Via Dante Alighieri 9
Ravenna (RA)
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0544 30252 (Museo dantesco)
Nel centro storico di Ravenna, lungo via Ricci, si apre la bella piazza San Francesco, realizzata nel 1679 in seguito alla demolizione delle case che sorgevano sul lato della strada. La piazza è contornata da edifici di notevole interesse e caratterizzata anche da piccoli lembi di giardino che si mostrano tra le robuste cancellate o spuntano oltre i tetti dei palazzi. Sul lato settentrionale si allunga il Giardino Rinaldo da Concorezzo, che affianca l’edificio della Biblioteca Casa Oriani. Un breve viale di cipressi immette in via Guido da Polenta, dividendo il giardino dall’elegante portico quadrato che unisce con una cancellata la tomba di Dante alla bella chiesa di San Francesco, il cosiddetto Quadrarco di Braccioforte, dominato dalla chioma di una grande quercia. La piazza è chiusa a est dalla facciata in laterizio della chiesa di San Francesco. movimentata al centro da una piccola bifora. Negli anni ‘ 30 del secolo scorso tutta l’area è stato oggetto di un pregevole intervento di sistemazione da parte dell’architetto Giulio Ulisse Arata, che nel 1928 aveva già realizzato il Palazzo della Provincia.

Il giardinetto del Quadrarco di Braccioforte, che affianca la tomba di Dante, è racchiuso da una cancellata composta di elementi snodati e mobili realizzata nel 1921 dal veneziano Umberto Bellotto. Dal tappeto di edera delle aiuole, tra gli antichi sarcofagi spiccano due sempreverdi: un pino inclinato a cercare il sole della piazza e un leccio più accostato al muro della chiesa. L’albero che più caratterizza questo angolo così ricco di storia è una bellissima farnia (diametro 92 cm), che si dice piantata da Giosuè Carducci (ma non ci sono conferme documentali). Un breve doppio viale di cipressi divide la tomba di Dante dal Giardino Rinaldo da Concorezzo, anch’esso cinto da un’elegante cancellata in ferro battuto, che nelle aiuole inerbite ospita alcuni alberi interessanti: un leccio (diametro 86 cm) dall’imponente chioma globosa, due tassi, una ginkgo (diametro 70 cm) con la bella chioma che sporge verso la piazza.

La stretta via Alighieri, che raggiunge piazza San Francesco da nord, si chiude con un tempietto bianco dalla cupola rotonda, sovrastato dalla chioma di una grande quercia, che conserva le ossa di Dante. All’interno dell’edificio, realizzato nel 1780 in stile neoclassico dall’architetto Camillo Morigia, sopra il sarcofago si trova un bel rilievo di Pietro Lombardo scolpito nel 1483, che raffigura Dante davanti a un leggio. Nel piccolo vano arde una lampada votiva settecentesca, alimentata con olio d’oliva dell’Appennino toscano, che viene donato ogni anno dalla città di Firenze durante una tradizionale cerimonia svolta nella seconda domenica di settembre. A destra dell’edificio funebre una monumentale cancellata immette nel piccolo giardino del Quadrarco di Braccioforte, il grande portico quadrato sorto come cappella della primitiva basilica, sotto il quale sono collocati due antichi sarcofagi di marmo. Nel 1865, in occasione delle celebrazioni del VI centenario della nascita di Dante, nello spazio verde sotto il quadrarco furono esposte al pubblico le ossa del poeta, fortuitamente ritrovate dove i frati francescani le avevano murate per meglio difenderle dopo la soppressione napoleonica. Le ossa, rimesse nel sarcofago originario dentro il tempietto, furono nuovamente spostate per un breve periodo verso la fine della seconda guerra mondiale, per proteggerle dai bombardamenti, e sepolte poco distante (nel vicino giardinetto sotto un tumulo oggi contrassegnato da una lapide). Al di là di un breve viale di cipressi si trova un secondo spazio verde, intitolato a Rinaldo da Concorezzo, arcivescovo di Ravenna ai tempi di Dante. Il giardino è di pertinenza della Biblioteca Casa Oriani, alla quale si accede da via Ricci. Le alberature accompagnano la parte posteriore dell’edificio lungo tutto il porticato, che è costituito da pilastri con capitelli rinascimentali che erano parte del secondo portico di Santa Maria in Porto, abbattuto alla fine dell’Ottocento per far posto alla caserma Garibaldi (ora demolita anch’essa). Nel 2003 il porticato è stato restaurato e chiuso da vetrate, creando così una galleria che viene usata come sala di lettura della biblioteca, ma spesso anche come sede espositiva. L’edificio della Biblioteca Casa Oriani, che ha qui la sede dal 1936, venne costruito nello stile del ventennio dall’architetto Giulio Ulisse Arata (che aveva progettato anche il mausoleo dello scrittore a Casola Valsenio) dove sorgeva Casa Rizzetti, nota per aver ospitato George Byron nel 1819.