Museo Storico "Dante Foschi"
Via Piero Maroncelli, 3 (c/o Palazzo del Mutilato)
Forlì (FC)
Fabbrica Ceramiche Beltrandi di Mondovì
attività 1898-1963
piatto decorativo

ceramica/ pittura
mm 41 (a) 215 (d)
diametro di base 150
sec. XX (1911 - 1919)
Piatto fondo in ceramica decorato in bruno. Sullo sfondo del cavetto appare la cartina geografica dei territori italiani, comprendenti la Dalmazia e la Libia, con riportati i nomi delle principali città, tra cui anche Mondovì; in primo piano una figura allegorica femminile che innalza con la destra una corona d’alloro e con la sinistra regge il tricolore italiano, decorato con al centro lo stemma sabaudo coronato e su cui sono presenti gli unici ritocchi pittorici (in rosso e verde) del piatto. La tesa mostra un giro continuo di margherite. Sul retro è presente il marchio di fabbrica poco leggibile in quanto sbiadito.

Piatto patriottico realizzato per celebrare la conquista di Tripoli da parte del Regno d'Italia, avvenuta il 5 ottobre 1911 in seguito alla guerra mossa alla Turchia: nel piatto in esame, infatti, l'asta della bandiera, retta dalla personificazione dell'Italia vittoriosa, è puntata proprio sul territorio della capitale libica. Tripoli fu amministrata dall'Italia fino al 1943, quando le province di Tripolitania e Cirenaica caddero sotto l'avanzata degli inglesi che le governarono fino all' indipendenza nel 1951.
Il piatto appartiene a una vasta produzione patriottica che coinvolse nel secondo decennio del XX secolo varie fabbriche di ceramiche attive nel territorio di Mondovì: nello specifico l'oggetto della scheda è riconducibile, grazie al marchio apposto sul retro, alla Fabbrica Beltrandi: manifattura fondata a Mondovì nel 1898 da Lorenzo Beltrandi, già attivo nel campo ceramico in società con Felice Musso dal 1884. La ditta, specializzata nella produzione di oggetti per la casa e per la tavola in terraglia, ma anche di numerosi pezzi di ceramica artistica, alla morte di Lorenzo (1908) fu ereditata dal figlio Alessandro e da questi passò (1953) al fratello Enrico che la diresse fino al 1963, anno della chiusura.