Nell’intrico del boschetto, ad esempio, si riconoscono due bagolari (diametri 111 e 57 cm), una sequoia (diametro 78 cm) e, nei pressi della “neviera”, alcuni esemplari di tiglio (uno con diametro di 43 cm);
accanto al breve pendio che risale la collinetta della conserva risaltano una rovere (diametro 76 cm), un bagolaro (diametro 41 cm) e una roverella (diametro 70 cm).
Nella fascia alberata verso nord-est si distinguono due grandi platani (il maggiore con diametro di 65 cm), un pino dell’Himalaya (diametro 64 cm) e, più isolato, uno svettante cipresso (diametro 67 cm); non lontano si incontra un altro cipresso (diametro 64 cm).
Sul confine settentrionale, lungo la fascia di alloro e laurotino, emerge un grande bagolaro dal fusto costoluto tipico dei vecchi esemplari (diametro 121 cm), che mostra segni di sofferenza e presenta diverse carie e cavità. Verso il prato, infine, spicca una sequoia (diametro 92 cm).
Particolarità:
All’interno della villa, che conserva una breve ma tipica loggia passante, si sviluppa su due piani un piccolo percorso museale di particolare fascino. L’attrazione esercitata dagli ambienti, oltre che alle memorie storiche, è legata alla conservazione di vari arredi originali di notevole pregio ed eleganza, allo studiolo di Saffi e alla ricca biblioteca, che comprende anche un’importante raccolta di quotidiani rari. Una curiosità ulteriore sono gli interessanti dipinti murali trompe-l’oeil eseguiti nel 1937 per la cosiddetta stanza del ping-pong dal pittore e scrittore Amerigo Bartoli Natinguerra (1890-1971).
Forlì (FC)
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Oltrepassata la piccola corte, si raggiunge il retro della villa dove, tra la vecchia scuderia e un fitto boschetto, si trovano una piccola superficie inghiaiata e un prato domestico con vasi di fiori. Sul bordo nord-occidentale della superficie erbosa si espande la chioma, in parte mascherata da giovani arbusti, di un bellissimo tasso policormico, con nove branche tra loro intrecciate (la maggiore con diametro di 21 cm). Inoltrandosi tra gli arbusti per un sentiero ombroso, subito a sinistra, si costeggia il boschetto, che custodisce diversi alberi di notevoli dimensioni, anche se può essere difficoltoso individuarli nell’intrico del sottobosco non curato. L’area boscata, inoltre, nasconde una “neviera” per conservare le derrate alimentari in estate, che è ombreggiata da un gruppo di grandi tigli, querce e bagolari e quasi completamente rivestita di alloro e laurotino. Oltre il boschetto, verso nord-ovest, si incontrano un orto e un piccolo frutteto, con kaki, meli, peri e cotogni, che sono quel che resta della parte produttiva della vecchia proprietà (sino a una ventina di anni fa esisteva anche una limonaia). Verso nord-est, di fronte al lato breve dell’edificio, si apre un altro piccolo prato punteggiato di arbusti da fiore e bordato da una intricata fascia alberata. Il confine nord-orientale, invece, è definito da grandi bagolari e da una siepe con noccioli, viburni e lauri, un tempo sapientemente mescolati e oggi lasciati sviluppare in modo spontaneo. Nell’angolo che si affaccia sulla statale, spicca un cedro del Libano e lungo il confine con la strada sono disposti cespugli di alloro e laurotino sino a raggiungere il cancello. Particolarmente piacevole è percorrere il vialetto di accesso dalla statale che, ombreggiato dai tigli e punteggiato in primavera da fioriture di viole e pervinche, accompagna verso il prato di fronte alla facciata della villa. Su questa area prativa crescono un arbusto di cidonia, decorativo sia per i fiori rosa che per le piccole mele, un tasso, due magnolie sempreverdi, un altro cipresso di poco inferiore al precedente e, più vicine all’edificio, due giovani lagerstroemie. Questo lato del giardino, tuttavia, è soprattutto caratterizzato dalla presenza di un maestoso cedro del Libano (diametro 135 cm), probabilmente risalente ai tempi di Aurelio Saffi, che svetta proprio di fronte all’antica cappellina. È l’albero più grande e suggestivo del parco, nonostante l’estesa ferita prodotta lungo il suo fusto da un fulmine e il seccume che interessa la cima di molti rametti.