Piazza Minghetti
Bologna (BO)
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La piazza (0,13 ettari), realizzata verso la fine dell’Ottocento nell’ambito degli interventi di trasformazione di questa porzione del centro storico, è stata profondamente riorganizzata negli anni scorsi; alle spalle della statua di Marco Minghetti, si erge un platano monumentale.

La piazza, più volte rimaneggiata nel corso dei decenni, aveva in parte già perduto la discreta varietà vegetale che la caratterizzava in origine, pur avendo mantenuto la peculiare fisionomia legata al gusto ottocentesco per lo studiato accostamento di alberi e arbusti dalle chiome cromaticamente contrastanti e l’impiego di specie esotiche insolite. La recente riorganizzazione, che ha suscitato qualche polemica e diviso i bolognesi tra favorevoli e contrari, ha decisamente trasformato l’aspetto complessivo della piazza , dove la componente verde è limitata alle cinque aiuole allungate che facevano da contorno all’originaria piazza-giardino, rivestite di erbe e arbusti tappezzanti. Varie specie di abelia, nandina, iperico, mahonia, agazzino, lonicera e liriope formano cuscini verdi dai quali si innalzano alcuni grandi esemplari arborei del vecchio impianto: due ginkgo, un faggio a foglie rosse e un raro esemplare, ormai senescente, di Cladastris lutea. Di recente sonno stati introdotti tre giovani esemplari arborei: una magnolia sempreverde, una magnolia di Soulange e una Cladastris lutea. Al centro dell’area pavimentata si innalza il monumento bronzeo allo statista bolognese Marco Minghetti (1818-1886), opera di Giulio Monteverde, e alle sue spalle si staglia un magnifico esemplare di platano, che sullo sfondo ha la facciata del Palazzo delle Poste (opera di Emilio Saffi, fu inaugurato nel 1911).

La piazza fu ricavata nel 1893-96 dalla demolizione di un vasto isolato tra via de’ Toschi e il bianco Palazzo della Cassa di Risparmio, realizzato tra il 1868 e il 1876 dall’architetto Giuseppe Mengoni, nell’ambito delle trasformazioni post-unitarie che interessarono questa parte della città medievale. Il progetto, inizialmente affidato al piemontese Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, che aveva da poco terminato i Giardini Margherita, prevedeva un giardino più ampio e complesso di quello che venne poi realizzato (comunque ispirato agli square alla francese tipici della Torino della seconda metà dell’Ottocento e circoscritto da una cancellata). Nel 2012 la piazza è stata inaugurata nella sua nuova veste, progettata dall’architetto Glauco Gresleri, che ha riordinato lo spazio in chiave più moderna, riducendo la superficie a verde e la componente arborea, enfatizzando le vedute sugli edifici circostanti e provvedendo a una nuova pavimentazione e a nuovi arredi.