Via Saragozza, 228/230
Bologna (BO)
Giardino storico
Il gradevole giardino di Villa delle Rose (2,3 ettari) si estende appena sopra via Saragozza, sulla modesta altura di Monte Franco, a poca distanza dalle prime pendici del colle della Guardia (dove sorge il santuario della Madonna di San Luca). Solo la strada di accesso a un convento di suore francescane di clausura lo separa dal contiguo Parco di Villa Spada. Al centro sorge la villa settecentesca, ornata da un elegante loggiato, che è raggiungibile percorrendo un sinuoso viale di platani o una bella scalinata a più rampe che impreziosisce la porzione più ornamentale del giardino, ricca di sempreverdi esotici e siepi di arancio amaro e tasso. Accanto alla villa cresce un superbo esemplare di faggio. Uno scenografico viale di ippocastani si prolunga nell’area retrostante l’edificio, in parte occupata da una piccola pineta.



Oltre la cancellata di ingresso due leoni in pietra ornano la base della scalinata che risale il pendio sino alla villa. Lungo il muretto alla base della scarpata, come per buona parte del perimetro del giardino, si sviluppa una siepe spinosa di arancio trifogliato (Poncirus trifoliata), in questo tratto sovrastata da conifere che protendono i rami verso via Saragozza (abete di Spagna, pino strobo, pino eccelso). Nel tratto iniziale della strada che sale alla villa, invece, spiccano alcuni libocedri dall’inconfondibile portamento a candelabro. Cominciando a salire la scalinata si notano, insieme a elementi vegetali tipici dei giardini all’italiana (grandi tassi potati in forme globose e bizzarre, cipressi colonnari), alcuni gruppi di maestosi cedri dell’Himalaya e dell’Atlante (e individui ibridati con il cedro del Libano). Proseguendo risaltano numerosi esemplari di tasso e pino domestico, alcune sofore, una magnolia e un’inconfondibile araucaria. Al termine della scalinata si apre il piazzale della villa, sottolineato da una fitta siepe di tasso e sovrastato dalla chioma del grande faggio. Dietro la villa il largo viale di ippocastani, delimitato sul lato destro da una siepe di arancio trifogliato, taglia il leggero pendio su cui si estende la parte retrostante del giardino, sino al confine con la parte riserva alla scuola primaria Armani Avogli. Sul lato opposto del viale le verdi chiome dei pini domestici spuntano da una densa siepe di lauroceraso e negli anni sono stati integrati da querce di varie specie.

La villa, costruita nella seconda metà del ’700 dalla famiglia Cella, era in origine la casa padronale di una tenuta agricola che cambiò più volte proprietà nel corso dell’Ottocento. Gli ultimi proprietari privati in ordine di tempo furono i conti Armandi Avogli, che ai primi del ’900 risistemarono la villa e il giardino, arricchendolo con aiuole fiorite. Per volontà della vedova del conte Guelfo, Nerina De Piccoli, morta nel 1916, l’intera proprietà passò al Comune di Bologna per essere destinata a sede della Galleria d’Arte Moderna, che venne inaugurata solo verso la fine degli anni ’20. La villa, che per i tanti fiori del giardino aveva assunto il nome di Villa delle Rose, divenne così una meta delle passeggiate domenicali fuori porta dei bolognesi, che a piedi o in tramvai la raggiungevano per visitare le opere d’arte esposte nelle sale e nel giardino. La galleria ospitò in un primo tempo dipinti dei primi decenni dell’Ottocento e in seguito solo opere novecentesche (Bertelli, Drei, Romagnoli, Tomba e altri), in parte acquisite attraverso le varie edizioni di un concorso per pitture e sculture intitolato allo scultore ottocentesco Cincinnato Baruzzi. Ancora oggi nello spazio all’ombra del grande faggio sono disposte varie sculture e altre si trovano nel piazzale a ovest della villa. Dopo gli sconvolgimenti dell’ultima guerra la galleria, soprattutto grazie alla passione del noto storico dell’arte Francesco Arcangeli, venne riaperta nel 1961 (nel 1975 fu trasferita nel Fiera District).