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Giardino storico
L’odierno spazio verde è quanto resta dell’antico giardino di Palazzo Costabili, detto anche “di Ludovico il Moro”, e in particolare della ricostruzione in stile rinascimentale realizzata nel 1936, dopo l’acquisto del complesso da parte del Demanio dello Stato per accogliere i reperti provenienti dagli scavi di Spina. Della superficie originaria del giardino rimangono la porzione a sud dell’edificio e una piccola striscia verso est, ma il disegno si è irrimediabilmente perduto e oggi si può leggere soltanto l’impronta lasciata dal rifacimento del secolo scorso.

Il curioso giardino in stile "neorinascimentale" è stato oggetto di un intervento di restauro di tipo formale, estetico e funzionale, terminato nel 2010. E' in prevalenza costituito da un parterre di aiuole formali di bosso, suddivise da vialetti ortogonali, secondo i canoni del giardino all’italiana. Verso il centro restano le siepi di un piccolo labirinto e più avanti si incontra una zona che conserva vecchi melograni e altri alberi da frutto. Un filare di cedri deodara e del Libano scherma il muro di recinzione verso sud e i retrostanti edifici. L’incrocio dei vialetti, in posizione abbastanza centrale, è segnato da una vera da pozzo veneziana, che in precedenza si trovava a Palazzo Riminaldi; il vialetto perpendicolare a via XX Settembre è caratterizzato da un semplice pergolato di rose rampicanti. Un infelice filare di cipressi dell’Arizona addossati al muro di cinta chiude il lato orientale del giardino. A est si trova anche una piccola porzione di verde, che oggi accoglie una seconda vera da pozzo, che un alto muro separa dalla strada e da un’area un tempo destinata a orti.

Le vicende del giardino sono naturalmente legate a quelle del palazzo, una bella residenza rinascimentale che la tradizione attribuisce a Ludovico Sforza detto il Moro, duca di Milano, ma che appartenne in realtà ad Antonio Costabili, segretario di Ludovico e personalità di spicco della corte del duca Ercole I d’Este. Il progetto iniziale è opera dell’architetto ducale Biagio Rossetti, che iniziò la costruzione dell’edificio nel 1500; il cantiere del palazzo, rimasto incompiuto, vide all’opera illustri scalpellini e pittori della corte estense, tra cui il Garofalo, al quale si devono gli affreschi dalle audaci prospettive nella volta dell’Aula Costabiliana o Sala del Tesoro, che raffigurano scene della vita di corte. Al centro del palazzo si trova il cortile d’onore, completato soltanto su due lati e ornato da un doppio loggiato con ricche decorazioni scultoree. Dopo il succedersi di vari proprietari nel 1920 il palazzo venne acquistato dal Demanio dello Stato e nel 1935 fu inaugurato il Museo Archeologico Nazionale. L’anno successivo venne realizzato il giardino, senza particolare attenzione per i segni rimasti della sistemazione originaria, ma ispirandosi a un modello, in larga parte inventato, di verde ornamentale cinquecentesco.