Notevoli sono anche il grande platano poco distante dal gruppo di magnolie a nord della villa (diametro 120 cm) e almeno un altro paio di esemplari che emergono nelle vicinanze del laghetto e nel settore meridionale del parco.
Interessante e sicuramente degna di nota è la presenza del noce del Caucaso, una specie di origine mediorientale introdotta in Europa a partire dalla fine del ’700 per sfruttarne l’ottimo legno e poi impiegata anche a scopo ornamentale in parchi e giardini; si riconosce per le foglie composte, lunghe tra i 30 e i 50 cm, e le inconfondibili infruttescenze pendule verdastre, lunghe anch’esse fino a 50 cm, che compaiono in autunno e sono formate da numerosi frutti dotati di ali coriacee che favoriscono la disseminazione. Gli esemplari più vetusti hanno fusti con corteccia bruna e screpolata, che superano i quattro metri e mezzo di circonferenza e in un caso raggiungono i 169 cm di diametro (un individuo nel settore a nord della villa); grazie alla vicinanza del laghetto, che riproduce condizioni fresche e umide simili al loro habitat di origine, mostrano chiome ben sviluppate, non alte ma molto allargate, come è caratteristica della specie.
Un notevole noce americano (diametro 104 cm) svetta, invece, alle spalle della tomba del cane, nei pressi di un incrocio e vicino a una grande magnolia.
Tra i cipressi calvi che circondano il laghetto se ne incontrano alcuni di dimensioni cospicue; uno dei maggiori (diametro 109 cm) vegeta quasi di fronte alla grotta (ma sulla sponda opposta dello specchio d’acqua); un esemplare vicino raggiunge i 91 cm di diametro e altri arrivano a sfiorare il metro.
Anche vari esemplari di farnia, la specie in qualche modo più legata al territorio, superano il metro di diametro: tra questi, ad esempio, un esemplare (diametro 101 cm) a lato del cancello che conduce al viale dei platani, un altro poco distante (diametro 102 cm) vicino alle sponde del laghetto e un terzo (diametro 130 cm) in un prato a sud della villa, a lato del percorso di visita.
Nel gruppo di maclure presenti nei pressi del ponticello, insieme a piante giovani dal tipico aspetto irregolare, spicca un esemplare maturo, con portamento ad albero e fusto unico (diametro 53 cm), poco frequente in questa specie introdotta in Italia solo nel 1827 e facilmente identificabile per gli inconfondibili frutti verdastri sferici, grandi, pesanti e non commestibili.
Proprio di fronte alla biglietteria, infine, si notano uno dei tassi più sviluppati del parco (diametro 60 cm) e, sul lato opposto dell’edificio, un gruppo di vecchi tigli (il maggiore con diametro di 98 cm).
Particolarità:
Tutto il territorio nel quale si trova la villa è particolarmente legato alla figura del grande compositore, tanto da essere ormai accomunato nella definizione di “Terre Verdiane”. A Roncole Verdi si trova la casa natale del maestro, alla quale è possibile accedere con visite guidate (tutti i giorni, eccetto il lunedì, da marzo a novembre, ore 9.30-13 e 14.30-18, e solo il sabato, la domenica e i festivi da dicembre a febbraio, ore 9.30-13 e 14.30-17.30; per ulteriori informazioni e prenotazioni: tel. 0524 92487).
Tipo:
museo
Particolarità:
Nel 2009 a Busseto è stato inaugurato il Museo Nazionale Giuseppe Verdi, che ha sede nella prestigiosa Villa Pallavicino, un edificio cinquecentesco con pianta a scacchiera, circondato da fossato, che è oggi di proprietà comunale. Fatto costruire da Matteo Marri, divenne in seguito residenza estiva dei Pallavicino, che la modificarono in stile rinascimentale alla fine del XVII secolo. All’interno del pregevole edificio, con saloni affrescati, è stato allestito un suggestivo percorso espositivo con materiali d’epoca e audioguide curate dal nodo critico d’arte Philippe Daverio, che conduce alla scoperta delle 27 opere liriche composte da Giuseppe Verdi (tutti i giorni, eccetto il lunedì, da marzo a ottobre, ore 10-18.30, e da novembre a febbraio, ore 10-17.30; per ulteriori informazioni: tel. 0524 931002 - www.museogiuseppeverdi.it).
Tipo:
casa
Particolarità:
Sempre a Busseto si possono visitare anche Casa Barezzi e il Teatro Giuseppe Verdi. Casa Barezzi (in via Roma, 119) fu per anni la residenza del suocero di Verdi, dove il musicista studiò e si dedicò alla composizione e dove sono raccolti arredi e documenti originali; la dimora è stata restaurata ed è oggi gestita dall’Associazione Amici di Verdi (tutti i giorni, eccetto i lunedì non festivi, da marzo a ottobre, ore 10-12.30 e 15-18.30; solo la domenica da novembre a febbraio, ore 10-12.30 e 14.30-17.30; per informazioni: 0524 931117 - amicidiverdi@hotmail.com).
Tipo:
teatro
Particolarità:
Il Teatro Giuseppe Verdi (in piazza Verdi) ha sede nella duecentesca Rocca di Busseto; un tempo anch’essa di proprietà dei Pallavicino, venne acquisita dall’amministrazione comunale nel 1856 e risistemata per realizzare un nuovo teatro, inaugurato nel 1868. Restaurato di recente, il teatro mantiene molte decorazioni originali. Per altre informazioni sui luoghi e i numerosi eventi legati alla figura di Giuseppe Verdi: Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica di Busseto - piazza Verdi, 10 - tel. 0524-92487 - info@bussetolive.com.
