Sempre nel Campo Carducci, sul lato opposto, quasi a ridosso della Camera Mortuaria, spicca la chioma slanciata di un altro cipresso di dimensioni di poco inferiori (diametro 86 cm), mentre un altro gruppo di grandi esemplari della stessa specie si scorge alle spalle dell’edificio, quasi a ridosso del muro di cinta.
Sul lato settentrionale della Certosa, è degna di nota la coppia di cedri dell’Himalaya subito oltre l’ingresso monumentale ottocentesco, definito dall’imponente cancellata in ferro con pilastri sormontati da due grandi statue in terracotta di Giovanni Putti (conosciute come Piagnoni). I due esemplari occupano le due aiuole ricavate nello spazio a emiciclo che anticipa il grande campo del Chiostro Maggiore: il cedro dell’aiuola a ovest (diametro 120 cm), che ombreggia la tomba della famiglia Dall’Ara, presenta una bella chioma conico-piramidale (purtroppo in precarie condizioni vegetative), mentre il secondo cedro, a ridosso della tomba dell’architetto Luigi Vignali, ha dimensioni inferiori sia nel tronco (diametro 100 cm) sia, soprattutto, in altezza e il suo portamento fa sospettare che possa trattarsi di un ibrido.
Lungo il frequentatissimo viale di cipressi che conduce all’ingresso settecentesco della Certosa, oltre il muro che delimita l’appartato Cimitero Evangelico, richiama l’attenzione un altro esemplare di cedro dell’Himalaya (diametro 113 cm), che sovrasta il piccolo campo e presenta una chioma ancora molto vigorosa (per quanto interessata in passato da stroncature dovute alla neve).
Nell’adiacente e suggestivo Cimitero Ebraico, infine, sono da segnalare due splendidi alberi che vegetano nel campo più antico, ben visibili entrambi anche oltre il bel muro di cinta: un maestoso cedro dell’Himalaya dal tronco possente e allargato alla base (diametro 120 cm) e un grande cipresso dalla chioma slanciata e particolarmente integra (diametro 88 cm).
Particolarità:
Nel 1869-71 la scoperta di un sepolcreto etrusco nel cimitero, a partire dal fortuito rinvenimento di una tomba etrusca durante la realizzazione della Galleria degli Angeli, diede il via a una serie di scavi archeologici, diretti da Antonio Zannoni, ingegnere capo comunale e appassionato archeologo, che qualche anno più tardi curò il ripristino dell’antico acquedotto romano di Bologna. Gli scavi riportarono alla luce centinaia di tombe, databili tra la metà del VI e il IV secolo a.C. I materiali rinvenuti diedero un impulso decisivo alla nascita del Museo Civico Archeologico nel 1881 e costituiscono tuttora il nucleo principale della sezione etrusca del museo. Fu la prima, grande scoperta archeologica avvenuta a Bologna e gli scavi vennero seguiti con entusiasmo dalla cittadinanza, tanto che nel 1874 ebbe luogo il Carnevale degli Etruschi, una grande sfilata in maschera per celebrare gli antichi antenati.
Bologna (BO)