Museo Romagnolo del Teatro
Corso Garibaldi, 96
Forlì (FC)
Miserocchi Sesto
notizie 1882
Pirolli E.
notizie 1882
fazzoletto celebrativo

seta/ litografia
cm 48 (la) 47 (a)
cornice 50,5x49
sec. XIX (1882 - 1882)
n. 207
La stampa in bianco e nero, di colore piuttosto tenue, raffigura un ritratto di Angelo Masini in posizione centrale, contornato da un ovale di racemi vegetali, con nastro recante scritte varie: sulla curva inferiore è presente una lira ed il titolo “Gli Ugonotti”, sulla curva superiore è riportata la data della rappresentazione forlivese dell’opera, ai lati il nome del tenore e dell’autore della litografia originale. L’ovale è sormontato dallo stemma comunale di Forlì. Ai quattro angoli del fazzoletto sono presenti vedute della città, disposte secondo simmetria centrale rispetto al ritratto, con relative didascalie. La composizione è contornata su tutti i lati da un doppio riquadro stampato, all'interno del quale è riportato simmetricamente su ogni lato il marchio di fabbrica del manufatto. Il fazzoletto è montato su cornice di legno color noce e oro.

Il fazzoletto fu realizzato per celebrare l'esibizione del Masini al Teatro Comunale di Forlì nel 1882, nella parte di Raoul de Nangis dell'opera "Gli Ugonotti" di Giacomo Meyerbeer, debuttata pochi mesi prima al Teatro Real di Madrid. Le recite forlivesi furono 14 e si protrassero dal 18 Maggio al 18 Giugno. La compagnia di canto era composta da Emma Turolla (mezzosoprano), Fanny Torresella (soprano), Giovanni Vaselli (baritono) ed Ormondo Maini (basso), sotto la direzione del M° Riccardo Drigo. Il tenore tornava ad esibirsi nella sua città natale per la prima volta dopo le lontane esperienze giovanili, ormai all'apice della sua carriera e della popolarità. L'evento fu vissuto come sensazionale da gran parte della cittadinanza, tanto che il 13 maggio il Conte Filippo Guarini, nel suo "Diario Forlivese" scrive: "Non si parla che di Masini, il quale quando gira per le vie ha un codazzo di curiosi dietro. Dal negoziante Sesto Miserocchi si vendono fazzoletti in seta col suo ritratto in mezzo e agli angoli le principali vedute della città; in pescheria si vede un pesce col nome di 'pesce Masini'; dai ragazzacci si minaccia uno 'schiaffo alla Masini', per memoria di un ceffone da lui dato testé ad un cantante a Milano; fino i portoni delle botteghe si verniciano d'un colore chiaro eguale a quello che un verniciatore ha dato alla facciata della sua casa e si chiama 'colore Masini'." Inzaghi sostiene che dopo il 1882 il Masini non volle mai più esibirsi nella sua città proprio per non oscurare il ricordo del successo eccezionale riscosso con le rappresentazioni forlivesi de "Gli Ugonotti".