via Montegibbio
Sassuolo (MO)
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Giardino storico
Il parco, dedicato a Giuseppe Medici, politico nativo di Sassuolo più volte ministro negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, si sviluppa per circa 30 ettari sulle pendici del colle di Montegibbio (403 m), alla cui sommità sorge il castello, documentato dalla fine del X secolo e ampiamente rimaneggiato in stile neomedievale nella seconda metà dell’Ottocento. Il parco, in parte boscoso e impervio, in parte più aperto, accessibile e attrezzato, ospita la vegetazione tipica dei boschi collinari, arricchita da qualche esemplare di provenienza esotica introdotto a scopo ornamentale. Spiccano per dimensioni diverse grandi roverelle, uno spettacolare ippocastano, alcuni cipressi, ciliegi e aceri di monte. L’area è, inoltre, un’importante stazione relitta di pino silvestre.

Al castello si accede percorrendo una stretta strada in salita che, superato un arco in mattoni, termina nella corte prativa di forma irregolare, una sorta di mezzaluna schiacciata, evidentemente adattata alla conformazione della sommità del colle. Tutt’intorno, secondo la tipologia chiusa propria del mondo feudale, sono disposti i diversi edifici: il mastio, che per quanto alterato è l’unica struttura superstite del fortilizio medievale, la chiesa di San Pietro, con campanile e canonica, il seicentesco palazzo padronale in pietra e mattoni e altri fabbricati di aspetto neogotico (in passato adibiti a depositi, cantine, scuderie e limonaia). Subito sotto la cinta muraria si estende il parco, che riveste parte delle pendici del colle e i cui confini non sono chiaramente percepibili. La porzione maggiormente fruibile è quella che si apre sui due lati di via del Castello, appena sopra il grande parcheggio: un’ampia cintura prativa in piano, ricavata lungo i fianchi boscosi che risalgono il colle sino alla base degli storici edifici. Lungo la passeggiata, attrezzata con panchine, tavoli, lampioni, una fontanella e una piccola area giochi, si incontrano esemplari arborei sia autoctoni sia esotici anche di notevoli dimensioni. Dal percorso principale alcune tracce si spingono lungo il pendio, attraversando il bosco o raggiungendo radure erbose dalle quali si apprezza una bella vista sul paesaggio circostante. L’interesse naturalistico del parco, oltre che alla presenza di alcuni esemplari arborei monumentali, è legata a un popolamento di pino silvestre, una specie più tipica delle zone montane che si è spinta a queste quote più basse nel corso dell’ultima glaciazione.

Le prime testimonianze della presenza di un castello sulla sommità di Montegibbio (probabilmente da Mons Gibbus o Gibulus, Monte Gobbo, per la forma del rilievo) sono del 980, anno in cui l’imperatore Ottone II confermò il possesso del “Castellum di Monte Gibuli” ai canonici della cattedrale di Parma. Nell’XI secolo compare tra i possedimenti di Matilde di Canossa e più tardi passò ai della Rosa, signori di Sassuolo, e venne coinvolto nelle aspre lotte tra guelfi e ghibellini; nel 1325 venne conquistato e raso al suolo dal ghibellino modenese Francesco Bonaccolsi. Subito ricostruito, il castello passò agli Estensi, poi ai Pio, signori di Carpi e per circa un secolo anche di Sassuolo, quindi nel 1599 di nuovo agli Estensi, che nel 1636 lo cedettero ai modenesi conti Boschetti, che provvidero a restaurare gli antichi edifici e a costruirne di nuovi destinando il castello a luogo di villeggiatura e di caccia. Estinta la famiglia Boschetti, il castello tra la fine del secolo XVII e la metà del XIX cambiò più volte proprietà. Dopo l’Unità d’Italia venne acquistato dalla famiglia Borsari che ne fece la propria residenza estiva e, secondo il gusto dell’epoca, restaurò il castello in stile neomedioevale e ampliò il bosco. Dal 1972 l’intera area è di proprietà del Comune di Sassuolo, che ha provveduto a riorganizzare il parco dotandolo di un’ampia e comoda passeggiata che si sviluppa lungo il periplo delle mura del maniero.