Viale del Castello 2
Vigolzone (PC)
Tel: 0523 870997 - info@castellodigrazzanovisconti.it
Giardino storico
Il Castello di Grazzano Visconti è un antico possedimento della famiglia Anguissola, restaurato e circondato da un ampio parco ornamentale dal duca Giuseppe Visconti di Modrone, che agli inizi del ’900 fece anche realizzare il suggestivo borgo neomedievale, da lungo tempo un’attrazione turistica tra le più visitate del Piacentino. La bella area verde, molto scenografica, comprende un giardino all’italiana, statue, fontane, viali fiancheggiati da alberature secolari, gruppi di imponenti esemplari ornamentali e angoli di vegetazione più folta solcati dal corso del rio Grazzano, dove compaiono specie autoctone e trovano rifugio uccelli e altri piccoli animali. Aperto alle visite guidate nel 2007, il parco fa parte dei “Grandi Giardini Italiani”

Il parco si estende per circa 15 ettari tutt’intorno al castello, che rappresenta l’elemento fondamentale del disegno paesaggistico degli spazi e delle prospettive. Dall’accesso principale all’area verde un viale in ghiaia conduce al portone del castello, un tempo con ponte levatoio, passando attraverso il giardino all’italiana che fronteggia la facciata dell’edificio ed è composto da due settori non speculari. La porzione meridionale, dominata al centro dall’elegante fontana di Orfeo, è circondata da camminamenti e strisce di prato punteggiate da arbusti di bosso in forma obbligata. Sul lato opposto, all’interno di uno spazio delimitato da basse siepi perimetrali, si trova una collezione di rose accompagnata da statue, palle in pietra e camminamenti pavimentati con rettangoli di frammenti lapidei alternativamente di colore chiaro e rossiccio. Sul margine esterno svetta il campanile del seicentesco oratorio di Sant’Anna, la cappella privata della famiglia, a lato del quale si trova un altro bell’edificio in pietra (al suo interno ospita lo “studio del duca”). Ai lati del viale principale spiccano gruppi arborei con esemplari di grandi dimensioni, in prevalenza tigli e ippocastani, e macchie più o meno folte di sottobosco composte da tasso, aucuba, pungitopo e altre specie. Gli spazi più aperti sono punteggiati da magnolie e da tassi modellati con le tecniche dell’ars topiaria e bordati da rose, peonie, narcisi e giunchiglie. La porzione di parco che si estende a sud del castello, del giardino all’italiana e di una vecchia torre di avvistamento, ospita alcune delle alberature più imponenti, ai margini del Viale delle Statue e di alcune aree prative più ampie. Sono presenti maestosi platani e cedri, notevoli esemplari di faggio rosso, abete bianco, farnia e pioppo cipressino, ma anche gruppi di vetuste lagerstroemie, folte macchie di alti bambù e formazioni di ortensie che tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate colorano con le loro belle fioriture i margini del giardino all’italiana, le sponde dell’ampio fossato del castello e altri angoli umidi del parco. Ancora tigli e ippocastani formano la folta fascia verde lungo il confine, in questo caso accompagnati da carpini bianchi, noccioli e altre specie autoctone.
Sul retro del castello, verso est, si sviluppa la parte più estesa dell’area verde, che mantiene anch’essa quell’aspetto molto ricercato che pervade tutto il parco, con prospettive ed elementi accuratamente scelti e disposti ad effetto. Due ampi viali, il Viale del Belvedere, la principale direttrice di accesso in asse con il castello, e il Viale dei Platani, che parte più a sud nei pressi di uno spigolo del fossato, attraversano tutta l’area sino al confine orientale e rappresentano le linee fondamentali del disegno architettonico. Dai due viali si dipartono lateralmente una serie di sentieri sinuosi che portano alle differenti ambientazioni create per arricchire il giardino e, nelle porzioni più distanti, si inoltrano in ombrose macchie arboree dove le specie ornamentali sono oggi mescolate a farnie, aceri campestri, ciliegi, robinie e altre specie.
Lo zampillìo delle fontane, lo scorrere delle acque dei tanti rivoli utilizzati per l’irrigazione, gli innumerevoli versi e canti di uccelli e, a intervalli regolari, il rintocco delle campane della torre della vicina Piazza del Biscione creano un suggestivo sottofondo sonoro per i visitatori della scenografica area verde. All’inizio del Viale del Belvedere si erge una bella fontana con vasca dal bordo mistilineo, ninfee sulla superficie dell’acqua e bordure di rose tutt’intorno, mentre ai margini risaltano grandi vasi, in qualche caso ravvivati da sgargianti fioriture, e statue in parte ricoperte dall’edera. A sinistra della fontana si trova l’angolo che Giuseppe Visconti di Modrone riservò al gioco delle figlie, con la casetta in mattoni a due piani completa di balconcini e caminetti circondata da fioriture annuali, alberi di Giuda, tassi, faggi e uno svettante libocedro. Poco oltre, sotto a un imponente gruppo di cedri, si trova un piccolo labirinto verde con siepi di tasso e alcune statue collocate all’ingresso oppure nascoste all’interno.
