località Doccia del Cimone
Fiumalbo (MO)
Data di costruzione / dismissione: 1860 - 1950
Del mulino di Doccia, località situata alle pendici del monte Cimone, edificato probabilmente intorno alla fine del Cinquecento, non si hanno notizie storiche certe, le uniche informazioni derivano dalle testimonianze dei precedenti proprietari. Il primo mugnaio a documentare l'attività molitoria, intorno alla metà dell'Ottocento, fu Mansueto Santi, la cui famiglia conservò la proprietà dell'opificio fino al 1950. L'impianto a ruota orizzontale, costruito nei pressi del torrente Pistone, era il più alto del territorio di Fiumalbo e macinava prevalentemente segale, grano e marzuolo, una varietà di frumento a semina primaverile, impiegata alle quote più alte. Le farine prodotte erano sufficienti a soddisfare le esigenze delle famiglie contadine e l'attività di macinazione era limitata alla stagione autunnale, invernale o primaverile, quando l'acqua del torrente scorreva abbondante. L'edificio era stato realizzato in muratura di pietra posata a secco ed era distribuito su due piani; il piano inferiore del fabbricato, a causa della pendenza del terreno, risultava parzialmente interrato, mentre il primo piano era completamente fuori terra. Sui fronti si aprivano solo due aperture che davano accesso alla stanza delle macine e della ruota orizzontale. La copertura era ordita in legno e conclusa da un manto in lastre di arenaria, particolarmente diffuse nell'edilizia tradizionale dell'Appennino modenese. Il canale di derivazione delle acque del torrente Pistone, con le murature interamente in pietra, era parte integrante del complesso molitorio e terminava in un bacino di raccolta che poteva contenere acqua sufficiente per un giorno di lavorazione. L'impianto di Doccia venne utilizzato fino agli anni cinquanta del Novecento, e in seguito lasciato in uno stato di progressivo abbandono. Il mulino, dichiarato di interesse culturale nel 2009, è stato oggetto di un recupero, completato nel 2010, che ha interessato l'impianto produttivo e il territorio rurale circostante, al termine del quale è diventato sede di attività didattiche e culturali.