Intorno ai ruderi della villa, insieme a esemplari esotici di uso frequente nei giardini ornamentali (cedro dell’Atlante, pino dell’Himalaya, sofora, paulonia), si incontrano anche specie più inusuali come il bagolaro occidentale o americano, il falso loto (Dyospirus lotus), importato dalla Cina a scopo ornamentale e utilizzato anche come portainnesti del kaki (Dyospirus kaki), l’albero del caffè (Gymnocladus dioica), una leguminosa i cui semi tostati venivano un tempo usati in America per produrre il caffè Kentucky, un succedaneo del vero caffè.
Soprattutto in autunno, quando il fogliame diventa giallo dorato, davanti alla villa spicca un grande esemplare maschile di ginkgo (diametro 90 cm) dalla chioma molto ampia (anche se priva purtroppo della cima).
In questo tratto iniziale lungo la strada si riconosce ancora un vecchio filare di spino di Giuda (Gleditschia triacanthos), un’altra leguminosa nordamericana dagli inconfondibili, lunghi baccelli (i tronchi degli esemplari maggiori, dotati di caratteristiche spine ramificate, hanno diametri intorno ai 60 cm).
Nei pressi del nucleo di San Gaetano si può ammirare un altro grande cedro dell’Himalaya (diametro 123 cm), che ombreggia i resti di un finto castello medievale noto come “casa dell’orso”.
Sulla scarpata del ruscello che scende a breve distanza, si incontra una delle roverelle di maggiori dimensioni del parco, con un fusto di quasi un metro e mezzo di diametro e una chioma ancora imponente nonostante la stroncatura di alcune grosse branche. Altre notevoli roverelle si possono vedere poco lontano sulla scarpata che scende verso l’area golenale e nel bosco in alto sopra alla villa.
Poco oltre Casa Santa Margherita, a valle della strada, si impone per le dimensioni (diametro 125 cm) e la notevole struttura della chioma, un grande pioppo bianco che cresce isolato ai piedi del pendio nei pressi di un piccolo fosso. Si tratta sicuramente di uno dei maggiori rappresentanti arborei della formazione boschiva mista che occupa parte dell’area golenale.
Particolarità:
L’odierno nome del parco è legato alla storica chiusa realizzata alla fine del XII secolo per deviare le acque del fiume nel canale di Reno e rifornire Bologna di energia idraulica. L’imponente opera, che per secoli svolse un ruolo di primaria importanza per la vita e l’economia della città, venne rifatta nel 1324, risistemata nel ’500 su disegno di Jacopo Barozzi e poi ancora nel 1895, per rimediare ai danni prodotti da un’impetuosa piena del fiume. Illuminato dal 1997, nel 2004 il complesso della chiusa e del canale di Reno è stato proposto per essere inserito tra le opere tutelate dall’Unesco. Recentissimi lavori hanno rimesso in luce la complessa struttura interna della chiusa, che è sicuramente una delle maggiori opere ingegneristiche medievali ancora attive.
Tipo:
sentiero
Particolarità:
A lato della chiesa di San Martino, infine, ha inizio il caratteristico sentiero dei “Bregoli”, che da secoli collega la parrocchiale al santuario della Beata Vergine di San Luca. Il sentiero, già segnalato in mappe settecentesche e ampliato nella seconda metà dell’Ottocento, attraversa il bel querceto misto che riveste il versante, ricco di fioriture nemorali, ed è uno dei percorsi più tradizionali della collina di Bologna. La salita verso il santuario, che richiede un’ora circa, è scandita dalle edicole votive di una Via Crucis, restaurata di recente, che venne realizzata nel 1926, in occasione dell’ultimo intervento nella chiesa (su progetto di Edoardo Collamarini).
DM (L. n. 1497/1939)
DM (L. n. 1497/1939)
DLgs n. 42/2004, art.136
Dlgs n.42/2004, art.136, lett c) e d)
DLgs n. 42/2004, art.10
Casalecchio di Reno (BO)
Grazie a finanziamenti pubblici (Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna) e privati ottenuti grazie ai progetti messi in campo dal Comune di Casalecchio di Reno, è stato possibile giungere al completamento del piano di interventi previsto per il Parco della Chiusa, che si proponeva di valorizzare il patrimonio delle corti coloniche. Sono stati così consolidati i ruderi della Villa settecentesca dei Sampieri Talon (2010-2014) e sono nate la Casa per l’Ambiente dalla vecchia Casa del Custode nel 2007, il centro studi Montagnola di Sopra nel 2012, Casa Santa Margherita, sede dell’Azienda agricola biodinamica che gestisce il parco dal 2007 e a partire dal maggio 2014 attiverà il forno del bio-pane. Ultime in ordine di tempo anche Montagnola di Mezzo, che nel corso del 2014 sarà pronta ad ospitare gli stagisti del Parco, e la ex limonaia dei Sampieri Talon dove verrà realizzata, sempre nel 2014, il Vivaio comunale per la biodiversità.