Via Fratelli Cervi
Argelato (BO)
Tel: Tel. 051 892796
Giardino storico
La villa prende il nome dalla contessa Beatrice Lanzi, morta nel 1884, che era moglie dell’avvocato Enea Facchini (appartenente alla famiglia degli ultimi proprietari privati). Furono tuttavia, a partire dal ’500, le nobili famiglie Angelelli prima e Zambeccari poi a dare l’impronta alla tenuta, disegnata secondo i canoni rinascimentali. Gli elementi salienti sono il lunghissimo viale di accesso ombreggiato da un doppio filare di pioppi cipressini a nord e il grande “prato serraglio” a sud della residenza nobiliare, racchiuso su tre alti da un monumentale filare di querce e un tempo destinato a feste e ricevimenti. La villa, oggi di proprietà del Comune di Argelato, è stata restaurata negli ultimi anni.

Il parco, come del resto la campagna circostante, ruota tuttora intorno all’asse della loggia passante interna alla residenza, che si prolunga verso l’esterno, in direzione sia nord che sud, per quello che un tempo era chiamato “cavedagnone”. A nord della villa, secondo i documenti e le mappe dei primi decenni del ’600, il giardino era originariamente organizzato in grandi parcelle rettangolari simmetriche all’ampio viale centrale, che comprendevano anche la collinetta della conserva, tuttora esistente, e una peschiera; oggi questa porzione di giardino è, invece, sistemata in maniera informale, con zone densamente alberate intorno a un’area prativa in posizione centrale. A sud della villa si estende un grande prato, nel quale crescono solo pochi alberi da frutto, che è delimitato da un’alta siepe perimetrale (con olmi, aceri e biancospini), dalla quale emergono molti alberi di notevoli dimensioni: verso est spiccano un grande platano dal portamento inclinato, un ippocastano, un tiglio, mentre un bellissimo filare di enormi farnie chiude il lato meridionale del parco. Il filare di farnie prosegue in parte sul lato occidentale, con altri due esemplari di medie dimensioni, ai quali fanno seguito quattro grandi platani.

L’edificio, tra gli esempi più interessanti del Bolognese di villa rinascimentale con “giardino campagna”, venne fatto costruire nella seconda metà del ’500 dalla famiglia senatoria bolognese degli Angelelli e nel 1669 passò ai marchesi Zambeccari in seguito al matrimonio tra Isabella Angelelli e Costanzo Zambeccari (motivi araldici della famiglia compaiono negli affreschi delle sale). Nella seconda metà dell’Ottocento la tenuta, che comprendeva 12 poderi a mezzadria, cambiò tre volte proprietà in pochi anni e venne infine venduta nel 1881 alla famiglia Facchini, che con alcune acquisizioni la portò agli attuali 307 ettari di estensione. L’ultimo proprietario, Alessandro Facchini, la donò al Ricovero di Mendicità di Bologna (oggi Istituto di Cura e Riposo Giovanni XXIII) e dal 1996 di proprietà del Comune di Argelato. Il nucleo centrale dell’edificio, costituito da due piani rialzati raggiunti su entrambe le facciate da una doppia scalinata, risale alla seconda metà del ’500 e presenta una cuspide centrale nel prospetto a sud e una loggia a tre archi in quello a nord. La villa vera e propria è affiancata da due ali laterali, destinate agli alloggi per la servitù e ai molti servizi legati al funzionamento quotidiano della tenuta; ambedue i corpi laterali, più bassi della villa, delimitano internamente degli spazi a corte, abbastanza rari nel panorama delle ville bolognesi ma funzionali al suo ruolo di sede aziendale, oltre che di luogo di rappresentanza e piacevole soggiorno. Gli ambienti del piano nobile conservano importanti decorazioni attribuite in parte al pittore cinquecentesco Cesare Baglioni e in parte a un suo probabile collaboratore che fu attivo anche nella Villa Sampieri Talon a Volta Reno; i soggetti dipinti, a carattere moralistico, furono probabilmente commissionati da un erudito della famiglia Angelelli. La disposizione degli alberi e della vegetazione nel parco fu appositamente studiata, con un accorgimento tipico del ’500, per accentuare lo sbalzo termico tra le due zone del giardino e creare così correnti d’aria nelle stanze della villa. A est della villa sorge un edificio allungato, con un portico chiuso da vetrate e una torre decentrata che si alza dal tetto, che era un tempo adibito a stalla; da poco restaurato, è sede di un vivace centro sociale.