poco distante, verso la zona centrale, in fondo al vialetto di lecci sulla destra, cresce un bell’esemplare dal portamento inclinato (diametro 160 cm);
nell’ edificio della Scuola dell’infanzia “Giaccaglia Betti” è inglobato un grandioso esemplare (diametro 175 cm), del quale dall’esterno si può osservare la parte biforcata del tronco e l’immensa chioma;
al centro del settore prativo di nord-est, infine, in una aiuole circolare rialzata, tra arbusti di ginepro, ibisco e laurotino, si innalza il più grande platano del parco (con tronco biforcato e diametro di 194 cm).
Particolarità:
Il vicino edificio dello Sferisterio, costruito nel 1822 da Giuseppe Tubertini per ospitare l’antico gioco del pallone, come ricorda una lapide posta tra due delle 16 semicolonne, fu coperto nel primo dopoguerra per essere poi trasformato, negli anni ’50, in pista di pattinaggio e piccolo palazzo dello sport. Oggi ospita un campo di pallavolo.
DM (L. n. 1497/1939)
DLgs n. 42/2004, art.136
DM (L. n. 1497/1939)
Bologna (BO)
La consapevolezza del forte legame tra il parco e le vicende della città può, infine, far gustare alcuni particolari scorci e punti di vista sui dintorni: la scarpatella verso via del Pallone, ad esempio, ricca di lillà, dalla quale si vede la vecchia fabbrica di panni Manservisi, affacciata sul canale delle Moline; le mura piene di erbe spontanee e i ruderi della fortezza di Galliera; la balconata di via Indipendenza e il palazzo Maccaferri (o dell’Eden), con il bel glicine arrampicato accanto al cancello. Quest'ultimo edificio, oggi sede dell’Enel, venne costruito nel 1899 per ospitare un café chantant al piano terra, dove si esibirono celebri cantanti come Maria Campi e la Bella Otero, e sale da gioco e ristorante al piano superiore, con terrazze che si aprivano sul giardino.
Nel corso dell’Ottocento la Montagnola fu sede di manifestazioni celebrative e sportive, spettacoli, voli con l’aerostato (Francesco Zambeccari, nel 1803, fu il primo a volare in pallone dalla sommità dell’altura e anni dopo morì durante un volo sopra il parco). L’8 agosto 1848 la Montagnola e la piazza sottostante furono teatro della battaglia che portò alla temporanea cacciata degli Austriaci da Bologna, che proprio dal parco si difesero con l’artiglieria dall’assalto dei bolognesi (l’avvenimento, oltre che dall’odierno nome della piazza, è ricordato dal monumento di Pasquale Rizzoli collocato ai piedi della Montagnola nel 1903). Il parco ospitò abitualmente spettacoli di fuochi d’artificio e feste carnevalesche, la pista circolare venne usata per corse di cavalli e velocipedi e nel corso dei decenni si susseguirono manifestazioni pubbliche, mostre ed esposizioni. A partire dal 1871 la costruzione della stazione ferroviaria e la successiva apertura di via Indipendenza, conclusa alla fine del secolo, cambiarono tutta la fisionomia della zona e nel 1896 la Montagnola venne arricchita, su progetto di Tito Azzolini e Attilio Muggia, da un ingresso monumentale rivolto verso la stazione, il cosiddetto Pincio, dotato di una grande fontana e di tre scalinate ornate di bassorilievi a tema patriottico. Nel ripiano più basso della grande scalea i bassorilievi sono di Arturo Colombarini e Ettore Sabbioni e la fontana al centro è di Diego Sarti e Pietro Veronesi su disegno di Azzolini e Muggia; dentro una conchiglia, sormontata dallo stemma della città, una ninfa su un cavallo marino viene assalita da una piovra (è ricordata da Carducci nel libro Rime e ritmi). Il fronte più alto è arricchito da tre bassorilievi a tema patriottico (ritorno dalla vittoria di Fossalta, cacciata degli Austriaci l’8 agosto 1848 e distruzione del Castello di Galliera). Nel piazzale centrale del parco, invece, venne collocata la grande vasca circolare, con sculture di Diego Sarti, che era stata realizzata per l’Esposizione Emiliana del 1888 ai Giardini Margherita. Nel 1912 l’apertura di via Irnerio sancì la separazione tra la piazza e il parco, che nel frattempo aveva perso frequentatori in favore di aree verdi più recenti (Giardini Margherita, San Michele in Bosco). Nel 1934 venne inaugurato un padiglione, che oggi ospita la scuola dell’infanzia Giaccaglia Betti, per la mostra che celebrava la costruzione della Direttissima (la ferrovia Bologna-Firenze, terminata nel 1923). Nel dopoguerra, dal 1951 al 1964, prima dell’edificazione del nuovo quartiere fieristico, il parco ospitò ben 14 edizioni della Fiera Campionaria.