Piazzale Giovanni dalle Bande Nere
Imola (BO)
Tel: Tel. 0542 602207 - iat@comune.imola.bo.it
Giardino storico
Il complesso dell’ex Ospedale Psichiatrico “L. Lolli”, oggi di proprietà dell’Azienda Sanitaria Locale di Imola, copre una superficie di oltre 40.000 mq., con una struttura ospedaliera cosiddetta “a padiglioni” caratterizzata da una disposizione regolare di edifici a diversa destinazione d’uso (degenza e luoghi di cura, servizi, studi medici, cucina, lavanderia,ecc…). Tra i padiglioni, collegati tra loro con portici, si aprono vari spazi verdi sia ad uso esclusivo dei degenti che di uso comune (pazienti, personale e visitatori).
Attualmente il complesso ospedaliero non è più adibito a degenza psichiatrica, ma è sede di vari servizi dell’Asl quali Poliambulatori medici, Centro prenotazione, Centro Prelievi, Servizio salute mentale, Servizio Farmaceutico, , Uffici Amministrativi e Tecnici, AVIS ecc....
Le varie arre verdi mantengono notevole interesse sia per le dimensioni che per la varietà degli alberi presenti, tra i quali spiccano maestosi sempreverdi (soprattutto cedri, pini e lecci), in parte risalenti all’impianto originario dell’Ottocento.
Particolare attenzione merita il giardino antistante all’edificio denominato ex Direzione, lungo la via Saffi, di cui tratteremo in specifico.


Il complesso manicomiale, risalente al 1869, ha una notevole importanza storica per la città poiché in base alla presenza di questa struttura Imola è divenuta nota in tutta Italia (città dei matti), soprattutto negli ultimi decenni del XIX secolo.
Per ricostruire la storia del Manicomio Imolese si deve fare riferimento, in primo luogo, alla figura del Dott. Cassiano Tozzoli che fu il primo che s’interessò ai malati di mente del territorio imolese. Nel 1841 Tozzoli ebbe dal Cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti l’incarico della direzione tecnica e amministrativa dell'Ospedale imolese di S. Maria della Scaletta, e nel novembre 1844, in un padiglione, capace di 80 letti, adiacente all’ospedale vecchio aprì la prima sede del Manicomio, unico in tutta la Romagna e che ben presto accolse infermi provenienti anche da altri paesi della Regione.
Il 1° Gennaio 1862, fu nominato, dalla Congregazione di Carità, Direttore dell'Ospedale il Dott. Luigi Lolli che subito provvide allo studio e stesura di un nuovo progetto di ospedale psichiatrico. L'idea progettuale era quella di creare un complesso costituito da una struttura a padiglioni con grande attenzione all'accoglienza di persone malate bisognose di un ambiente sano e salubre, infatti egli scrisse: “l’ospedale…..è costituito nella forma denominata a padiglioni, congiunti fra loro da portici, divisi e circondati da cortili e giardini, né troppo gli uni prossimi agli altri per non intercettare l'aria e la luce, né troppo distanti per non rendere malagevole ed imperfetto il servizio. Ogni padiglione è fornito di giardini e passeggi coperti con ampie camere di soggiorno e facile rinnovazione dell'aria, perché non manchino mai le condizioni necessarie per la occorrente respirazione”.
I padiglioni sono disposti su tre linee parallele; il blocco più imponente è il fabbricato adibito a residenza per l'amministrazione e il Direttore e si collega a destra e a sinistra con le linee dei padiglioni riservati agli uomini e alle donne. Le parti così riunite formano il prospetto principale, rivolto a sud. I padiglioni di degenza sono suddivisi in base al tipo di patologia: pensionati e convalescenti, epilettici, tranquilli, semiagitati, agitati e furiosi. Oltre ai fabbricati riservati alla residenza dei malati, nella linea centrale si trovano i locali di servizio: cucina, guardaroba, infermerie, bagni, locali per l'idroterapia, cappella per le funzioni religiose, camera mortuaria e per le autopsie e gabinetto anatomico. Tutta l'area è cinta da un muro alto 4 metri.
Il Dott. Lolli si preoccupò di trovare un architetto che riuscisse a rendere reale il progetto e perciò si rivolse all’architetto Antonio Cipolla.
L'area in cui fu costruito il nuovo complesso era denominata Orto Barbacina e apparteneva all'avv. Alessandro Morelli il quale la vendette nel 1867 all'Ospedale.
La prima pietra del nuovo Manicomio imolese fu posta il 5 Agosto 1869 dal Sindaco d'Imola il sig. Conte Codronchi e nel 1880 i lavori furono terminati.
Nel giro di poco tempo però gli 800 letti presenti nella struttura si rivelarono insufficienti per le domande che provenivano da tutte le parti d'Italia, cosicché il Dott. Lolli pensò, come soluzione, alla costruzione di un Manicomio di completamento (Ospedale dell’Osservanza) sul vicino Orto dell'Osservanza per soddisfare almeno le richieste provenienti dalla Romagna., Il progetto originario dell'area verde antistante alla Palazzina Direzione del complesso ospedaliero venne affidato al Conte Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, al quale si devono anche il completamento del Parco Valentino a Torino, il progetto per i Giardini in onore della Regina Margherita di Bologna e i giardini pubblici di molte città come Cremona, Piacenza, Asti, Cesena, Carrara, Mantova.
Da un bozzetto originario del Conte di Sambuy, datato 24 Febbraio 1877, si può notare un disegno compositivo dell'area e una scelta delle essenze vegetali tipici dell'epoca e di altri progetti coevi; in particolare si trovano elementi del giardino paesistico, come le linee sinuose, del giardino italiano, come le aiuole formali e del giardino ottocentesco in generale, influenzato dal gusto per l'esotico che prende forma nell'uso di specie non autoctone, soprattutto conifere.
Il progettista aveva previsto anche un “boschetto folto sparso d'alberi di querce, pioppi e ontani”, costeggiante il muro esterno, che originariamente era alto 4 metri.
Si trovano nel progetto 5 aiuole, che sono individuate da percorsi, simmetrici rispetto all'asse centrale su cui sono collocati il cancello di accesso all'area e il portone principale di ingresso all'edificio, i quali convergono verso il cancello d'entrata.
Il disegno indicato dal Conte E. B. Bertone di Sambuy è rintracciabile anche nella pianta del rilievo redatto dall'ing. Felice Orsini per la vendita del Manicomio alla Provincia di Bologna, risalente al 1897.

Rispetto al progetto originario, si nota una congruenza fra le aiuole disegnate dal Sambuy e quelle rilevate dall'ing. Orsini, con le eccezioni di una riduzione delle aiuole contigue all'edificio, del “boschetto”adiacente al muro di recinzione e la costruzione della ghiacciaia (lato ovest).
L'area nel suo complesso ha mantenuto un assetto simile a quello originario, con conservazione degli elementi vegetali presenti, sebbene questi non corrispondano totalmente alle indicazioni del progetto originario.
Il confronto fra la situazione attuale e quella storica consente di verificare differenze fra zone adibite a percorsi e zone riservate alla vegetazione con una riduzione, a livello morfologico, delle quote altimetriche che rendono la maggior parte dell'area pressoché pianeggiante, e con la perdita della differenziazione di pavimentazione dei vari spazi all'interno dell'area che attualmente risulta totalmente inerbita.