord di Bologna gli stabilimenti per la produzione e il confezionamento dello zucchero: San Pietro in Casale, San Giovanni in Persiceto, Minerbio, Crevalcore, Molinella. I beni preziosi e lo straordinario archivio musicale raccolto dal Farinelli nella sua villa bolognese costruita fuori Porta Lame intorno al 1760, andarono dispersi poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1782. Nel 1800 la villa fu venduta ai Conti Castelli e nel 1822 al nobiluomo Camillo Arnoaldi Veli. Svenduti i tesori che conteneva, cancellati i magnifici campi circostanti dalla realizzazione della linea ferroviaria Bologna - Venezia e da altri impianti industriali, la villa, dopo essere divenuta sede amministrativa di uno zuccherificio, fu danneggiata dai bombardamenti aerei del 1943 e quindi abbattuta nella prima metà del marzo 1949. La Società Italiana per l’Industria degli Zuccheri, proprietaria dello stabile, non tenne conto delle istanze della Soprintendenza alle Antichità dell’Emilia e della Romagna, che aveva avviato una pratica di tutela e vincolo dell’edificio. Andò così perduto un patrimonio storico di enorme importanza; dopo alcuni decenni di abbandono, nel sito è stato realizzato l’Ufficio Centrale delle Poste.