Corso Canalgrande 103
Modena (MO)
Tel: 059 2032353 / 2032303 / 2032299
Giardino storico
È il parco storico più importante della città: venne aperto ai cittadini già nel 1739 dal duca Francesco III e reso definitivamente pubblico nel 1870. La sua superficie, di poco superiore ai 4 ettari, è in buona parte alberata con esemplari anche di ragguardevoli dimensioni, tra i quali spicca una monumentale farnia. Gli alberi, che appartengono a una pluralità di specie sia spoglianti sia sempreverdi, sono disposti in prevalenza nelle parti periferiche del parco, mentre la zona centrale ospita quattro ampie aiuole prative bordate di rose e attraversate da un percorso in ghiaia che dall’ingresso di corso Canalgrande conduce sino alla Palazzina Ducale, realizzata nel 1634 come luogo di delizie per la corte estense. Nel settore orientale il parco confina con l’Orto Botanico di Modena, istituito nel 1758 in un ettaro di superficie in precedenza compreso nel parco.

Varcando il grande cancello al termine di corso Canalgrande si entra subito nel cuore del parco, con un ampio percorso in ghiaia che conduce sino alla palazzina attraverso una serie di aiuole prative bordate di rose e macchie di piante aromatiche. Ai lati un doppio filare di tigli a ovest e un filare di sofore a est definiscono quello che in origine era l’asse mediano del parco, la cui simmetria si è però perduta in seguito alla sottrazione del settore orientale, l’area della “Montagnola”, trasformata in orto botanico. Davanti alla palazzina si conclude la parte più formale del parco, caratterizzata dall’alternanza di zone ghiaiate e prative, mentre tutt’intorno prevalgono zone alberate di aspetto più naturale. Nel settore nord-orientale, verso viale Caduti in Guerra, gli alberi sono particolarmente fitti e disposti in aiuole irregolari, sostenute da bassi muretti in pietra e laterizio e separate da stradelli in ghiaia. Si notano bagolari, frassini, pioppi neri, farnie, alberi di Giuda e numerosi sempreverdi (soprattutto cedri, ma anche pini e tassi);, mentre arbusti di nocciolo e bosso contribuiscono a rendere intricato il sottobosco. Procedendo verso nord, in direzione di corso Vittorio Emanuele, le aiuole cedono il passo a prati alberati segnati da piccoli gruppi di vetusti ippocastani, frassini e cedri, tra i quali, soprattutto in novembre grazie alla tonalità giallo dorata del fogliame, risalta un grande esemplare di ginkgo. In prossimità dell’ingresso e del monumento dedicato a Fabrizi, si trovano due allineamenti di grandi bagolari dal tronco particolarmente contorto. Prati densamente alberati coprono anche la parte sud-occidentale del parco, dove spicca una monumentale farnia e si estende un ombroso laghetto circondato da svettanti cipressi calvi.

L’origine del parco è molto antica e, secondo i documenti, nella seconda metà del ’500 nella zona già esisteva nel luogo un piccolo giardino al servizio della residenza modenese degli Estensi, un castello trecentesco che sorgeva nella parte nord-orientale della città, a ridosso dell’antica cinta muraria. Dopo che nel 1598 Ferrara era passata allo Stato Pontificio e la capitale del ducato estense trasferita a Modena, il duca Francesco I (1610-1658) dispose l’ampliamento del giardino, che venne affidato all’architetto romano Girolamo Rainaldi, il cui progetto prevedeva la realizzazione di labirinti, aiuole, pescherie, giochi d’acqua e di un teatrino arboreo su una piccola altura con funzione di belvedere oggi inclusa nell’orto botanico. Sempre nella prima metà del ’600 nel parco venne edificata una palazzina, su progetto del sovrintendente delle fabbriche ducali Gaspare Vigarani, come luogo di divertimento per la corte. Un secolo più tardi, nel 1739, il duca Francesco III donò i giardini alla cittadinanza dichiarandoli pubblici. Intorno al 1760 venne realizzata la cancellata in ferro presso l’ingresso principale e completata la palazzina che, grazie al prolungamento delle due ali laterali e all’abbellimento della facciata, assunse l’aspetto attuale. Nel 1772 la zona occupata dalla collinetta del belvedere e più tardi altre zone limitrofe vennero destinate all’orto botanico. Dopo il 1814 Francesco IV, secondo il gusto dell’epoca, commissionò un progetto di ampliamento e trasformazione del giardino in stile romantico, che prevedeva tra l’altro l’abbattimento della palazzina, e che fu realizzato solo in minima parte. Con l’Unità d’Italia il parco, passato in un primo momento alla Casa Reale, venne poi acquisito nel 1865 dal Comune di Modena e aperto al pubblico nel 1870. Alla fine dell’Ottocento, presso l’ingresso di corso Vittorio Emanuele, venne inaugurato il monumento al patriota modenese Nicola Fabrizi (1804-1885), dello scultore Francesco Fasce. Nel corso del ’900, in particolare nel secondo dopoguerra, furono avviati diversi interventi di recupero del parco, gravemente danneggiato dai bombardamenti, e furono installati giochi e giostre per il divertimento dei bambini (venne anche creato e poi dismesso un piccolo zoo). Anche la palazzina ducale venne sottoposta a un radicale restauro conservativo e dal 1981, prima occasionalmente e poi in maniera continuativa, è utilizzata come sede espositiva della Galleria Civica.