via Toscana
Bologna (BO)
Data di costruzione / dismissione: 1400 - 1983
Dai I rogiti e dagli atti notarili conservati presso l'Archivio di Stato di Bologna esisteva già, agli inizi del Quattrocento, un opificio/mulino ad acqua per la macina del grano. Tale mulino era denominato Beldiporto/Belporto ed era di proprietà dei Lambertini. Tutta quella vasta area, su cui sorgeva l’attuale complesso denominato Mulino Parisio si chiamava originalmente Beldiporto/Belporto e comprendeva anche una più piccola parte che poi venne denominata Malvolta. Nel 1608 la famiglia Zani (che nel medesimo anno aveva acquistato il mulino dai Lambertini) dette in affitto l'opificio alla famiglia di mugnai Marchi/Parisi, che proseguì a gestirlo ancora per molto tempo. Il nome Beldiporto col tempo svanì e rimase quello di Parisi, denominazione databile intorno al XVII secolo . Sino ai primi del Novecento l’impianto era dotato di due turbine con relative macine; uno sbarramento indirizzava l’acqua in un ampio invaso che assicurava un movimento costante al motore idraulico, costituito da un rullo verticale e una serie di catini che mettevano in movimento l’asse centrale e la macina mobile. Questa, ruotando sulla macina fissa a una distanza determinata dal mugnaio, frantumava le granaglie inserite nella tramoggia con il grado di finezza desiderato. In seguito modificato tramite l’introduzione di laminatoi a cilindri azionati da energia elettrica, l’opificio ha cessato l’attività produttiva intorno al 1983. Nel corso degli anni è stato recuperato e trasformato, attraverso alcune sostanziali modifiche, in un edificio civile sede di un istituto di credito, la cui origine era segnalata dalla presenza di una ciminiera in mattoni, capitozzata in seguito agli eventi sismici del 2012.