Museo della Città
Via L. Tonini, 1 (Domus del Chirurgo - piazza Ferrari)
Rimini (RN)
ambito spagnolo (?)
Altra Attribuzione: Giuseppe Ribera detto "lo Spagnoletto"
Bartolomé Esteban Murillo
dipinto

carta/ applicazione su tela/ pittura a olio
cm 30, 00 (la) 41, 00 (a)
sec. XVII (1650 - 1699)
n. 666 PQ
L’opera raffigura Giobbe con lo sguardo rivolto verso l'alto, una mano appoggiata sul petto in corrispondenza del cuore e l’altra che stringe con vogore un frammento di tegola (suo tradizionale simbolo). Il patriarca è colto in un atteggiamento di profonda meditazione ed intenso raccoglimento interiore. Il corpo, vigoroso ma segnato dalla sofferenza, emerge progressivamente da uno sfondo neutro grazie all'illuminazione proveniente da una fonte di luce posta in alto a sinistra. La pennellata spugnosa e materica, i colori modulati sulla gamma delle tonalità ocra, la sapiente regia luministica acuiscono la drammaticità della scena e accrescono l'espressività del personaggio.

L'opera è una copia di qualità inferiore di un dipinto conservato presso la Galleria Nazionale di Parma (inv. 364). Rispetto all'originale il dipinto esposto al Museo di Rimini presenta un diverso supporto (carta al posto della tela) e dimensioni notevolmente ridotte.
Il quadro parmense, dopo essere stato ricollegato all'ambito di José de Ribera e di Bartolomé Esteban Pérez Murillo, è stato attribuito a un esponente della scuola madrilena della seconda metà del Seicento, Antonio de Pereda (?) (Valladolid 1611 – Madrid 1678).
Il progetto di un Museo Missionario dei Padri Francescani, da cui l'opera proviene, ebbe origine dalla grande Esposizione di Torino del 1898. All'interno della fiera fu allestita una sezione dedicata alle Missioni con lo scopo di far conoscere l'attività dei PP. Missionari Francescani nel mondo. Tra le opere esposte figuravano reperti di natura prevalentemente antropologica, testimonianze dell'attività religiosa dei Francescani nell'estremo oriente e un ragguardevole patrimonio di dipinti, reperti archeologici e arredi liturgici che si erano aggiunti nel tempo.
Al termine dell'Esposizione il materiale fu raccolto nel Museo dei Padri di Parma, finché nel 1928 venne trasferito e ordinato nei locali del Convento di Rimini appena restaurato.
Nella primavera del 1955 il Museo venne spostato nella settecentesca villa Alvarado, un edificio a due piani situato a pochi metri dal Santuario della Beata Vergine delle Grazie, sul colle di Covignano di Rimini, e aperto al pubblico.
Dall' 8 aprile al 15 giugno 2001 fu allestita presso il Museo della Città di Rimini la mostra “Arte al convento. Opere scelte dal Museo Francescano delle Grazie”, a cura di Pier Luigi Foschi, P.dre Giovan Battista Montorsi e Pier Giorgio Pasini. In tale circostanza una selezione di opere del Museo Missionario fu trasferita ed esposta presso il Museo della Città. Al termine dell'iniziativa il prestito fu prorogato fino a quando, in data 24 settembre 2002, venne stipulato l'atto di comodato gratuito tra l'Ente della Provincia Minoritica di Cristo Re dei Frati Minori dell'Emilia e il Comune di Rimini.