DLgs n. 42/2004, art.10
Villanova sull'Arda (PC)
Il percorso di visita prosegue per stretti vialetti che conducono in direzione dell’elemento paesaggistico di maggiore rilievo del giardino: un laghetto di forma allungata che occupa un’ampia porzione dell’area a ovest della villa e sulle cui sponde sinuose vegetano molti vecchi e slanciati cipressi calvi. Di fronte all’estremità meridionale dello specchio d’acqua si trova una grotta artificiale, formata da blocchi di roccia rivestiti da felci (soprattutto falso capelvenere), con alla base gruppi di ortensie e intorno cespugli di nocciolo e tasso, una specie che compare in maniera abbastanza diffusa nel parco, di solito a formare macchie basse e compatte. Sul bordo del laghetto, a lato di ciuffi di carici e di falso bambù, emergono le curiose radici respiratorie del cipresso calvo, mentre nell’acqua galleggia una romantica barchetta a remi.
Aggirando questo ramo del laghetto si raggiunge un’uscita secondaria del parco che si apre verso la campagna. Alcune grandi farnie spiccano ai lati del cancello e altri esemplari maturi della medesima specie punteggiano la folta fascia verde che segue tutto il confine occidentale del parco, mentre all’esterno uno scenografico doppio filare di platani fiancheggia un lungo viale sterrato che Verdi utilizzava abitualmente per le sue passeggiate. Un vialetto rettilineo collega questo accesso con il piazzale a sud della villa, passando per un ponticello dal quale si scorge nel laghetto una piccola isola: accanto a un cipresso calvo si nota una statua in pietra realizzata, come le altre che arredano le rive dello specchio d’acqua e vari angoli del giardino, dallo scultore veneziano Giuseppe Torretti per Villa Pallavicino di Busseto e in seguito acquistate da Verdi. Ai lati del vialetto si incontrano esemplari di albero dei tulipani, ginkgo (con il tronco biforcato dalla base in due grandi branche) e maclura, insieme a qualche ulteriore grande quercia e a varie altre specie. Il vialetto incrocia un altro percorso rettilineo, fiancheggiato da una lunga sequenza di alti pioppi cipressini (i maggiori raggiungono i 90 cm di diametro), che verso nord conduce alla vecchia ghiacciaia dove, per conservare le provviste, veniva ammassato il ghiaccio ricavato in inverno dal laghetto. Il piccolo rilievo è rivestito di edera terrestre e ombreggiato da una folta macchia di tassi e noccioli, con un ippocastano e un acero riccio vicino all’ingresso. Nei prati intorno risaltano una grande farnia a base costoluta (diametro 115 cm) e un alto platano circondato da ippocastani. Poco oltre si incontrano alcuni spazi prativi abbelliti con rose, erba della pampas, arbusti di lagerstroemia e tamerice e un tasso forgiato a cono; un vecchio olmo campestre fiancheggia una statua, mentre verso nord l’area è chiusa da un boschetto di grandi magnolie. Oltre le magnolie si aprono radure più ampie, con ai margini notevoli esemplari di noce del Caucaso e platano insieme a noci, sofore, ippocastani, frassini e altre specie. Nelle aiuole più vicine al fianco settentrionale della villa spiccano, invece, una serie di vecchi agrifogli che fiancheggiano il vialetto in ghiaia (uno dei maggiori ha due fusti di 30 e 12 cm di diametro) e una grande ginkgo; quest’ultima (un individuo femminile con diametro di 66 cm) domina lo spazio prospiciente l’ala dell’edificio che ospita le carrozze originali di Verdi ed è affiancata da un esemplare più giovane impiantato negli anni ’30 del secolo scorso.
Villa Verdi fu la residenza prediletta del maestro, dove amava riposarsi di ritorno dai suoi viaggi e dove compose le opere della maturità artistica (La forza del destino, Don Carlos, Aida, Otello, Falstaff e altre). All’attività artistica Verdi affiancò sempre uno spiccato interesse per la campagna, dedicandosi con sempre maggiore passione alla conduzione delle sue terre e all’allevamento del bestiame. Nato all’epoca in cui Roncole di Busseto era sotto il dominio francese, Verdi fu come è noto molto attivo nella vita politica nazionale: patriota e sostenitore dei moti risorgimentali, venne chiamato a far parte del primo parlamento italiano e poi nominato senatore. A Sant’Agata e nel territorio circostante, che considerava le sue terre, Verdi possedette vari poderi, e si impegnò in iniziative sociali. Nel 1879, dopo il matrimonio della figlia adottiva Filomena Maria, rivestì anche la carica di consigliere a Villanova sull’Arda, dove contribuì alla costruzione dell’ospedale. Giuseppina Strepponi morì a Villa Verdi nel 1897, mentre il compositore si spense quattro anni dopo a Milano in una camera da lui utilizzata abitualmente sin dal 1872, del Grand Hotel et de Milan, dove aveva scelto di passare l’inverno.
La villa è tuttora di proprietà della famiglia Carrara Verdi, eredi del maestro. Le stanze di Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi, ricche di mobili pregiati, effetti personali e documenti legati alla loro vita e alle opere del maestro, sono ancora oggi accuratamente conservate e sono comprese nel percorso di visita, che comprende anche una la ricostruzione, con i mobili originali, della camera del Grand Hotel et de Milan frequentata a lungo da Verdi.