Museo Storico "Dante Foschi"
Via Piero Maroncelli, 3 (c/o Palazzo del Mutilato)
Forlì (FC)
produzione italiana
cloche d'aeroplano

metallo,
legno
mm 65 (a) 360 (d)
sec. XX (1915 - 1918)
Cloche metallica d'aeroplano di forma rotonda e con tre bracci interni che si dipartono da un perno centrale anch'esso tondo. Sul diametro esterno vi sono tracce di un rivestimento ligneo, fermato all'anima metallica tramite pioli di legno: la collocazione dei resti e dei pioli fanno ipotizzare che in origine non vi fosse un rivestimento ligneo coninuo, ma tre blocchi d'impugnatura sagomati e staccati. Sui rami interni della cloche sono presenti i numeri di serie, alcuni punzoni di produzione non decifrabili e una freccia incisa e tinta di rosso, verosimilmente dal pilota.

Cloche dell'idrovolante Lohner n° 1637, appartenente alla 19 squadriglia "Giuseppe Miraglia" di Venezia, con cui il pilota Ivo Righini precipitò il giorno 19 marzo 1918 alle ore 11.30.
Ivo Righini (Forlimpopoli, 2 gennaio 1893- Venezia, 19 marzo 1918), Capo Torpediniere della Marina e Pilota Aviatore di idrovolanti, combattè come volontario nella prima guerra mondiale, venendo decorato, oltre che con la medaglia d'argento, anche con quella di bronzo al valor militare. Morì in un incidente aereo verificatosi nei cieli del canale S. Andrea a Venezia il 19 marzo 1918: durante un combattimento, infatti, un secondo idrovolante cercò di superare l'apparecchio di Righini, passando al di sotto di esso, ma nel fare ciò lo urtò, asportandone il timone di comando e facendolo precipitare.
Il Lohner era un idrovolante biplano da ricognizione austroungarico, costruito durante la prima guerra mondiale dalla ditta Jacob Lohner & Co. di Vienna. Nella notte tra il 27 e il 28 maggio 1915 un Lohner austriaco ammarò per avaria al motore a Porto Corsini (Ravenna), venne quindi catturato e inviato alla ditta varesina Aeronautica Macchi con l'ordine di riprodurlo e avviarlo alla produzione in serie per dotarne la marina italiana. La copia italiana, designata "L.1", venne approntata in poco più di un mese ed andò ad equipaggiare le unità marittime da ricognizione e bombardamento di base in Adriatico durante il primo conflitto mondiale.