Pinacoteca Stuard
Via Borgo Parmigianino, 2
Parma (PR)
Baldrighi Giuseppe
1723/ 1803
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 53,5 (la) 65,5 (a)
sec. XVIII (1770 - 1775)
L'illustre uomo politico, segretario del Duca, è raffigurato a mezzo busto, di tre quarti, mentre è impegnato a leggere alcune pagine che ha appena scritto. Si tratta di un tipico ritratto alla francese, con una ricerca psicologica più confidenziale e innovativa.

Il ritratto è stato individuato in Luigi Berri, illustre uomo politico segretario di Don Ferdinando di Borbone e associato alla Congregazione di San Filippo in quanto membro laico. La provenienza del dipinto si giustifica proprio in virtù dei particolari rapporti di riconoscenza da parte della Congregazione nei confronti dei congregati. L'attribuzione del dipinto a Giuseppe Baldrighi da parte di G. Copertini è stata avallata da Cirillo-Godi (1987). Baldrighi, autore versatile e propenso alla scena di interni e al ritratto, eppure il Baldrighi ritrattista non è stato ancora pienamente riscoperto, come dimostra l'incertezza attributiva intorno al ritratto a pastello dell'Infante Don Filippo del Museo Glaulo Lombardi di Parma, assegnato a Maurice-Quentin de Latour, ma da rivedere alla luce delle tecniche artistiche seguite dal Baldrighi. L'altro ritratto a carboncino, sempre dello stesso museo, con l'immagine del tipografo Bodoni pare accostarsi negli anni e precedere non di troppo il presente ritratto del Berri, che potrà disporsi perciò intorno agli inizi dell'ottavo decennio del Settecento, in sintonia anche con i particolari di costume. Straordinario documento d'epoca è la cornice in legno dorato, disegnata probabilmente da Petitot e prodotta probabilmente anch'essa dagli atelier che egli aveva formato a Parma a partire dall'ottavo decennio del settecento. La cornice presenta una fascia piatta con tre scanalature e sobria decorazione a riporto con nastro pieghettato e ghirlande di fiori e foglie, dorata in oro zecchino, nello stile Luigi XVI, diffuso in area parmense con la riforma delle arti voluta da E.A. Petitot nell'ambito della locale Accademia di Belle Arti.