via Roma 19
San Pietro in Cerro (PC)
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Giardino storico
Il parco è uno spazio raccolto a servizio dell’edificio padronale al quale fa da cornice, ma è anche parte del bel complesso storico, ricco di verde, che, oltre comprende, all’adiacente chiesa, il pregevole castello quattrocentesco dei conti Barattieri, una dimora privata al cui interno è visitabile un interessante museo di arte moderna, e il vicino Casino Barattieri, oggi sede municipale. Nella limitata ma folta e ombrosa macchia di verde spiccano alcuni esemplari arborei ornamentali secolari e un gruppo di cerri (il toponimo della località, secondo la leggenda, è legato alla costruzione, prima del 1000, di una pieve battesimale a fianco di un grande cerro).

Il parco ha una struttura abbastanza semplice, con il palazzo padronale disposto ad angolo, in corrispondenza di uno dei vertici dell’area e tre viali alberati che partono a raggiera dal piazzale interno dell’edificio (i due più esterni raggiungono altrettanti ingressi), separando spazi prativi punteggiati di alberature; le estremità dei tre viali sono raccordate un percorso che completa il disegno del passeggio romantico del parco. Nel corredo verde prevalgono tigli e platani, quasi sempre compresi in fitti allineamenti di differente lunghezza. Un doppio filare prospettico di platani, con 13 esemplari per lato, disetanei e non sempre appaiati, ma tutti alti tra i 20 e 25 m, fiancheggia il viale che collega l’ingresso al parco nella piazza della chiesa con il fronte interno della villa (il primo platano a destra ha un diametro di 64 cm, il nono e il decimo a sinistra di 73 e 75 cm). Anche l’altro viale inghiaiato che si sviluppa in senso ortogonale verso il secondo ingresso è ugualmente fiancheggiato da un doppio allineamento di 6 platani, sempre non perfettamente corrispondenti sui due lati (il più sviluppato ha un diametro di 62 cm). Tigli dal portamento particolarmente slanciato affiancano il viale centrale del parco oppure crescono in altre formazioni nei pressi dell’edificio: un gruppo di sette esemplari, con i tronchi rivestiti da soffici muschi, si trova vicino a una pianta di tasso e, brave distanza, si sviluppa un filare di altri sette tigli (i più vicini a un pozzo hanno diametri intorno ai 60 cm); altri tigli crescono a margine di un’area prativa e in qualche tratto lungo il perimetro a ridosso del muro di confine. Sul lato meridionale, invece, spicca un filare di 13 ippocastani, a volte segnati da attacchi di organismi fungini: uno degli esemplari maggiori (tutti con diametri di poco superiori ai 65 cm) cresce nei pressi di un portone in legno inserito nel muro di recinzione. Altri ippocastani, olmi, robinie e querce, in diversi casi dalle chiome sviluppate in altezza e in stato vegetativo alquanto precario, ma qualche volta di un certo valore ornamentale, crescono sparsi negli spazi prativi; soltanto uno dei prati è privo di alberature e adibito a ospitare manifestazioni. Alcune aiuole, insieme a qualche panchina e altri arredi, suggeriscono l’aspetto che poteva avere il giardino in passato. Anche il palazzo, del resto, è stato nel tempo piuttosto modificato: le due ali che si affacciano sul piazzale interno, tuttavia, conservano ancora elementi interessanti: un portico colonnato, luminose verande, un campaniletto e altri elementi decorativi.

Nel 1446 i conti Barattieri acquistarono dai Visconti il feudo di San Pietro in Cerro e fecero ricostruire dalle fondamenta una struttura militare utilizzata nei secoli precedenti dai piacentini come avamposto difensivo verso Cremona. Terminata l’edificazione del castello nel 1491, nel 1495 Bartolomeo Barattieri fece costruire di fronte a esso un nuovo Palazzo nobiliare che fu poi rinnovato e arricchito nel secolo successivo. All’epoca l’edificio era corredato da un tipico giardino all’italiana con aiuole geometriche, mentre una porzione dell’area era destinata a orto. Verso la fine dell’Ottocento Vittorio Barattieri fece ristrutturare il palazzo e diede incarico di riprogettare tutta l’area verde secondo il gusto del periodo. Il parco assunse così l’odierno disegno di stampo paesaggistico, con alternanza di viali alberati e spazi prativi. Durante la seconda guerra mondiale l’area venne requisita dalle truppe tedesche e destinata a deposito di carri armati. Tornati in uso alla famiglia Barattieri, il palazzo e il parco sono stati in seguito acquistati dal Comune di San Pietro in Cerro e aperti al pubblico alla fine del secolo scorso.