viale Caduti in guerra 127
Modena (MO)
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Giardino storico
L’orto botanico modenese, oggi legato all’Università di Modena e Reggio Emilia, è stato istituito nel 1758, ha un’estensione di circa un ettaro e dispone di 300 mq di superficie coperta per il ricovero e l’esposizione delle piante. Le specie custodite superano il migliaio; si tratta di piante erbacee, arbustive e di numerose specie arboree che nell’insieme forniscono un’esauriente rappresentazione della biodiversità del regno vegetale. Il principale edificio presente all’interno sono le Serre Ducali, risalenti all’inizio dell’Ottocento, che dividono l’orto botanico in due settori: nella parte meridionale, più piccola, prevale la struttura ad aiuole, disposte a raggiera intorno a una grande vasca; nella parte settentrionale è ubicata la cosiddetta “Montagnola”, un modesto rilievo che ospita numerose specie arboree e arbustive sia esotiche sia nostrane.


L’orto modenese si presenta quasi dalle origini suddiviso in tre zone ben distinte: il cosiddetto “Sistema” ad aiuole (in origine Parterre) che occupa la porzione meridionale dell’area, il complesso delle Serre Ducali e del Museo Erbario e la più ampia porzione settentrionale, con la “Montagnola” e la limitrofa superficie pianeggiante. Il “Sistema”, il cui disegno risale al 1722, occupa una superficie di oltre 2.000 mq ed è costituito da una serie di aiuole che si sviluppano intorno a una vasca centrale (Idrofitorio). Al suo interno ospita circa 700 specie appartenenti soprattutto alla flora europea; tra quelli maggiormente rappresentati ci sono i generi Iris (con oltre 100 specie), Potentilla, Dianthus, Aquilegia, Salvia. Sempre in questa parte dell’orto, adiacente al cancello carraio che lo separa dal Parco Ducale Estense, è stata costruita verso la metà degli anni ’80 del secolo scorso una serra dedicata alle succulente, che illustra la grande varietà e gli straordinari adattamenti di queste piante. A nord del complesso delle serre, che ospitano collezioni di specie esotiche e svolgono anche la funzione di ricovero invernale delle piante in vaso, si estende la zona più ampia dell’orto, in buona parte occupata dalla “Montagnola”, un piccolo rilievo realizzato nel ’600 come belvedere del parco ducale, percorribile attraverso stretti sentieri e rustiche scalinate, che è ombreggiato da numerose specie arboree e arbustive tra le quali spiccano per dimensioni alcuni faggi e diversi bagolari. L’arboreto prosegue anche ai piedi della “Montagnola”, nella zona pianeggiante situata ai limiti settentrionali dell’orto, dove trovano posto diverse querce e alcuni grandi pini; sempre in questa zona è stato da poco allestito un “fossato didattico”, esemplificativo di un ambiente in passato molto frequente nelle nostre campagne e oggi fortemente minacciato.

L’Orto Botanico di Modena venne costituito nel 1758 per volontà del duca Francesco III d’Este, che dispose di dedicare la porzione orientale del Giardino Ducale alla “dimostrazione” delle piante medicinali. Nel 1772 l’orto passò sotto la giurisdizione della locale università e nello stesso anno, su disegno dell’architetto Giuseppe Maria Soli, venne organizzata la parte meridionale dell’orto, definendo le aiuole destinate alla coltivazione delle piante officinali e realizzando lo scavo dell’ampia vasca ancora esistente. Nella prima metà dell’Ottocento, sotto la direzione di Giovanni De Brignoli di Brunnhoff, l’orto si arricchì di numerose piante esotiche, assecondando la grande passione del duca Francesco IV per il collezionismo botanico. L’esigenza di serre sempre più grandi e capaci portò alla realizzazione delle due serre attuali, che furono unite tra loro nel 1838 mediante l’edificazione del museo erbario. In quel periodo l’orto iniziò a svolgere, accanto alla funzione istituzionale, un vero e proprio commercio di piante rivolto a coltivatori, collezionisti e appassionati, e a partire dal 1843 organizzò la prima esposizione di fiori mai realizzata in Italia, durante la quale tutti gli interessati potevano esibire i risultati delle loro produzioni. Nel corso del ’900 l’orto, attraverso l’acquisizione di collezioni, testi ed erbari, si è progressivamente arricchito, e negli ultimi decenni del secolo, in particolare con la direzione di Daria Bertolani Marchetti, sono stati portati a termine vari interventi di riorganizzazione, come il recupero dell’antica vasca delle piante acquatiche o la realizzazione della serra delle succulente.