Pinacoteca Stuard
Via Borgo Parmigianino, 2
Parma (PR)
Mazzola Bedoli Girolamo
1500 ca./ 1569
bozzetto

carta avorio/ inchiostro bruno
cm 5,2 (la) 8,7 (a)
sec. XVI (1530 - 1560)
n. 39
Immagine che evoca una scena sacra. Sulla sinistra è un altare al quale sono rivolte le figure degli astanti, l'officiante, il suo accolito; attorno si assiepano figure di togati. Un gruppo simile è individuato in una nicchia posta superiormente a destra. Il bozzetto compiuto con fare svelto doveva essere riferito ad un'opera su tavola, ad una pala d'altare destinata ad una chiesa di Parma, ad oggi non ancora identificata. L'immagine pare suggerire un soggetto biblico.

Il disegno proviene dalla collezione di Giuseppe Stuard.
Il ductus sottile, ma senza quel nervo riconducibile al Parmigianino, può confermare la proposta ascrizione ad un'altro esponente della cultura parmense del Cinquecento quale Girolamo Mazzola Bedoli.
Nato a Parma col nome di Girolamo Bedoli da famiglia di origine di Viadana, era cugino del Parmigianino, con cui in gioventù intraprese un viaggio proprio a Viadana per scampare i pericoli dell'assedio di Parma (1521). Col cugino ebbe un rapporto altalenate. Da lui derivò molto del suo stile, ma negli anni trenta, quando Parmigianino tornò a Parma, si assiste a una rottura tra l'artista a e la famiglia, tutto a vantaggio del Bedoli. Egli infatti sposò la cugina del Parmigianino (figlia di suo zio Pier Ilario, nel 1529) e si insediò nella sua casa paterna, aggiungendo al proprio cognome quello, ben più rinomato sulla piazza parmense, dei Mazzola, attivi da decenni in una fiorente bottega. Completò alcuni degli affreschi inizialmente ordinati al cugino, come ad esempio nell'abside della chiesa di Santa Maria della Steccata. Dal Parmigianino e dal Correggio derivò alcuni schemi figurali e temi compositivi che lo condussero verso un astratto formalismo. Assieme al suocero dipinse l'Immacolata Concezione per l'Oratorio della Concezione facente parte della chiesa di San Francesco del Prato, che attualmente si trova nella Galleria nazionale di Parma. Attorno al 1547 dipinse per la Certosa di Parma una Adorazione dei Magi, anch'essa tuttora in Galleria. Durante l'anno 1555 realizzò la grande pala della Trasfigurazione, incastonata nell'abside della chiesa di San Giovanni e si distinse con il tema allegorico Città di Parma che abbraccia Alessandro Farnese.