Mausoleo di Galla Placidia, via Giuliano Argentario 22
Ravenna (RA)
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All’estremità nord-occidentale del centro di Ravenna, tra due dei più importanti dei monumenti dell’arte paleocristiana in Italia, si aprono piccole aree verdi con esemplari arborei di pregio, che passano spesso inosservati data la eccezionale importanza degli aspetti artistici e architettonici. La visita dei tre chiostri dell’ex complesso benedettino e delle aree cortilive verso le vie Galla Placidia e San Vitale è possibile seguendo il percorso suggerito per la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia e quello per le raccolte museali del Museo Nazionale.

Nel chiostro barocco, non completo sul lato settentrionale, che solo un alto muro divide da Largo Giustiniano, in posizione centrale si trova la statua in bronzo di papa Alessandro VII Chigi (1599-1667), realizzata nel 1669 da Francesco Maria Bandini (un tempo era collocata in piazza San Francesco), intorno alla quale si addensano grandi sempreverdi dalle chiome scure. In corrispondenza dei vertici di uno spazio quadrato, coincidente con le stecche porticate del chiostro, si trovano quattro esemplari di leccio e, più all’interno, quattro esemplari di tasso ramificati dal basso; verso nord, contro il muro di fondo, svetta un bell’esemplare di cipresso. Più a sud, all’interno del percorso museale, si trova il chiostro rinascimentale (1562), opera di Andrea della Valle, con il lato sud-orientale formato dal corto atrio (nartece) della chiesa di San Vitale, e dal quale si accede all’interno del tempio. Il chiostro accoglie la statua in marmo di Papa Clemente XII Corsini, opera di Pietro Bracci (1738), e sotto il porticato sono esposti elementi scultorei di provenienza locale. Nel chiostro tutto il grande spazio aereo quadrato disponibile è occupato dalle chiome di quattro soli alberi: due lecci e due tassi. I tassi (diametri 73 e 92 cm) sono esemplari femminili potati per mantenere una chioma rialzata e globosa; il più grande è suddiviso in quattro grosse branche principali. Il secondo chiostro rinascimentale, più piccolo e dislocato lungo il lato meridionale della basilica, accoglie soprattutto cespugli di rose. Il percorso di visita conduce poi nello spazio esterno dove sorge il Mausoleo di Galla Placidia, simbolicamente collegato alla basilica da un bel filare di dodici pini domestici. La piacevole area verde ha un notevole corredo arboreo: oltre al filare di pini, infatti, accoglie tre alberi di Giuda, di cui uno particolarmente vecchio, e nei pressi di un ingresso carrabile su via Galla Placidia, un platano ultracentenario. L’uscita su via San Vitale oggi avviene attraverso il barocco arco di San Vitale, che un tempo era l’ingresso al complesso religioso, quest’ultima parte dell’area recintata, sparsa di sarcofagi romani e bizantini, è sottolineata verso il confine orientale da un bell’allineamento sempreverdi (due pini domestici e tre lecci con diametri intorno 60 cm).

Nella basilica di San Vitale, risalente al VI secolo, l’influenza orientale ha un ruolo dominante: il tempio, infatti, non è a tre navate, ma ha un nucleo centrale a pianta ottagonale, sormontato da una cupola e appoggiato su otto pilastri e archi. Nell’abside si possono ammirare i mosaici più belli della cristianità: i celebri cortei dell’imperatore Giustiniano e dell’imperatrice Teodora. Il monastero benedettino che affianca la basilica, del quale si hanno notizia dal X secolo, dopo essere stato a lungo uno dei più importanti conventi cittadini è stato trasformato nel 1913-14 in Museo Nazionale (ospita notevoli collezioni romane, paleocristiane, bizantine e medievali). Gli edifici si sviluppano intorno a tre chiostri, di cui due rinascimentali e uno barocco. A brevissima distanza dalla basilica e dal museo si trova il piccolo e prezioso Mausoleo di Galla Placidia, risalente al V secolo, che custodisce i mosaici parietali più antichi di Ravenna, che sorge ribassato di circa un metro e mezzo rispetto all’odierno livello del suolo (fu proprio per salvare questi monumenti dai frequenti allagamenti che nel 1897 a Ravenna nacque la prima Soprintendenza ai monumenti d’Italia).