Raccolta Comunale d'Arte Sassuolo (MO)
Manifattura Dallari Giovanni Maria
attiva 1756-1836
piatto

maiolica dipinta a gran fuoco
cm.
sec. XVIII (1775 - 1799)
n. 882
Fa parte della serie di tre piatti settecenteschi attribuibili alla manifattura sassolese Dallari, in maiolica policroma a gran fuoco con decoro a rocaille e rametti fioriti. I tre piatti, di cui due in coppia e uno di maggiori dimensioni, presentano una forma elegantemente sagomata. La curvatura dell’orlo si differenzia dal più consueto movimento che alterna “segmenti rettilinei” a “due lobi congiunti a mo’ di graffa”
e che solitamente si riscontra proposto col perimetro interno della tesa circolare, secondo un
topos della produzione sassolese dell’epoca testimoniato anche da alcuni esemplari, col medesimo decoro, presso la collezione di Emilceramica a Fiorano Modenese.
Nelle maioliche qui presentate, infatti, il profilo esterno è connotato da una contrapposizione di
elementi concavi e convessi, ripresa anche sul perimetro interno della tesa, analogamente a
quanto si rileva in due piatti con decori floreali, pure riferiti alla produzione sassolese della
seconda metà del XVIII secolo, conservati presso il Museo Civico d’Arte di Modena.


La decorazione policroma a rocaille e rametti fioriti, che mostra un più raffinato dettato
esecutivo nei due piatti di minore dimensione, fu uno stilema di successo della produzione
sassolese dell’epoca, che a partire dal 1782 poté avvantaggiarsi del ritorno in città, dopo unsoggiorno a Pesaro presso la manifattura Casali e Callegari come primo pittore, del sassolese
Pietro Lei (1740-1814), che quell’anno stabilì una propria fornace presso la sua abitazione e
partecipò ad una società ceramica, che non ebbe però lunga vita. Non si può escludere che al suo rientro aSassuolo Lei abbia lavorato, anche solo occasionalmente, per i Dallari, che dal 1756
avevano ottenuto dal duca Francesco III d’Este la concessione della privativa, che impediva ad altri imprenditori di produrre o commercializzare ceramica nel ducato. Tuttavia è indubbio che
i modi di Lei influenzarono notevolmente la ceramica sassolese della fine del Settecento e
oltre, come sembrano dimostrare anche questi tre piatti che, proprio per aver accostato questo
tipo di decoro - a rocaille e rametti fioriti - con la tesa dalla curvatura mistilinea esterna ripresa nel
perimetro interno, presentano caratteri di assoluta novità nell’ambito del repertorio di
modelli fino ad ora noto agli studi.

Acquistati dal Comune di Sassuolo, nel corso di una vendita tenutasi presso la casa d’aste
“Il Ponte” di Milano.