Gli orari delle visite vanno dalle ore 9 alle 19.
Consultando il sito web www.novarbora.com vi si possono trovare tutte le informazioni riguardanti i vari eventi e le occasioni speciali.
Usando l’e-mail “info@novarbora.com”, ci si può accordare per occasioni particolari, oppure prenotare
Dista diciotto chilometri dalla città e sette dal casello autostradale di Sasso Marconi, a 425 m. di altezza, è posizionato esattamente all’altezza del cartello che indica il decimo chilometro della strada provinciale n. 58.
Chi proviene dal casello autostradale di Sasso Marconi (il modo più veloce e comodo per raggiungerci in auto), deve percorrere in salita poco più di sette chilometri. Alla rotonda dell’A1, si prende la seconda uscita seguendo le indicazioni per Badolo; dopo circa duecento metri si svolta, sulla destra, nella provinciale n.58; da lì la provinciale inizia a salire passando per Battedizzo e raggiunge Badolo. Superata la chiesa di Badolo, si volta a sinistra, si prosegue fino a scollinare, dove appare l’insegna NOVA ARBORA ed infine il cartello del km10.
Per chi proviene da Bologna, (zona Porta S.Stefano, Via Murri, Via Toscana, Rastignano e Fondovalle Savena): Si segue la direttrice della statale Futa per Pianoro passando per Rastignano fino a Pian di Macina, da lì si inizia a salire sulla provinciale 58, allo scollinare si prosegue diritti fino al chilometro 10, dove appaiono le stesse indicazioni del percorso precedente.
Per chi proviene da Casalecchio, (o da Bologna, zona Saragozza, S Felice, Stazione, etc.). Si seguono le indicazioni per Sasso Marconi; all’ingresso del paese, al semaforo, si volta a sinistra per Via Ponte Albano. Attraversata la ferrovia ed il ponte sul Reno, si svolta a sinistra sulla provinciale 37. Si sale fino a raggiungere il bivio per Pieve del Pino. Qui si volta a destra e, dopo circa duecento metri, ancora a destra, sulla strada provinciale 58, seguendo le indicazioni per Badolo. Da lì si procede per circa cinque chilometri, fino raggiungere il cartello del km10, con le stesse indicazioni degli altri percorsi.
Sasso Marconi (BO)
Si trova all’interno della Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico, che deve il suo nome, alla conformazione delle sue arenarie, che il tempo ha trasformato in bastioni e che costituiscono la componente di maggior rilievo naturalistico dell’area; inoltre per la presenza di habitat e specie di notevole interesse comunitario è riconosciuto quale sito SIC-ZPS .
Nel giardino sono state ri-naturalizzate piante autoctone, comprese alcune che fanno parte della “lista rossa” delle piante a rischio, e altre alloctone di interesse officinale e particolare curiosità botanica.
Il giardino è strutturalmente basato sulla suddivisione delle piante nei propri specifici habitat, questo ha permesso la creazione di diversi “settori”. Si riconoscono pertanto un settore con le essenze mediterranee tipiche del Contrafforte; uno stagno con essenze acquatiche autoctone ( Nimphea alba, Euphorbia palustre, Botumus umbellatus, Ranunculus lingua); la torbiera; il felceto. Altri settori sono dedicati alle piante aromatiche e officinali; “all’orto delle delizie” con ortaggi coltivati e piante spontanee commestibili. Interessante è “ l’orto dei veleni”, in cui è possibile imparare a riconoscere le piante tossiche-velenose e mortali.
E’ presente anche l’aiuola dedicata alle piante tintorie e quella delle piante alchemiche.
Da ultimo il settore delle piante “commensali” del grano (Zizzania, Fiordaliso,Vaccaria hispanica, Gittaione, Nigella).
• Tra gli esemplari arborei presenti, per lo più conifere, si segnala all’ingresso dell’area verde, un cipresso dell’Arizona con ramificazioni orizzontali dense e robuste e lungo il percorso di visita, un pioppo cipressino con una circonferenza di 250 cm e molto sviluppato in altezza. Al di fuori dell’area è presente inoltre un maestoso esemplare di leccio con poderose branche che si dipartono dal fusto quasi all’altezza del terreno..
Nella proprietà sono presenti e visibili le trincee e le postazioni della cosiddetta “Linea Gotica”, residuati dalla seconda guerra mondiale, per cui fa parte del progetto per il suo recupero didattico, unitamente alla valorizzazione del territorio circostante, che era stato fortemente interessato dalle postazioni della difesa tedesca.
Il giardino si ritrova, inoltre come prima tappa della “Via degli Dei”, che ricalca un’antica via romana, poi usata in tempi medievali dai pellegrini e mercanti che raggiungevano Firenze e Roma