Sull’altro lato del viale si trova un’angolo per la sosta in stile classico dedicato a Bacco alle cui spalle, in una zona prativa più ampia compresa tra i due viali, spiccano grandi farnie e tigli insieme a cedri, abeti e giovani frassini. Il viale, fiancheggiato da siepi di carpino, ligustro e bosso, è arredato con vasi e panchine e segnato nella prima parte da una bella aiuola centrale con tassi in forma obbligata e ciuffi di graminacee ornamentali; termina con una scalinata che conduce a un belvedere in muratura dominato da una statua di Apollo e ombreggiato da tigli e ippocastani. A sud del Viale dei Platani, infine, un’altra folta macchia di bambù, affiancata da cedri, cipressi di Lawson e altre specie ornamentali, si intreccia agli arbusti e agli alberi spontanei che mascherano il confine sud-orientale del parco.

Alla fine del ’300 il duca Gian Galeazzo Visconti concesse a Giovanni Anguissola, marito della sorella Beatrice, la possibilità di erigere un castello nei loro possedimenti di Grazzano. Il possente edificio venne realizzato in forma quadrata, con quattro torri merlate agli angoli, e circondato da un fossato, secondo uno schema comune a molte rocche del Piacentino e di altri possedimenti viscontei; alcuni porticati, sormontati da spazi chiusi e ballatoi, attorniavano la corte interna. Nei secoli successivi il castello rimase sempre agli Anguissola, passando per eredità a vari discendenti della nobile casata piacentina, venne coinvolto nelle lotte tra guelfi e ghibellini e fu più volte interessato da interventi di consolidamento e parziali ricostruzioni. Nel 1870, con la morte di Filippo Anguissola, si estinse il ramo degli Anguissola di Vigolzone e la madre di quest’ultimo, Francesca Visconti, destinataria della proprietà, nel 1883 decise di concederla al nipote Guido Visconti di Modrone. A quell’epoca il castello si trovava in condizione alquanto precarie e presentava problemi di staticità che interessavano le stesse mura. Giuseppe Visconti di Modrone, figlio di Guido e marito di Carla Erba (proprietaria della ben nota casa farmaceutica), decise di rinnovare l’intero complesso, includendo nel progetto di restauro e valorizzazione anche la chiesa e le poche abitazioni rurali che si trovavano nelle vicinanze. Avvalendosi dell’architetto Alfredo Campanini, molto attivo a Milano nei primi anni del ’900, fece ristrutturare il castello per utilizzarlo come residenza estiva, lo dotò di un vasto parco ornamentale e lo fece diventare il fulcro di un curioso e spettacolare borgo costruito ex novo in stile neomedievale. Il castello, oltre ad essere sottoposto a indispensabili interventi di consolidamento, venne rialzato in tutte le sue parti, una delle torri (quella di nord-est) venne trasformata da cilindrica a quadrata e gli spazi interni furono riadattati, abbelliti e arredati con estrema cura. Molti elementi decorativi furono aggiunti anche all’esterno ed entrarono a far parte del disegno del parco, realizzato attraverso l’accostamento di stili differenti secondo i canoni dell’eclettismo in voga nella seconda metà dell’Ottocento. Una prima limitata organizzazione a giardino degli spazi esterni alle mura era già stata introdotta nei primi decenni dell’Ottocento da Ranuzio Anguissola, ma il nuovo assetto comportò la realizzazione di un giardino all’italiana di fronte alla facciata principale del castello, la ridefinizione della viabilità e l’introduzione di nuovi gruppi arborei, in qualche caso con piante fatte arrivare dall’estero in Italia direttamente da Giuseppe Visconti di Modrone. Il parco venne abbellito con fontane e altri arredi per rendere più gradevole la permanenza degli ospiti e lo svago dei sette figli di Giuseppe: Guido (ufficiale dell’esercito, poi caduto ad El Alamein), Luigi, Edoardo, Luchino (uno dei maggiori registi cinematografici italiani), Anna e, infine, Ida Pace “Nane” e Uberta, per le quali venne predisposta una casetta per i giochi in un angolo del giardino. Il parco, come il castello tuttora appartenente ai Visconti di Modrone, è stato oggetto nel 2006 di un intervento di rinnovo per opera della paesaggista Oliva di Collobiano e, grazie alla disponibilità dei proprietari e alla collaborazione delle locali associazioni di promozione turistica, nel 2007 è stato aperto alle visite guidate.