Collezione Alfredo Brandolini
Aves
Galliformes
Phasianidae
cm 13,3 (a) 5,5 (la) 16 (lu)
n. 15
« Giunge da noi nell'ultima decade di aprile e gli arrivi si prolungano anche a tutto maggio. Qualche volta anticipa e ricordo di averla trovata abbondante a Marcabò il 12 aprile 1919. Bisogna notare però che durante la guerra del 1915-18 la caccia fu proibita in pianura e pertanto molte Quaglie, divenute abbondantissime in quel periodo, svernarono da noi. Come nidificante la Quaglia è in continua diminuzione. Il danno maggiore è dato indubbiamente dall'apertura della caccia in agosto.
Ecco alcuni esempi: il 10 agosto 1919 su 32 Quaglie che presi, 19 erano femmine nel periodo di deporre le uova; il 15 agosto 1928 su 38 Quaglie che colsi c'erano 22 femmine con le uova deposte da poco o da deporre entro pochi giorni; il 26 agosto 1940 presi 25 Quaglie e 17 erano femmine nella stessa condizione. Il 12 ottobre 1918 il mio babbo trovò a Pontecelle un nido con 10 uova, il 15 successivo nacquero i pulcini e la famiglia si trattenne nello stesso campo di medica fino a tutto novembre.
Se la Quaglia avesse qualche zona di rifugio nelle nostre pianure, credo che si formerebbero anche da noi colonie stazionarie come avviene nelle Puglie e in Sardegna.
Voglio ricordare da ultimo due casi assolutamente certi: un maschio che covava 8 uova e un altro maschio che aveva adottato una decina di pulcini rimasti senza madre. »
Quanto alla permanenza di Quaglie nel periodo invernale, è capitato quasi a tutti i vecchi cacciatori di averne trovata qualcuna durante i mesi freddi. Lo Zangheri nell'"Avifauna romagnola" ricorda, seguendo il Brandolini, che i ravennati chiamano « Pugliòtt » gli individui che arrivano da noi per ultimi e credono che siano i primodeniti delle Quagli giunte per prime nelle Puglie.

cit. 'Gli ucelli del museo Brandolini' - Azelio Ortali - pag.27-28