Boldini Giovanni
1842/ 1931
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 56.5 (la) 40 (a)
sec. XX (1927 - 1928)
n. 1397
Giovanni Boldini, pittore ritrattista, nasce a Ferrara il 31 dicembre 1842 e, giovanissimo, viene iniziato al disegno dal padre Antonio (1789-1872), di matrice purista, originario di Spoleto, pittore e restauratore di dipinti sacri e di ritratti, abile copista di dipinti del Cinquecento e dei Vedutisti Veneziani.
Guidato dal padre, dedica il periodo della sua prima formazione artistica allo studio ed alla riproduzione di opere rinascimentali esposte nei musei ferraresi, mentre contemporaneamente frequenta lo studio di due importanti artisti pittori-decoratori, i fratelli Girolamo e Domenico Domenichini.
Nel 1862, il giovane pittore, che è già una piccola celebrità a Ferrara per i suoi ritratti e gli scorci di paesaggio, si trasferisce a Firenze per iscriversi all’Accademia di Belle Arti.
Durante il soggiorno a Firenze, Giovanni Boldini diventa amico inseparabile di Michele Gordigiani e Cristiano Banti; con loro frequenta il Caffè Michelangelo che in quel momento ospita i pittori Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca (1827-1902), Odoardo Borrani (1833-1905) ed il critico Diego Martelli, tutti esponenti di rilievo della nuova corrente pittorica dei Macchiaioli.
In questo periodo Boldini dipinge, oltre che ritratti, anche soggetti paesaggistici, senza lasciarsi influenzare troppo dagli amici Macchiaioli.
Per completare la propria educazione artistica nel 1867 il pittore si trasferisce a Parigi per l’Exposition Universelle dove ammira le opere il Realismo di Courbet e conosce Édouard Manet, Alfred Sisley ed Edgar Degas.
Per buona parte del 1870 soggiorna a Londra, dove William Cornwallis-West gli mette a disposizione un attrezzatissimo studio al centro della città, in una zona ben frequentata dall’aristocratica società, dove il pittore esprime la sua cangiante vena artistica nel ritrarre i londinesi in uno stile ispirato ai Ritrattisti inglesi del Settecento.
Stabilitosi a Parigi nel 1872, diverrà il massimo rappresentante del ritratto d’epoca, mondano o di rappresentanza, distinguendosi tra i ritrattisti della sua epoca per l'abilità del disegno, la ricerca preziosa del colore, ottenuta sia attraverso una tavolozza ridotta ai soli bruni e neri, sia attraverso toni talvolta violenti, ma sempre accostati in modo elegante, abilmente disposti con un virtuosismo che lo condusse a uno stile del tutto originale e personale, superando per successo molti altri pittori quali Stevens, Sargent, Lenbach, Lazlò, Fortuny, Lavery, Zuloaga, Blanche, Besnard, Orpen, dediti tutti ad immortalare la bella società dell'epoca.
La sua produzione, esposta nelle principali mostre francesi e a diverse Biennali veneziane, consta in gran parte di ritratti, soprattutto di signore, ma anche di alcune scene di genere, vedute di Parigi e scene storiche tra le quali grande fama raggiunse Luigi XIV a Versailles.
Tra i moltissimi ritratti ricordiamo quello di Emiliana Conca De Ossa esposto alla Galleria d'Arte Moderna di Milano per il quale vinse la medaglia d'oro al Salon del 1899 e quello del pittore inglese Whistler, che presentò all'esposizione Universale di Parigi del 1900, il ritratto di Montesquieu ora al Musèe d'Orsay e la celeberrima testa di Giuseppe Verdi ritratto a pastello.
Il periodo più felice dell'artista viene individuato dalla critica negli anni tra il 1892 ed il 1914, quando l'artista trionfa nel "salons" parigini, crea un ideale femminile al quale le sue clienti sono felici di adeguarsi, produce immagini di raffinatissima sensuale bellezza, talvolta concentrata in un particolare anatomico, come le braccia o le mani.
Agli inizi della prima guerra mondiale Giovanni Boldini si trasferisce prima a Londra e poi sulla Costa Azzurra, a Nizza.
Nel 1918, quando la guerra volge al termine, rientra a Parigi e l'anno dopo il Governo Francese lo insignisce della Legion d’Honneur.
Boldini negli anni tardi della sua vita dovette abbandonare la pittura a causa di un calo della vista, ma nel 1926 conosce, concedendole un’intervista per la ”Gazzetta del popolo”, la giornalista trentenne Emilia Cardona, che diverrà sua moglie il 29 ottobre 1929.
Giovanni Boldini, affetto da broncopolmonite, muore a Parigi l’11 gennaio 1931, all’età di 89 anni.