via Magno 1
Castell'Arquato (PC)
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Il gradevole angolo di verde, noto in passato come Giardini della Rocca, impreziosisce un piccolo pianoro che fiancheggia l’imponente castello e dal quale si gode un ampio panorama sulla valle del torrente Arda e la catena appenninica. Il giardino, che conserva alcune grandi alberature, si trova a pochi passi dalla bella piazza sulla quale si affacciano l’antica chiesa di Santa Maria, o Collegiata, e il medievale Palazzo del Podestà, l’odierna sede municipale. Oltre a inserirsi in modo armonioso nel borgo storico, il giardino è parte di un più articolato sistema di verde che accompagna la salita al colle sul quale si erge la splendida Rocca Viscontea, oggi di proprietà comunale.

Dal grande parcheggio situato alla base del colle, subito oltre il ponte sull’Arda, inizia il viale delle Rimembranze, una via pedonale allestita a giardino, con sedute semicircolari sui lati ombreggiate da un lungo doppio filare di vecchi tigli. Dal viale si stacca un percorso pedonale, con vialetti sterrati o lastricati e qualche tratto di scalinata, che risale il ripido versante orientale del colle, passando attraverso un’area verde fittamente alberata nota come la Boschina, e termina ormai in vista della rocca. Lungo la salita si incontrano alcune piazzole con sedute e si aggira un’ampia area recintata, conosciuta come Parco delle Driadi, che è stata sede per molti anni di una frequentata discoteca, da poco recuperata da associazioni locali e destinata a manifestazioni pubbliche. Tra le alberature prevalgono le conifere (cedri dell’Atlante, del Libano e dell’Himalaya, abete rosso, libocedro, pino nero), con molti esemplari sviluppati soprattutto in altezza, ma compaiono anche esemplari più giovani di specie a foglia caduca (olmo, acero di monte, rovere e tiglio), bordure di ibisco e altri arbusti ornamentali. Il piccolo giardino (appena 0,2 ettari), è intitolato a papa Giovanni Paolo II. Ha un aspetto molto formale, con vialetti in ghiaia che convergono verso una piazzola occupata da una vasca con fontana e delimitano aiuole ombreggiate da grandi alberature e arricchite da macchie e bordure di arbusti e specie erbacee annuali. L’area verde, di forma allungata, è chiusa su un lato dalla Collegiata e da altri edifici del borgo, mentre sul lato opposto un muretto delimita il terrazzo panoramico che si affaccia sulla valle e offre una vista ravvicinata dei possenti torrioni della rocca. La componente arborea è formata in prevalenza da cipressi e cedri, ai quali si aggiungono alcuni tigli e platani, mentre il piano sottostante è ravvivato dalle fioriture di lagerstroemia, maonia, ibisco, ortensia e differenti varietà di rosa. La fontana, realizzata nel 1913 su disegno di Manfredo Manfredi, ha pianta esagonale ed è decorata nella parte superiore con tondi bronzei, opera di Giuseppe Centenari, che raffigurano personaggi illustri locali. In un’aiuola vicina si trova un monumento dedicato a Luigi Illica (1857-1919), nativo di Castell’Arquato, che fu commediografo e scrittore di libretti per Puccini e altri musicisti dell’epoca (a lato della casa natale di Illica, nel cuore del borgo storico di Castell’Arquato, è stato allestito un museo ricco di documenti e altre testimonianze della sua attività artistica). Un’altra aiuola ospita, invece, dal dicembre 2011, una stele dedicata al medico garibaldino Cesare Stradivari, sepolto nel cimitero di Bacedasco Basso (una frazione di Vernasca).

La storia di questo angolo del borgo oggi destinato a verde pubblico è strettamente legata alle vicende dell’adiacente Rocca Viscontea e della Collegiata. Una struttura difensiva (Castrum Quadratum) sul colle, in posizione dominante sulla valle, esisteva forse già in epoca romana. La presenza di un edificio religioso intitolato alla Vergine è documentata dal 789. La piccola chiesa venne però distrutta da un terremoto nel 1117 e ricostruita nel 1122; nel secolo successivo fu eretto il campanile. Tra la fine del ’200 e l’inizio del ’300 alla nuova chiesa fu aggiunto il suggestivo chiostro che oggi confina con l’area verde; nel ’700, modificando uno dei fianchi del complesso, vennero realizzate alcune cappelle laterali. Verso il fondovalle il borgo aveva iniziato ad assumere un perimetro definito già nel 1336, prima della costruzione della Rocca, quando Azzo Visconti fece erigere una cinta muraria di cui sono restano solo un paio di porte di ingresso. La Rocca venne edificata tra il 1342 e il 1349 durante il dominio di Luchino Visconti e, a differenza di altre, non venne nemmeno in seguito mai utilizzata come residenza. Per la costruzione della struttura militare, che doveva servire alla difesa dei soldati e del popolo in caso di necessità, i Visconti fecero demolire gli edifici di servizio sul retro del complesso religioso, il campanile duecentesco e anche un piccolo cimitero. Dai Visconti la rocca e il borgo passarono agli Sforza e nel 1707 entrarono a far parte del Ducato di Parma e Piacenza, dominio prima dei Farnese e poi dei Borbone. Divenuta di proprietà pubblica, la rocca è stata adibita a prigione sino al 1961 (una funzione che già aveva svolto in passato) ed è stata soggetta a lavori di restauro nel 1916, nel 1994 e nel 2003 (in questo caso per adeguarla alla nuova destinazione a museo). Le grandi alberature che svettano a fianco della rocca risalgono agli inizi del ’900, anche se l’odierno aspetto dell’area verde è legato alle sistemazioni del centro storico della fine del secolo scorso, che hanno visto tra l’altro provveduto a trasferire nel giardino una fontana che in precedenza arredava la grande piazza davanti al municipio.