Zuffi Ambrogio
1833/ 1922
scultura

bronzo
cm 63 (la) 115 (a) 33 (p)
sec. XIX (1859 - 1859)
n. 0597
Nella seconda metà dell’Ottocento, dopo una fase sterile e difficile, gli ambienti artistici di Ferrara si riorganizzarono nella “Società Promotrice di Belle Arti Benvenuto Tisi” per rilanciare la cultura figurativa locale. Non solo pittori vi aderirono (ricordiamo Mazzolani, i celebri Previati e Mentessi), ma anche architetti e scultori come Angelo Conti e Ambrogio Zuffi.
Quest’ultimo, formatosi da Giuseppe Ferrari e nel 1855 a Roma presso Pietro Tenerani, fu esponente di uno stile arroccato su una prevedibile regola classicista e incline a un virtuosismo fondato sulla salda formazione accademica. I monumenti della Certosa di Ferrara rappresentarono senza dubbio un’altra "scuola" per definire la cultura neoclassica e purista. Un pantheon dei massimi maestri dell’Ottocento: innanzitutto Antonio Canova con il Busto di Leopoldo Cicognara, 1819-22 (concluso da Rinaldo Rinaldi), seguono Lorenzo Bartolini (Tomba di Pietro Recchi, poi di Francesco Mayr, 1837), Pietro Tenerani (Monumento Costabili, 1841-57) e alcuni allievi talentuosi, quali Giacomo De Maria, Cincinnato Baruzzi, Adamo Tadolini.
Il bronzo rivela il tentativo di riportare l’immagine scultorea alla purezza della forma e all’ideale del modello antico, superando l’estro e la sensualità del barocco berniniano e la fonte ellenica del genio seicentesco.