Museo Romagnolo del Teatro
Corso Garibaldi, 96
Forlì (FC)
Bergamasco Charles
notizie 1860-1899 ca.
fotografia
a Gilda Minguzzi Zoli

carta/ albumina
cm 45,5 (la) 57,5 (a)
cornice 55x67,
immagine 32x39
sec. XIX (1899 - 1899)
n. 185
La fotografia è in bianco e nero, a toni seppiati, contenuta in un riquadro di cartoncino delimitato da doppio filo a inchiostro dorato, a sua volta sovrapposto al supporto di fondo della cornice. La cornice è semplice, di legno color noce scuro. La fotografia ritrae il Masini a figura intera, in piedi con il braccio destro appoggiato ad un divanetto decorato in foggia barocca, alla sua destra. Alla sua sinistra è presente un pilastro decorato con cariatidi a rilievo, di uguale stile, recante alla sommità un’urna con rami e fogliame pendente. Sullo sfondo accenno di elementi architettonici scenografici. Il costume di scena presenta caratteristiche di abbigliamento signorile europeo del XVI sec.: farsetto con mantello a bande bicolori, brachette a sbuffo a bande bicolori, stivali alti sopra al ginocchio con speroni al tacco, calze di stoffa, insegna nobiliare in catena dorata al petto e cintura in vita con agganciata il fodero della spada. E' possibile ricondurre il costume al personaggio di Roul de Nangis dell'opera "Gli Ugonotti" di Giacomo Meyerbeer, come riportato da Inzaghi nel suo volume, ove viene riprodotta diversa immagine del medesimo costume ed attribuita a detto personaggio.

Paganelli approfondisce il rapporto tra il Masini e la sua prima insegnante di canto, il soprano forlivese Gilda Minguzzi Zoli, dedicataria della foto, documentando che nel 1902, in occasione dei suoi funerali “(...) provvide a proprie spese alla cerimonia funebre, che fu celebrata in S. Mercuriale, con messa solenne cantata, e desiderò che la sua insegnante riposasse nella tomba di famiglia, sita al Cimitero Monumentale. Il tenore aveva anche contribuito con un assegno mensile al sostentamento di Gilda Minguzzi, quando era rimasta vedova. (…) Una lettera rintracciata alla Biblioteca Manfrediana di Faenza fa riflettere; indirizzata alla madre dalla Russia, in data 4 aprile 1890 (Collezione Autografi Cantagalli, n. 259), induce a pensare che egli si rivolgesse proprio alla Minguzzi, perché sua mamma era deceduta nel 1868, e perché Masini fa riferimento all’assegno mensile che egli aveva fissato di concederle regolarmente.". Montanelli scrive infatti nel 1931: «Ella avrebbe vissuto una vita assai misera con i guadagni delle poche lezioni di canto, se non fosse intervenuto in suo aiuto Angelo Masini, che le assegnò una pensione vitalizia con preghiera d’informarlo sinceramente di quanto potesse essere necessario. La buona signora non approfittò mai delle supplementari offerte del generoso allievo. Anima nobile, parlava di Angelo Masini con affetto materno. - Sì, mio caro maestro, - mi diceva essa - amo Masini come fosse mio figlio.».