pietra di Sarnico
sec. XX (1936 - 1936)
Dopo la mostra milanese, il successo si rinnovò nel 1920 alla Regionale di Ferrara, nel 1921 nuovamente a Milano, nel 1922 alla Primaverile Fiorentina e poi, da invitato, alla Biennale di Venezia dove espose L'Ultima Cena (o Cenacolo), gruppo in argento, ora esposto nella Cattedrale di Oslo.
Il 14 giugno 1925 fu inaugurato nel Parco delle Rimembranze a Bondeno, La Madre, il monumento ai caduti della Prima guerra mondiale per il quale fu poi insignito della cittadinanza onoraria del comune. In seguito alla promulgazione delle leggi razziali, l'onorificenza gli fu revocata e nuovamente riconosciuta solo nel 2004 dal Sindaco Davide Verri grazie alla segnalazione di 2 studenti Scout di Bondeno, Massimiliano Scaringella e Francesco Nicoli.
Artista prediletto di Gabriele D'Annunzio, che l'ebbe amico, per lui realizzò il ritratto della madre Luisa (oltre al monumento funebre conservato nella Cattedrale di San Cetteo a Pescara) ed il busto di Eleonora Duse entrambi esposti al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera. Sempre al Vittoriale si trova una fusione in bronzo della Vittoria del Piave, donata nel 1935 a D'Annunzio. Di quest'opera si conosco altre copie precedenti, una del 1923, destinata al Monumento ai caduti di Oggiono e un'altra del 1924 per la Torre della Vittoria a Ferrara[1].
Nel 1937 gli fu commissionata dall'arcivescovo e cardinale Ildefonso Schuster la prima, da sinistra, delle cinque porte bronzee del Duomo di Milano (sul tema de L'editto di Costantino), poi completata nel 1948 essendo stato costretto a nascondersi a Gavazzana (AL), nella casa paterna del venerabile don Carlo Sterpi e a Roma, nel collegio orionino San Filippo Neri, per sottrarsi alle persecuzioni razziali[2].
Morì a Padova il 9 maggio 1960.